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UN MONDO IN VERTICALE - NEL LIBRO “SHOOTING SPACE” E NELLA MOSTRA LONDINESE COLLEGATA, SI SPIEGA COME L’ARCHITETTURA ABBIA ALTERATO LA NATURA E COME SIA CAMBIATO IL NOSTRO RAPPORTO CON LO SPAZIO
La moderna foto-pornografia architettonica è un genere che si occupa di ritrarre un edificio nella migliore luce possibile in modo da enfatizzare i suoi attributi positivi. Il resto lo fa il
“Photoshop”. Un nuovo libro e la mostra londinese ad esso collegata, ci ricordano invece che l’arte della fotografia non serve solo a documentare, ma anche a rivelare verità più profonde sulla relazione fra uomo e natura.
Nell’introduzione a “Shooting Space: Architecture in Contemporary Photography”, l’autore e curatore Elias Redstone riporta l’osservazione di Walter Benjamin negli anni Trenta secondo cui gli edifici è più facile osservarli in foto che non di persona. Una fotografia è in grado di influenzare e trasformare il modo in cui la gente percepisce e valuta un edificio.
Il volume include capitoli sul ruolo della fotografia, che nel tempo ha aiutato a creare l’iconografia di alcune costruzioni. Inoltre quest’arte ha rivelato come la mano dell’uomo abbia alterato i panorami naturali. Il libro conta 50 scatti che esplorano il nostro nuovo rapporto con lo spazio, in una vera e propria ricerca visiva sull’architettura contemporanea.
La mostra “Constructing Worlds: Photography and Architecture in the Modern Age”, alla “London’s Barbican Art Gallery” fino all’ 11 gennaio, ospita 250 opere di 18 fotografi dagli anni Trenta ad oggi, dai primi grattacieli di New York alle decadenti strutture coloniali del Congo, dalle moderne torri in Venezuela alle case californiane del dopoguerra.