
CAFONALINO “EPPUR SI MUOVONO” - LA MOSTRA SU GALILEO GALILEI A ROMA NON SMUOVE GLI ASTRI MA CHIAMA A RACCOLTA ELETTRA MARCONI, FAUSTO BERTINOTTI, UMBERTO VATTANI E GIANNI LETTA
Sara Grattoggi per “la Repubblica-Roma”
trattato sull'astrolabio di cristoforo clavio, 1593, in astrolabium lemmata
È la luna disegnata da Galileo, in una lettera autografa del 1610 in cui il grande scienziato sosteneva per la prima volta che la sua superficie non fosse liscia come fino a allora si credeva. E il manoscritto originale in cui il matematico gesuita Clavio, nel 1582, illustrava il calendario gregoriano, lo stesso che usiamo noi oggi, calcolando addirittura quando sarebbe caduta la Pasqua del 5000 d.C..
Se il mondo in questi giorni guarda con ammirazione alla missione Rosetta, il primo sbarco su una cometa, a documentare i primi passi del cammino dell'uomo verso le stelle è la
mostra "Magistri astronomiae dal XVI al XIX secolo: Cristoforo Clavio, Galileo Galilei e Angelo Secchi ", da lunedì allo Spazio Espositivo Tritone della Fondazione Sorgente Group. I testi antichi (dieci fra manoscritti e lettere), presentati per la prima volta al pubblico dopo un attento lavoro di restauro e digitalizzazione finanziato dalla Fondazione
e durato tre anni, fanno parte del Fondo Clavius dell'archivio storico della Pontificia Università Gregoriana, che raccoglie 299 lettere e 7 manoscritti autografi.
E, grazie al progetto, «saranno presto messi a disposizione della comunità scientifica internazionale grazie a un portale online» spiegano Paola Mainetti,vicepresidente della Fondazione, e Martin M. Morales, direttore dell'archivio storico della Pontificia Università
paola e valter mainetti, rispettivamente vicepresidente e presidente fondazione sorgente group
Gregoriana. Nel frattempo, la vera emozione è trovarsi faccia a faccia con una straordinaria pagina di storia della scienza.
Con i caratteri minuti di Galileo, i suoi schizzi, le sue scoperte, ma anche la corrispondenza con Clavio, a cui in una lettera annuncia ad esempio il suo imminente viaggio a Roma. Proprio quello in cui ottenne dalla Chiesa un iniziale riconoscimento della validità delle sue scoperte astronomiche. In mostra, accanto ai preziosi e inediti manoscritti, alcuni antichi strumenti astronomici che accompagnarono l'intenso studio della volta celeste (da un astrolabio per misurare le posizioni degli astri a un telescopio riflettore
lo spazio espositivo tritone in via del tritone 132 a roma
gregoriano), concessi in prestito dal Museo astronomico e copernicano di Roma (Inaf), e il globo celeste della Biblioteca nazionale centrale.
Ma anche l'opera dell'astronomo gesuita Angelo Secchi, che pose le basi per la moderna astrofisica e per primo osservò lo spettro luminoso degli astri. Oltre a individuare il meridia no di Monte Mario, il primo adottato nell'Ottocento in Italia. La mostra sarà visitabile gratuitamente fino al 13 febbraio presso lo Spazio Espositivo Tritone (ma già si sta pensando di prolungarla fino ad aprile 2015 ),dallunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18.30.
Infotel: 06-90219051
lettera di galileo galilei firma autografa, 1610