renato farina

''NON È BELLO ARRIVARE IN UN SABATO NOTTE D' AGOSTO CON UN INFARTO IN OSPEDALE'' - RENATO FARINA: ''TUTTO È ANDATO COME I MEDICI MI AVEVANO ANNUNCIATO DA ANNI. MANGIARE OGNI VOLTA COME SE FOSSE L' ULTIMA SCORPACCIATA, A LETTO MAI, DIABETE, IPERTENSIONE, OBESITÀ, PRECEDENTI IN FAMIGLIA. IL RITRATTO DI UN CONDANNATO A MORTE. DUNQUE QUANDO HO SENTITO UNA MANO AFFERRARMI DIETRO LA SPALLA SINISTRA, E POI SCENDERE FINO ALLA MANO, RISALIRE E APPOGGIARSI SUL PETTO, E PREMERE, LA MALEDETTA, TRASFORMARSI IN UN PUNTERUOLO, HO PENSATO…''

 

Renato Farina per ''Libero Quotidiano''

 

renato farina

Non è bello arrivare in un sabato notte d' agosto con un infarto in ospedale. Bello però è poterlo raccontare. Anche se resta il sospetto che possa essere l' ultimo articolo di un narciso.

 

Tutto è andato come i medici mi avevano annunciato da anni. Mangiare ogni volta come se fosse l' ultima scorpacciata, a letto mai, diabete, ipertensione, obesità, precedenti in famiglia: il ritratto di un condannato a morte. Dunque quando ho sentito una mano afferrarmi dietro la spalla sinistra, e poi scendere fino alla mano, risalire e appoggiarsi sul petto, e premere, la maledetta, trasformarsi in un punteruolo, ho pensato: ci siamo. Ho resistito un po' nelle lenzuola sudate, mi sono alzato, ho preso due aspirine ciclopiche, una pillola contro i reumatismi, però con un pezzo di formaggio perché non facesse male allo stomaco.

 

Di nuovo nel talamo appiccicoso. Ho pensato a qualche riga di testamento su whatsapp.

Vanda mi ha detto: «Andiamo in ospedale». Io: «Figurati se è un infarto. È un torcicollo anomalo. Arrivo lì e mi diranno subito che sono un simulatore e mi dovrei vergognare». Comunque si parte, mia moglie guida come Hamilton, riesce anche a parlare con dolcezza coi box, che sarei io.

 

L' ospedale della mia cittadina, Desio (Monza e Brianza), è stata una formidabile casamatta nella lotta al Covid, e il pronto soccorso è rimasto con l' abbigliamento da battaglia di quelle giornate. Mi ricorda il posto di confine tra l' Iraq e la Giordania durante la guerra del Golfo. Un tubo nero che sembra la gola di un drago con lucine rosse nelle fauci. Fuori un infermiere che fuma, due africani seduti sul marciapiede.

 

renato farina

MANI SICURE

Attraverso la soglia, e subito mani sicure mi afferrano. Perfezione. Mi ritrovo sottoposto a cardiogramma, mi bucano il braccio, muoio dal freddo (l' infarto fa venire freddo). Come se osservassi dall' aldilà constato che il Covid è stato una scopa. È sparita la ressa del sabato notte che solo sei mesi fa rendeva queste strutture sanitarie simili ad avamposti di guerriglia sudamericana con peruviani ed equadoregni feriti e/o ubriachi, mescolati a bambini con il raffreddore. C' è un anziano su un lettino, una gigantesca nigeriana con una bellissima maglietta piena di lustrini.

 

I medici nello stanzino, a cui hanno passato il foglietto con il grafico dei miei battiti sbilenchi, sono giovanissimi, muovono la carta come se fosse la lista della spesa, davanti e dietro. Oddio, sono spacciato, in che mani. Il maschio mi porge un antidolorifico in polvere, dico, per stemperare il mio terrore, che sa di cioccolato. «No», mi corregge severo, e capisco che pensa «questo vecchio rincoglionito...». Benevolo aggiunge: «Sa di cappuccino». Uno che corregge la gente che sta crepando sul sapore dell' intruglio sa di certo il fatto suo e mi tranquillizzo.

 

Arriva la cardiologa, la quale mi parla con serenità, mi spiega che cosa è capitato, un bell' infarto, e intanto convocano chi in quel momento e ancor oggi mi appare come un' arcangelessa. Lascio perdere i particolari tecnici. Attraverso un pertugio del mio braccio destro spedisce non so cosa dentro un' arteria e da lì nel muscolo cardiaco. Non va bene, ho arterie troppo contorte. Si passa all' altro braccio.

lech walesa

Mi parla, mi chiede di descrivere il dolore. È una bestia che mi attraversa con la lingua in fiamme il petto. Non resisto.

 

Poi invece resisto. Dev' essere la certezza che o così o si muore. Quindi, nella distensione dopo questo trapanamento durato un' ora, racconta di essere di Gdynia, di aver operato allo stesso modo e alla stessa arteria Lech Walesa al San Raffaele. Mi ricordavo! Dieci anni fa!

 

E lungi dal crepare sotto i ferri, rompe ancora le scatole in Polonia. Allora la sfagiolerò pure io. Dopo qualche giorno, sempre lei, la dottoressa Renata Rogalska, polacca, 42 anni, due gemellini nati da poco, rifarà la stessa cosa, ricostruendo altre due arterie scassate, scolpisce, contempla, vorrebbe dare un altro colpetto forse, ma si ferma: «Meglio che non sia perfetta, mai cedere all' estetismo».

 

Ma com' è strana la vicinanza alla morte. In questa occasione, giusto ieri, sento un fuoco nel petto, un' oppressione che non ce la faccio proprio. Penso: meglio morire, ma basta.

Lei serafica: «Su, descriva il dolore». Io dico: «La bestia è in mezzo al petto, mi stritola, ora è salita al mento, perché, sa, io non ho il collo». Risate. Ma come, crepo, e questa ride, e ride pure l' infermiere. Ma sì, rido pure io. Patire l' inferno e ridere.

 

DIGNITÀ

Quanta umanità e che livello di professionalità ho sperimentato. Penso: piccolo ospedale, domenica d' agosto, che razza di splendore è la sanità lombarda. In unità coronarica eravamo in sei. Ci separano le tende. Uomini e donne. La privacy non può esistere comunque. Ma il pudore regge. Non è violato, perché la sofferenza crea un alone di dignità che se ne frega delle padelle e dei pappagalli.

 

 Che magnifiche persone gli infermieri e le infermiere, quanta pazienza. Ho capito quello che mi spiegò un giorno una loro collega: «Tu non stai toccando un corpo, ma un' anima». È il segreto del pudore e del rispetto. Spero di averlo imparato. Anche se ciascuno di noi sei lì dentro, terapia intensiva, pensava: sono io quello che sta peggio e rischia di più? Ma certo trasferiscono al reparto "normale" tutti ma non me...

 

Poi eccomi anch' io in cardiologia. Stanza a due letti. Il mio collega di stanza è un signore di 48 anni. È il beniamino dell' ospedale. Ci vive, in pratica. Ha fatto - dice - dieci infarti.

stress infarto 3

Ha perso ogni suo avere, non ha nessuno, anche la sua fidanzata vivace come lui "on the road", dice con un certo gusto romantico. Il comune coi suoi servizi sociali non gli trova un alloggio, è invalido all' 80 per cento. E così siccome non hanno 400 euro per un monolocale al mese, vorrebbero spedirlo in dormitorio a Milano: ma finir lì vuol dire essere derubati, perdere qualsiasi speranza.

 

E così lo accolgono negli ospedali, come ricordo in certi film degli anni '50. Il costo per l' erario è infinitamente più alto, ma non è un falsario: dieci infarti, qualche acciacco si trova sempre. In reparto aiuta tutti, raccoglie le confidenze. E mi dice pure la sua. Ha il reddito di cittadinanza più una pensione di invalidità. Qual è il problema?- mi dice mettendomi in mano la tessera gialla che consente le elargizioni. Che i soldi del reddito di cittadinanza non riesce a spenderli. Infatti si possono usare solo per il mangiare, i vestiti, le scarpe. E la Caritas e le varie beneficienze forniscono cibo e vestiario. La cosa buona, dice sfoggiando un modello fantastico di iPhone, è che però si possono spendere in cellulare e telefono. Ma non è che se ne compra uno al mese...

 

Per recuperare soldi, lui come tanti "on the road", fanno la spesa al supermercato per due-trecento euro e poi rivendono a metà prezzo la merce.

INFARTO

Ferragosto con l' infarto poteva essere meno interessante di così.

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)