
ELON SI E' ROTTO IL DAZIO? MUSK PUBBLICA UN VIDEO SIBILLINO CON IL PREMIO NOBEL MILTON FRIEDMAN CHE PROMUOVE IL LIBERO MERCATO: UNA CHIARA CRITICA A TRUMP SUI DAZI - IL MINISTRO PER L'ECONOMIA TEDESCO ROBERT HABECK LO INFILZA: “MUSK È RIDICOLO, SE HA QUALCOSA DA DIRE, DOVREBBE ANDARE DAL SUO PRESIDENTE” – LE PAROLE DEL "DOGE" SU “UN’AREA A DAZI ZERO TRA USA E UE” ALIMENTANO LE VOCI DI UNA FRATTURA CON TRUMP…
Milton Friedman was the best
— Elon Musk (@elonmusk) November 20, 2024
(ANSA) - Elon Musk ha condiviso un vecchio video, pubblicato da un altro utente, in cui l'economista e premio Nobel Milton Friedman, utilizzando l'esempio della matita, spiega le diverse fasi in diverse parti del mondo per creare una matita. "Migliaia di persone hanno collaborato per realizzare questa matita", afferma Friedman, scomparso quasi 20 anni fa, parlando di "magia del sistema dei prezzi" e aggiungendo che "è per questo che il funzionamento del libero mercato è così essenziale". Un post sibillino su cui i follower di Musk si interrogano, e, ricordando la posizione del premio Nobel sul libero mercato, insinuano che il miliardario stia criticando Donald Trump.
Berlino, 'Musk su zero dazi? Ridicolo, è segno di paura'
(ANSA) -"Il calcolo che ha fatto Donald Trump su surplus e dazi è sbagliato. Dal mio punto di vista è assurdo. E' errata perfino la base filosofica di questo calcolo. Io dico ai partner europei, siamo uniti". Lo ha detto il ministro per l'Economia tedesco Robert Habeck a margine del Consiglio Ue Commercio. "Ho letto cosa ha detto Elon Musk in merito all'auspicio che in futuro non ci siano dazi tra Usa e Ue, "penso che sia un segno di debolezza e forse di paura, Se ha qualcosa da dire, dovrebbe andare dal suo presidente. E' ridicolo", ha sottolineato.
L’AREA A «DAZI ZERO», LA LITE CON IL CONSIGLIERE TUTTI GLI INCIAMPI DEL «DOGE» MUSK
Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera” - Estratti
Esagerato parlare, come fanno alcuni giornali americani, di una frattura fra Donald Trump e il «copresidente» Elon Musk dopo che quest’ultimo ha auspicato, durante il videocollegamento di sabato con la Lega di Salvini, un azzeramento bilaterale dei dazi tra Stati Uniti e Paesi dell’Unione europea, e la creazione di un’area di libero scambio transatlantica, «un’area a zero dazi». L’imprenditore entrato nel governo conservatore, già in passato ha più volte criticato la politica dei dazi sostenendo che è un pericoloso salto nel buio. Ha bilanciato, poi, queste affermazioni con l’apprezzamento per l’obiettivo di Trump di riportare negli Stati Uniti le produzioni industriali trasferite all’estero.
Ma che i dazi non fossero nelle corde di Musk è stato evidente fin dal suo esordio nel governo: Trump aveva appena cominciato a definire dazio «la più bella parola del vocabolario» e a puntare su Scott Bessent per il Tesoro, quando Elon è intervenuto a gamba tesa bocciando la scelta di Bessent, giudicata disastrosa (puntava sul suo amico, Howard Lutnick).
E poi, sui dazi, un vero sberleffo: grande apprezzamento per il presidente argentino Milei che questi balzelli, anziché alzarli come intendeva fare Trump, aveva deciso di ridurli o cancellarli per abbassare i prezzi all’importazione e, quindi, ridurre l’inflazione. Praticamente una smentita di Trump, allora impegnato a ripetere in tutte le sedi che l’aumento dei dazi non avrebbe fatto salire i prezzi per i consumatori Usa.
Il presidente non replicò, ma la sua risposta arrivò coi fatti: immediata nomina di Bessent al Tesoro e trasferimento di Lutnick al dipartimento del Commercio. Musk capì e rientrò nei ranghi.
donald trump elon musk usaid 1
Ma sui dazi, anche se fino a due giorni fa era rimasto in silenzio, aveva diversi motivi di disaccordo col presidente.
Quei balzelli sono contrari alla sua filosofia imprenditoriale e ai suoi interessi da vari punti di vista: non vuole scontri con la Cina dove ha enormi interessi (la sua fabbrica di Shanghai produce più della metà delle Tesla vendute nel mondo) mentre l’instabilità provocata da Trump col suo brusco annuncio che ha innescato crolli disastrosi per tutti, gli ha fatto perdere in due giorni, giovedì e venerdì, ben trentuno miliardi di patrimonio personale.
Le azioni Da qui una presa di distanze che suscita clamore, ma non è sinonimo di rottura: le azioni Tesla precipitano da settimane per il cambiamento degli umori del mercato nei confronti di Trump, ma prima si erano impennate per l’azione di speculatori che avevano scommesso sul nuovo presidente. E, nell’auspicare un’area di libero scambio Ue-Usa, Musk non dice se pensa solo alla cancellazione dei dazi (Bruxelles sostiene di averne meno di quelli americani) o se, in linea con Trump, non vorrebbe anche la soppressione di altri fattori considerati dal leader barriere improprie contro l’export americano: dalla regolamentazione europea per le reti sociali alle imposte indirette come l’Iva.
meme su elon musk e donald trump nella tesla
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