ZUPPA DI DAVID - IERI AL QUIRINALE NAPOLITANO HA PREMIATO IL CINEMA ITALIANO, MA IL MINISTRO DELLA CULTURA ORNAGHI HA PREFERITO ANDARE AL GEMELLI DAL SUO VERO SUPERIORE (IL PAPA) PER I 50 ANNI DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA - STASERA LA CERIMONIA CHE ORMAI NON SI FILA NESSUNO, TRASMESSA IN TARDISSIMA DIFFERITA DA RAIUNO - IN POLE “ROMANZO DI UNA STRAGE” DI GIORDANA, POI CRIALESE, SORRENTINO, I TAVIANI E MORETTI, CHE PENSA A CANNES…

Michele Anselmi per "il Secolo XIX"

Toccata e fuga di Nanni Moretti ieri al Quirinale per il consueto incontro coi candidati ai David di Donatello un vista della premiazione di oggi pomeriggio. Il regista-attore di "Habemus Papam", forse già sicuro di non vincere, sembrava con la testa già al festival di Cannes, dove farà il presidente della giuria. Il Papa vero, invece, ha tenuto lontano dal Colle il ministro ai Beni culturali, il pio Lorenzo Ornaghi, impegnato con Benedetto XVI nella visita alla romana Università Cattolica.

Il pensiero è corso, per un attimo, a quella volta che il ministro Bondi, sentendosi svillaneggiato dall'odiatissimo cinema di sinistra e presosi la sua piccola vendetta con una ridicola lettera al "Foglio", l'anno dopo spedì ai David un suo delegato in chiave polemica; ma bisogna dire che ieri il sottosegretario Roberto Cecchi, leggendo un discorso non scritto da lui, se l'è cavata decorosamente sul fronte delle cifre e delle parole, perfino riconoscendo che «i film di caratura più autoriale sono in sofferenza».

Poi, certo, il rito quirinalizio suona ormai un po' stanco, ripetitivo, ingessato, col venerabile patron Gian Luigi Rondi, disturbato per l'assenza dalle nomination del prediletto Pupi Avati, che presenta ad uno ad uno, tra qualche impappinamento e lunghi applausi, i candidati al presidente della Repubblica.

Per fortuna Napolitano non è Scalfaro, che al cinema non andava mai, e neanche Ciampi, che qualche film vedeva ma chiedeva sempre ai registi di raccontare il Risorgimento. Il capo dello Stato fu a lungo responsabile culturale del Pci, infatti rivendica «un'antica, costante e forse non del tutto sprovveduta attenzione per il cinema».

Liliana Cavani, David alla carriera e pronta a rifare per la terza volta "San Francesco", gli aveva appena chiesto di «far comprendere alla politica il valore strategico del cinema», e così Napolitano strappa l'applauso degli astanti riconoscendo «la distrazione della politica verso il mondo della cultura», producendosi in una piccola autocritica, infine scandendo: «Per uscire dalla crisi dobbiamo recuperare la fiducia in noi stessi e negli altri, credo che il cinema possa contribuire a entrambe le cose».

Pilotata da Tullio Solenghi, la cerimonia tv di oggi pomeriggio su Raimovie (e in differita a tarda ora su Raiuno) sarà la solita zuppa. Inutile attendersi colpi d'ala, non siamo gli Oscar e neppure i César. A occhio dovrebbe farcela "Romanzo di una strage" di Giordana, forte di ben 16 candidature, contro "This Must Be the Place" di Sorrentino, "Habemus Papam" di Moretti, "Terraferma" di Crialese e l'outsider "Cesare deve morire" dei fratelli Taviani. Questi ultimi, s'intende, molto cari a Napolitano, non solo per questione d'età.

 

 

 

GIORGIO NAPOLITANO DAVANTI A UNA STATUA DI CAVOURNANNI MORETTI ROBERTO CECCHILORENZO ORNAGHI 33 auditor 13 solenghi moglieGIAN LUIGI RONDI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…