
“IL CENTROSINISTRA DA QUI DEVE PASSARE” – VINCENZO DE LUCA, SCONFITTO DALLA CONSULTA SUL TERZO MANDATO, RILANCIA LA SFIDA ALLA SCHLEIN, SUA NEMICA NUMERO UNO, E SI DICHIARA PRONTO A PRESENTARE LA SUA LISTA PER LE REGIONALI IN CAMPANIA – UNA MOSSA CHE COSTRINGERA’ ELLY E CONTE A TRATTARE (IL M5S PUNTA A CANDIDARE ROBERTO FICO) - L'IPOTESI DI UN RITORNO DI “DON VICIENZO” A SALERNO COME SINDACO, I SUOI FEDELISSIMI: “NON AVREBBE CERTO BISOGNO DEL PERMESSO DEI DEM”
Maria Teresa Meli per corriere.it - Estratti
«Tanto sempre di qui devono passare»: con i suoi fedelissimi Enzo De Luca è esplicito. Il presidente della giunta regionale della Campania ha fatto mostra di essere nervoso il giorno prima della sentenza della Corte costituzionale, ma, essendo un abile politico di lungo corso, non si può proprio dire che la decisione della Consulta lo abbia spiazzato.
Il «governatorissimo» sa bene che comunque il centrosinistra dovrà fare i conti con lui in Campania. Basta che decida di presentare una sua lista (l’ipotetico nome c’è già: «A testa alta») e sponsorizzare un altro candidato a presidente per mettere in difficoltà Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ma potrebbe anche mettere quella lista «personale» al servizio del centrosinistra.
Dunque, Elly Schlein, più nolente che volente, sarà costretta a fare quello che finora non ha fatto: trattare con De Luca. Antonio Misiani, commissario del Pd campano, ne è convinto: «Ora abbiamo la responsabilità di aprire tutti insieme, anche con chi ha guidato la Regione Campania, una pagina nuova». Del resto, raccontano che Giuseppe Conte, che punta a candidare Roberto Fico, abbia già avuto modo di entrare in contatto con il presidente della Campania e ai dem non è sfuggito l’endorsement di De Luca alla piazza M5S.
VINCENZO DE LUCA VS ELLY SCHLEIN - ILLUSTRAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO
La segretaria per ora prende tempo perché l’idea di scendere a patti con De Luca, cioè con quello che per lei è il simbolo dei cacicchi, non le aggrada. Ma trattare per interposta persona con il governatore non le sarà facile: finora il «governatore» non ha mai perso occasione per ironizzare su Misiani («il valoroso statista», lo chiama). Una carta spendibile potrebbe essere la mediazione di Gaetano Manfredi.
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De Luca, quindi, è convinto che l’ «ingiusta» sentenza della Corte lo indebolisca, ma fino a un certo punto nella trattativa. «Ora si apre un nuovo scenario», dice a qualche amico. Ma la verità è che quello scenario lui lo aveva già valutato. Sa già quello che chiederà, che cosa e chi proporrà. Improbabile, se il centrosinistra riuscirà a mantenere la Campania alle prossime regionali, che nella nuova squadra non ci sia posto per un assessore di peso del presidente. E già ha ripreso a circolare la voce secondo cui De Luca potrebbe ricandidarsi a sindaco di Salerno. «Ma se lo volesse veramente fare non avrebbe di certo bisogno di chiedere il permesso al Pd», dicono i suoi.
Perciò al Partito democratico, in serata, dopo la sentenza della Corte costituzionale, tirano un sospiro di sollievo, ma fino a un certo punto. Adesso si apre una nuova partita e Schlein non può fallire perché non fa mistero di puntare alla vittoria in quattro delle sei regioni in cui si andrà a votare in autunno. In Campania, appunto, dove propugna il «modello Manfredi». Senza un civico candidato alla guida della regione, però, anche se è girato il nome del rettore della Federico II Matteo Lotito, perché la leader dem sa che Conte vuole Fico (mentre De Luca preferirebbe un altro M5S, Sergio Costa).