stefania craxi

"PAPÀ MI DISSE: “UNA CRAXI NON PIANGE” -  LA FIGLIA STEFANIA RACCONTA LA SUA VITA CON L’EX PREMIER SOCIALISTA BETTINO CRAXI MORTO IN ESILIO IN TUNISIA - QUANDO, POCO PIÙ CHE VENTENNE, LEI ANDO’ DA BETTINO PER COMUNICARGLI CHE AVEVA DECISO DI SEPARARSI, GLI DISSE: “A UN CERTO PUNTO ABBIAMO CAPITO CHE NON AVEVAMO PIÙ NIENTE DA DIRCI”: E LUI: “DI SOLITO, QUANDO UNA MOGLIE NON HA PIÙ NULLA DA DIRE AL MARITO, VUOL DIRE CHE HA TROVATO QUALCOSA DI CUI PARLARE CON UN ALTRO” – L’INCONTRO CON REAGAN, IL RAPPORTO CON ANDREOTTI, TANGENTOPOLI, IL PROCESSO-LAMPO, LA CONDANNA CON I GIUDICI CHE AMMETTONO COME L'IMPUTATO...

Marcello Sorgi per la Stampa - Estratti

 

stefania bettino craxi cover

E papà mi disse: “Una Craxi non piange”. La tragedia del leader vista dalla figlia Stefania

«Sono nata in una famiglia politica», scrive Stefania Craxi all’inizio del suo libro All’ombra della storia (Piemme), in cui l’ombra è quella imponente del papà, Bettino.

 

 

(...)

 

 

Nel racconto dell’autrice, ci sono esempi significativi dell’una e dell’altra cosa. Come quando, appunto, poco più che ventenne, Stefania va dal padre per comunicargli che il suo matrimonio è in crisi e ha deciso di separarsi. Prende appuntamento, dato che non è facile trovare il tempo per un colloquio privato nell’agenda del presidente del Consiglio. Cerca di fargli un resoconto essenziale, ma completo: «A un certo punto abbiamo capito che non avevamo più niente da dirci».

 

famiglia craxi

«Di solito, quando una moglie non ha più nulla da dire al marito, vuol dire che ha trovato qualcosa di cui parlare con un altro», replica Craxi svelto, sferzante, dimostrando di aver colto in quelle parole la vera ragione della separazione coniugale.

 

Oppure come quando, in viaggio ufficiale negli Stati Uniti, si trova inserita dalla burocrazia del cerimoniale nei soliti appuntamenti riservati alle first lady, tipo visite ai musei o tè con pasticcini con le altre signore. Lei, testarda, pretende di seguire il padre negli incontri politici. Il prefetto che segue il programma della visita resiste, timoroso di trovarsi di fronte al “no” degli Americani, rigidi in fatto di orari e format degli impegni. Ma a sorpresa Craxi, coinvolto nel problema, se ne esce con: «Che fastidio può dare?».

 

stefania bettino craxi

Così Stefania si ritrova faccia a faccia con Reagan, che il giorno dopo, in un “bilaterale occasionale”, come dicono i diplomatici, cioè in una conversazione finto-casuale con la mano appoggiata allo stipite della porta, darà una mano a Bettino a piazzare l’Italia a un vertice mondiale, superando resistenze anche di partner amici. Irresistibile è poi la descrizione del rapporto tra il premier e il suo ministro degli Esteri, cioè di Craxi e dello stesso Andreotti da lui ammonito con la famosa avvertenza che «tutte le volpi finiscono in pellicceria».

 

Si ritrovano nello stesso governo e in qualche modo si adattano l’uno all’altro, «io che al fondo sono un burocrate e amo leggere i dossier dalla prima all’ultima riga», dice il ministro, e lui, il premier che è già stufo dopo una pagina.

 

Ma Craxi è il capo di una famiglia politica, i socialisti “autonomisti”, non sottomessi né alla Dc, maggior alleato di governo, né tantomeno ai comunisti, i cosiddetti “cugini” a cui poco in realtà li unisce. I rapporti tra Psi e Pci sono pessimi perché diversi sono i valori e i rapporti internazionali, a partire dal socialismo reale e sovietico di Mosca che Craxi - che andrà a festeggiare sulle macerie del Muro di Berlino - percepisce oppressivo, e da cui i comunisti faticano a staccarsi del tutto. Agli occhi di Stefania questa differenza diventerà evidente e decisiva quando la stella del padre comincerà a scendere, investita dal ciclone di Tangentopoli e dell’inchiesta del pool di magistrati di Mani pulite; che, guarda caso, salva quasi il Pci e il suo erede Pds.

Bettino Craxi Raul Gardini Carlo Sama

 

In pochi mesi l’uomo che negli anni del suo governo, 1983-‘87, era stato il più potente del Paese, diventa, come lui stesso dice con amarezza di sé «l’unico criminale d’Italia».

 

Anche Andreotti è assolto dalle accuse di mafia. Solo per Craxi si sbriga in due anni un processo-lampo, dal primo grado alla Cassazione, per imprimergli una condanna definitiva a cinque anni. Nella sentenza, i giudici ammettono che l’imputato, come aveva fatto in Parlamento, nel silenzio di tutti gli altri colleghi “complici”, ha solo cercato di ristabilire la verità:

ronald reagan bettino craxi

 

«Si può dare atto a Craxi che in questo processo non è risultato né che abbia sollecitato contributi al suo partito né che li abbia ricevuti a sue mani», ma questo, aggiungono, ha solo “valore estetico”, non rileva da un punto di vista penale. La beffa e la condanna.

 

La condanna e l’esilio, perché l’imputato, a quel punto, il 5 maggio 1994, lascerà l’Italia per andare a vivere gli ultimi anni ad Hammamet, dove la sua famiglia aveva una casa al mare e dove adesso è sepolto.

 

ronald reagan bettino craxi

È in questa tragedia, personale e politica, in questa ingiustizia che fa di Craxi il capro espiatorio di un sistema di finanziamento dei partiti noto a tutti, che Stefania - oggi presidente delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato - trova le ragioni della sua “seconda vita”.

 

Nel tentativo, che può dirsi riuscito, a 25 anni dalla scomparsa di Bettino, di ricostruire l’immagine storica del padre, con i suoi meriti e i suoi limiti, non in modo apologetico, e di ridare una prospettiva all’idea socialista. Un lavoro lungo, difficile, tutto in salita. In cui è legittimo avere qualche momento di disperazione. Una sera, Craxi è ormai alla fine, quando da Hammamet chiama la figlia e capisce che sta piangendo ma non vuol farsene accorgere: «Una Craxi non piange!», è l’ultimo ruggito del vecchio leone.

bettino craxi ronald reagan ronald reagan bettino craxibettino craxi ad hammametgianni de michelis stefania craxi CRAXI ANDREOTTIBETTINO CRAXIcraxi luca josibettino craxi e la moglie anna stefania craxi a in ondaCRAXI BERLUSCONIPAOLO PILLITTERI BETTINO CRAXI

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...