coronavirus - paziente in terapia intensiva con il respiratore

NON HO L’ETÀ. E INVECE SÌ – CARI GIOVANI, SE SIETE ANCORA CONVINTI CHE IL COVID COLPISCA SOLO GLI ANZIANI VI CONVIENE LEGGERE LE NOTIZIE CHE ARRIVANO DALLE TERAPIE INTENSIVE DI ROMA E MILANO: L’ETÀ DEI RICOVERATI È CALATA E, SE È VERO CHE LE PATOLOGIE PREGRESSE INCIDONO NELL'AGGRAVAMENTO DEI SINTOMI, PUÒ CAPITARE CHE FINISCA INTUBATO ANCHE CHI HA UNO STATO DI SALUTE SENZA PARTICOLARI CRITICITÀ – NEI GIOVANI A INCIDERE PARE SIA SOPRATTUTTO IL…

Graziella Melina per “il Messaggero”

 

coronavirus ospedale

Il Sars Cov 2 non sceglie l' ospite in base all' età. E se anche la quota degli asintomatici continua a essere prevalente, in terapia intensiva ci finiscono sia giovani che anziani. È ancora troppo presto per capire se i nuovi malati abbiano grosse differenze rispetto a quelli che sono riusciti a guarire, ma per i rianimatori di sicuro l' età dei più gravi oggi si è abbassata.

 

«Quelli che arrivano da noi - spiega Massimo Antonelli, direttore del dipartimento di Anestesia e rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma e componente del Cts - sono tutti pazienti che hanno una gravità sostanzialmente identica a quella che vedevamo nei mesi di marzo e aprile. Il virus è lo stesso e lo stesso è il modo con cui colpisce. C' è forse una differenza nel fatto che l' età media è un po' più bassa. Prima vedevamo prevalentemente malati che avevano un' età più avanzata, quelli che noi definiamo più fragili, cioè tra i 65 e gli 85 anni. L' età mediana allora era di 62 anni. Adesso ci ritroviamo oltre a pazienti anziani, anche un folto gruppo di più giovani, tra i 40 e i 70 anni».

 

terapia intensiva coronavirus 1

Se è vero che le patologie pregresse incidono come prima nell' aggravamento dei sintomi, a volte però può capitare che finisca intubato anche chi ha uno stato di salute senza particolari criticità.

«In alcuni casi non ci sono le patologie pregresse a determinare l' aggravamento - precisa Antonelli - sono persone che stanno apparentemente bene, in altri casi si riscontrano quelle concomitanze che abbiamo osservato anche in passato, per esempio pazienti ipertesi, o spesso diabetici».

 

terapia intensiva coronavirus

La precocità della presa in carico può fare la differenza. «Nei casi più gravi abbiamo notato che, iniziando prontamente con la terapia, abbiamo una risposta che consente di poter avere una durata un po' più breve del decorso, i pazienti cioè riescono a risolvere prima il quadro clinico. Però, in molti altri casi, il miglioramento avviene dopo un periodo di tempo abbastanza lungo, qualche volta 20 giorni».

 

SITUAZIONE PESANTE La situazione nelle terapie intensive comincia a diventare pesante ovunque. In Lombardia dal 20 di febbraio a fine giugno sono stati ricoverati 4600 malati in rianimazione covid. Giacomo Grasselli, responsabile della terapia intensiva adulti del Policlinico di Milano e membro del coordinamento delle terapie intensive della Lombardia, di nuovi casi ne vede arrivare parecchi. E ora teme che la situazione possa diventare davvero insostenibile. «Da noi i malati giovani ci sono stati anche prima.

Abbiamo avuto anche trentenni.

 

terapie intensive

Adesso di sicuro c' è qualche giovane in più, tantissimi 40enni e 50enni, ma anche 60 e 70enni».

Le caratteristiche di chi finisce in terapia intensiva Grasselli le aveva già osservate e classificate in alcuni studi pubblicati sulle riviste Jama e Lancet. «Il 70 per cento dei malati - spiega - aveva almeno una comorbidità, la maggior parte erano ipertesi, o avevano malattie concomitanti croniche che certamente aumentano il rischio di forme gravi della malattia, come per tutte le patologie.

 

coronavirus terapia intensiva

Nei giovani, invece, quello che si osserva anche con i casi gravi dell' influenza oltre che con il Covid è che molti sono in sovrappeso. E proprio per questo spesso acquisiscono una forma grave dell' infezione».

Che l' età dei pazienti in terapia intensiva sia scesa lo conferma anche Alessandro Vergallo, presidente dell' Aaroi-Emac, l' Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica (Aaroi-Emac). «Abbiamo assistito ad un abbassamento di poco meno di 10 anni - sottolinea - ma il dato è poco significativo sotto il profilo dell' andamento dell' infezione, perché la forbice anagrafica è estremamente ampia e va dai 30 ai 90 anni».

 

coronavirus terapia intensiva

GIORNI DECISIVI Tutta la partita però si gioca ora sulla capacità del sistema di prendersi cura dei pazienti.

«All' inizio, nelle regioni del Nord, i malati arrivavano al Pronto soccorso in condizioni disperate e venivano intubati di corsa. Oggi, la precocità della diagnosi consente quantomeno di affrontare i casi in modo più tempestivo. Ma per continuare a farlo, servono subito nuovi posti letto, ma soprattutto medici specialisti».

terapia intensiva coronavirusterapia intensiva coronavirus 2terapia intensiva coronavirus 1terapia intensiva

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)