netflix soldi

NON FACCIAMOCI PIÙ INFINOCCHIARE DAI COLOSSI DEL WEB! – NETFLIX FA “PACE” CON IL FISCO ITALIANO E SGANCIA 56 MILIONI DI EURO: NON È UN REGALO, SI TRATTA DELLE TASSE EVASE NEGLI ANNI 2015-2019. NON AVENDO UNA STRUTTURA AZIENDALE NEL NOSTRO PAESE, MA SOLO IN OLANDA, IL GIGANTE DELLO STREAMING POTEVA SBATTERSENE ALLEGRAMENTE DELLE TASSE. MA A INCASTRARLO SONO STATI IL MILIONE DI ABBONATI ALLA PIATTAFORMA NEL 2019 (ORA SONO PIU DI CINQUE) E I 350 SERVER NEL NOSTRO PAESE...

Luca Fazzo per “il Giornale”

 

AD NETFLIX REED HASTINGS

«La stabile organizzazione occulta di una società estera completamente priva di personale e caratterizzata esclusivamente da una struttura tecnologica avanzata»: non è la affascinante trama di una nuova serie di Netflix, ma la realtà che secondo la Procura di Milano ha consentito proprio a Netflix di accumulare per anni profitti in Italia senza versare un solo euro di tasse nel nostro paese.

 

Grazie a trecentocinquanta server sparsi per la Penisola sulle reti telefoniche, il segnale in streaming dei film del colosso americano arrivano in altissima qualità nelle case degli italiani: ma fino all'altroieri per il fisco italiano era come se Netflix non esistesse.

netflix

 

Adesso è pace fatta, o quasi. Il colosso si impegna a versare una robusta multa - oltre cinquantacinque milioni di euro - all'Agenzia delle entrate, e soprattutto a impiantare sul nostro territorio una struttura aziendale a tutti gli effetti. Dal gennaio scorso ad incassare i proventi degli abbonamenti italiani non è più la Netflix International BV con sede in Olanda ma la Netflix Italy srl, che qui pagherà le tasse relative.

FABIO DE PASQUALE

 

Tutto nasce dall'inchiesta della Procura di Milano: «il primo caso in ambito mondiale», spiega ieri il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, capo del pool sui reati economici internazionali, in cui si riesce a chiudere il cerchio intorno a queste società «fluide» della digital economy.

 

Quando l'inchiesta venne alla luce, nel 2019, negli accertamenti della Guardia di finanza gli abbonamenti italiani a Netflix assommavano a circa un milione e mezzo. Lo scorso 6 maggio, quando l'azienda ha diramato il suo ultimo conteggio, il totale delle utenze aveva superato i cinque milioni.

 

netflix

Una crescita esponenziale (anche se ultimamente rallentata dall'ingresso in campo di altre piattaforme rivali) che la dice lunga sulla quantità di liquidi messi in circolazione dalla passione incontenibile per serie e film dal divano di casa. E fa sì che alle tariffe attuali a Netflix basteranno gli incassi italiani di un mese per saldare il conto con l'Agenzia delle entrate.

 

«Siamo soddisfatti - dichiara ieri un portavoce di Netflix - di aver posto fine a questa vicenda, che ha riguardato gli anni fiscali 2015-2019. Abbiamo mantenuto un dialogo ed una collaborazione costanti con le autorità italiane e continuiamo a credere di aver agito nel pieno rispetto delle norme italiane e internazionali applicabili al caso di specie».

marcello viola si insedia come procuratore di milano 5

 

La Procura di Milano, guidata dal nuovo capo Marcello Viola, resta di diverso avviso.

Sia perché la svolta accettata da Netflix è la riprova che il vecchio sistema non era del tutto rispettoso delle «norme italiane e internazionali», sia perché resta aperta l'indagine penale, che vede indagati per omessa denuncia dei redditi alcuni manager della società.

 

Si tratta esclusivamente di manager stranieri, individuati dalle «fiamme gialle» milanesi come amministratori della Netflix olandese agli inizi dell'inchiesta. Ma è verosimile che con l'accordo sul fronte delle tasse anche l'indagine giudiziaria possa arrivare a conclusione senza troppi danni.

 

REED HASTINGS NETFLIX

Rispetto alle altre inchieste della Procura milanese sui giganti della economia digitale, l'indagine su Netflix era una novità assoluta: mentre Google, Facebook e gli altri colossi avevano in Italia una struttura fisica, dipendenti e dirigenti, eppure erano sconosciuti al fisco, la piattaforma di streaming aveva come unica presenza italiana la tecnologia, i server, le infrastrutture.

 

Per questo è stato tanto difficoltoso quanto importante inquadrare giuridicamente il Content delivery network attraverso cui arrivava nelle case il segnale di Netflix, e dimostrare che - anche senza un solo impiegato in Italia - anch' essa era di fatto una azienda italiana.

PIGIAMA E NETFLIX

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…