
MORDAZI VOSTRI! LA CASA BIANCA GELA IL COMMISSARIO UE SEFCOVIC E RESPINGE LA PROPOSTA DI DAZI ZERO PER L’INDUSTRIA – LA COMMISSIONE: “NON E’ UN DIALOGO TRA SORDI MA ORA GLI STATI UNITI DEVONO DIRCI COSA VOGLIONO” - MURO DI BRUXELLES SU CIBO E MERCATI DIGITALI: LE NOSTRE REGOLE NON ENTRANO NEL NEGOZIATO. ANZI, SONO ATTESE A BREVE DELLE MULTE CONTRO APPLE E META, COSA CHE NON AIUTERÀ AD AVVICINARE LE PARTI…
Filippo Santelli per la repubblica - Estratti
L’Europa sta facendo la sua parte. Ora è necessario che gli Stati Uniti definiscano la loro posizione». Emerge una palese frustrazione nel resoconto diffuso ieri da Bruxelles sul primo round del negoziato con gli Stati Uniti.
Certo, il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic arrivava a Washington con aspettative basse: la proposta di “tariffe reciproche zero sui beni industriali” che lunedì ha portato al tavolo con gli omologhi americani Howard Lutnick e Jamieson Greer era già stata liquidata da Trump. Il fatto è che, in due ore di conversazione, non sembra aver ricevuto alcuna indicazione su una via d’uscita alternativa.
«Non un dialogo tra sordi», ha poi precisato la Commissione, ma un dialogo senza passi avanti. «È chiaro che serve uno sforzo importante per raggiungere un risultato in 90 giorni», si legge nel resoconto, ma lo sforzo «deve essere a due vie, con entrambe le parti che portano qualcosa al tavolo».
In sostanza, dice l’Europa, non si capisce cosa Trump voglia per disinnescare una escalation commerciale che avrebbe effetti economici devastanti su entrambe le sponde dell’Atlantico. Non gli bastano più acquisti di gas liquefatto americano, che ha chiesto e Bruxelles è pronta a garantire. Non gli basta, come detto, la creazione di una zona di libero scambio industriale transatlantica, nonostante lamenti la tariffa del 10% imposta dall’Europa sulle auto americane, quattro volte superiore a quella opposta.
METTI IL DAZIO TOGLI IL DAZIO - MEME SU TRUMP
Si è discusso anche di altro: l’eccesso di capacità produttiva nei settori di acciaio e alluminio, e la resilienza delle catene di fornitura di chip e farmaceutica. Sono i vari settori in cui, in nome della sicurezza nazionale, Trump ha introdotto o introdurrà dazi ad hoc, con l’obiettivo di riportare la produzione degli Stati Uniti. Sui metalli, scrive Bloomberg con molti condizionali, gli americani avrebbero ventilato l’idea di tariffe comuni, si intende in funzione anticinese. Sui farmaci vorrebbero maggiori investimenti produttivi negli Stati Uniti. Ma sembrano suggestioni più che vere richieste.
Qualcosa di diverso in realtà la Casa Bianca pare chiederlo, cioè che l’Europa smonti l’insieme di norme che - a suo dire - costituiscono barriere illegittime contro le aziende americane, dai limiti agli Ogm e all’uso di antibiotici, che bloccano prodotti agricoli e carni, alle ben note regolazioni sull’industria digitale. Ma qui Bruxelles non vuole cedere: «Gli standard su cibo e sicurezza, come le regole per i mercati digitali sono delle linee rosse e non sono parte del negoziato», ha detto ieri un portavoce. Anzi, sono attese a breve delle multe contro Apple e Meta, cosa che non aiuterà ad avvicinare le parti.
Maros sefcovic
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