AVE O MARION! LA NIPOTINA DI JEAN MARIE LE PEN ARRIVA A ROMA ACCOLTA DAI “FRONTISTI” DE’ NOANTRI A RIGATONI E VINO ROSSO - LEI SPARA A ZERO SU SARKOZY: “HA CONSEGNATO L'EUROPA NELLE MANI DI STATI UNITI E IMMIGRATI”
vittoria marion le pen e guglielmo giovannelli marconi
Foto di Luciano di Bacco per Dagospia
Gabriella Sassone per Dagospia
Quaranta euro per cenare con Marion Le Pen. Per conoscerla, scambiarci un saluto ma soprattutto cercare di farsi un selfie con lei. E’ stata una vera e propria gara di selfie, tra smartphone impazziti e flash scatenati, ieri sera al rHome di piazza Augusto Imperatore: gente di tutte le età che bramava uno scatto con la biondina d’Oltralpe dalla faccia d’angelo ma la tempra di un samurai. La strada che porta al rHome è stata chiusa al traffico e nessuno può parcheggiare: immense le misure di sicurezza. In effetti tutta la sera il pensiero andava al terribile massacro del Bataclan.
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“Oddio non è che i terroristi dell’Isis” arrivano pure qui?, diceva una signora azzannando fette di salamino e leccandosi i baffi per l’ottima carbonara. “No, a Roma gli attacchi non li faranno mai”, rispondeva un signore espertissimo di politica estera. Seduta al centro di una lunga tavolata al centro del locale, Marion si è potuta finalmente rilassare. A dispetto della sua giovane età, 27 anni, ama le canzoni di Dalida e Charles Aznavour. E quelle chiede al pianista che le vuole dedicare un brano.
rose tricolori per la le pen (6)
E’ sembrata una ragazza semplice, senza tante pretese, anzi persino attenta a non sperperare. Era sbarcata a Fiumicino alle 14.40 con un trolley dopo aver volato low cost da Parigi. Non ha avuto un macchionone con autista ad attenderla e a Milano oggi c’è andata a bordo di un treno Italo. Ai piedi un paio di stivaletti marroni e un paio di pantaloni e giacchetta neri, un filo di trucco, niente borsa ma solo uno zainetto. Al suo fianco il fido portavoce Arnaud, tipico francese affabile, ma serioso.
Avrebbe voluto fare un breve giro per Roma da turista prima di correre dove al convegno sull'Europa, organizzato dallo storico consigliere comunale di Roma, oggi anima della destra sociale di Matteo Salvini a Roma, il semprevivo Fabio Schiuma. Ma ha rinunciato a ogni svago turistico per chiudersi un'ora in una stanza a preparare il suo intervento, che ha voluto recitare in parte anche in italiano e concludendolo con “Viva Salvini, viva Marine, viva l'Italia e viva la Francia”.
Dopo essersi presa più di una standing ovation dai simpatizzanti di Noi con Salvini e dei militanti della sempre accesa Riva Destra di Schiuma - la creatura politica ai tempi di quella che fu Alleanza Nazionale – Marion non si è sottratta a nessun giornalista, con taccuino o telecamera ardente, che hanno assediato l'hotel Villa Eur. La nipotina di Marine nella sua tappa romana, ha alloggiato in questo ex convento, in una stanza appartata per motivi di sicurezza.
marion le pen e gian marco centinaio
Con una posatezza sempre cordiale ha dispensato “Oui” e “Mercy” a chiunque le chiedesse una foto, con la spigliatezza di una star e una calma impressionante. Sorriso stampato nel volto e quasi sfatta, verso le 21 è arrivata al Rhome di Giorgio Tammaro. E giù altri selfie e applausi, nella serata che sempre il Cicerone Schiuma le aveva approntato per terminare la giornata romana. Antipasto appena sfiorato - solo due mozzarelline di bufala e un pezzettino di focaccina. Ha detto gentilmente no alla matriciana, preferendo un assaggio di carbonara, ha bevuto due dita di vino rosso, ma poi non ha aspettato il secondo piatto per mormorare in francese alla sua interprete "Puoi chiedere se posso tornare in hotel? Sarei un pò stanca. Domattina mi aspetta Salvini a Milano”.
fabio sabbatani schiuma marion le pen e la sassone
E così, dopo aver apprezzato i brani musicali a lei dedicati ha abbandonato i 160 invitati da Schiuma, tra cui il principe Guglielmo Giovanelli Marconi con la sua Vittoria, Marco Bornigia e Giuseppe Sprovieri. Anche all’uscita, faticosissimo guadagnare la porta, si è messa in posa per i selfie.
Pure con lo stato maggiore leghista, i due capogruppo a Camera e Senato, Max Fedriga e Gian Marco Centinaio, e le due 'barbare' Saltamartini e Mannucci, ai quali ha ripetuto sorridendo mentre montava nella Chevrolet Orlando di Schiuma e consorte Anna Camo, “Viva Salvinì!". Intanto dei paparazzi fuori del locale giuravano che poco distante Salvini stava cenando con Elisa Isoardi. Ma nessuno ha avuto il coraggio di chiamarlo. “Lasciamolo in pace, tanto con Marion si incontrerà domani”.
fabio sabbatani schiuma marion le pen
Stamattina il treno, ovviamente Italo, l'ha riportata verso Nord, lasciando a quei romani che non le hanno mai staccato gli occhi di dosso, donne comprese, un pensiero: si chiamasse Marianna la Penna, sarebbe sindaco subito.
Luca Steinmann per www.ilgiornale.it
Marion Marechal-Le Pen non usa mezze parole. "Sarkozy è un traditore. Si è fatto eleggere a Presidente della Repubblica promettendo di contrastare l’immigrazione e durante i suo governo ha permesso l’ingresso legalizzato in Francia di un milione di immigrati.
Assicurava di voler fare della Francia una grande potenza globale ed equilibrata e invece ci ha riportato all’interno della Nato nel 2009, allineando così le nostre azioni internazionali agli interessi degli Stati Uniti. Siamo diventati niente di più del braccio armato dei gendarmi del mondo, in nome dei quali abbiamo dichiarato guerra alla Libia e destabilizzato l’intero Medio Oriente. Generando centinaia di migliaia di morti e flussi migratori senza precedenti. Così facendo non ha tradito solo i francesi, ma tutti gli europei".
In visita a Milano per incontrare Matteo Salvini, Roberto Maroni e l’assessore lombardo alla cultura Cristina Cappellini, la giovane rampolla della famiglia Le Pen ci tiene a parlare di politica estera. Senza accusare l’Italia, ma prendendosela con chi ha governato la Francia prima dell’attuale governo. Italiani e francesi, secondo lei, hanno gli stessi interessi nel contrastare una classe dirigente europea irresponsabile, impreparata e incapace di tutelare i propri interessi. In Europa, nel Mediterraneo e nel mondo. E che per questo ne paga le conseguenze.
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"L’odierna Unione europea sta implodendo a causa di diversi problemi correlati, il principale dei quali è la questione migratoria, che vede le istituzioni comunitarie totalmente incapaci ad affrontare una tale emergenza. Questa immigrazione è figlia delle decisioni di alcuni governi europei che, capeggiati da Sarkozy, hanno abbracciato una visione del mondo filo-americana e tentato di esportare in Medio Oriente quello che dicono essere il migliore dei mondi possibili. Fallendo clamorosamente. E pagando ora per quello che hanno fatto".
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La radice della crisi della Ue sarebbe dunque l’adesione agli interessi geopolitici d’oltreoceano, che sarebbero però in contrasto con quelli francesi ed europei. Perché? "Gli Stati Uniti vorrebbero un mondo che sia totalmente sotto la loro influenza, ma non è così. Per fare i nostri interessi dobbiamo accettare realisticamente il mondo in cui viviamo, che è multipolare. All’interno di esso la Francia dovrebbe dialogare con gli altri attori internazionali a testa alta e sullo stesso piano, promuovendo l’interesse dei propri cittadini. Che, non a caso, sono spesso gli stessi di quelli degli altri popoli europei".
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"L’Europa è composta da popoli diversi, con culture, economie e identità differenti. Ma anche con bisogni comuni. Uno di questi è il dialogo e il commercio con la Russia, che è un partner economico indispensabile per ampi e strategici settori di molte delle nostre economie. E’ assurdo che si rinunci a commerciare e dialogare con Mosca in nome della ragion di Stato americana".
Il nodo centrale da risolvere è quello migratorio. “Ogni cittadino europeo è vittima dell’immigrazione che negli ultimi anni è degenerata più che mai. Ormai tutti, anche lo stesso Sarkozy, hanno dovuto riconoscere che intervenire militarmente in Libia è stata un’assurdità. I responsabili verranno per questo giudicati dalla storia. E questo processo è già in corso".
Ad avvallare i bombardamenti in Libia, però, fu anche l’allora Ministro degli Interni Roberto Maroni.
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Che Marion incontrerà questa sera a Milano per un incontro privato e lontano dai riflettori. In quell’occasione Marion potrà confrontarsi con l’attuale governatore lombardo anche su questo tema. Chiedendogli cosa lo spinse ad appoggiare una tale mossa suicida. Rispondendo Maroni potrebbe chiarire quali siano le strategie di politica estera della Lega Nord. Che fino ad oggi non sono mai state rese note. E molti osservatori ritengono addirittura non esistano.
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