
IL PECCATO ORIGINALE DEI DAZI DI TRUMP: SI BASANO SU CALCOLI SBAGLIATI – LA CLAMOROSA SCOPERTA DELL’ECONOMISTA BRETT NEIMAN, EX FUNZIONARIO DEL TESORO CON BIDEN, AUTORE DI UNO STUDIO CITATO COME ISPIRAZIONE PER LE TARIFFE DEL TYCOON: “SI SONO SBAGLIATI, DI GROSSO: SECONDO LE NOSTRE STIME I DAZI DOVREBBERO ESSERE MOLTO PIÙ BASSI, FORSE UN QUARTO” – ALLA BASE DELLA GUERRA COMMERCIALE DI WASHINGTON CI SONO LE TEORIE ECONOMICHE DI “RON VARA”, CHE ALTRI NON È CHE L’ANAGRAMMA DI PETER NAVARRO, IL FALCO ANTI-CINA DIVENTATO CONSIGLIERE PER IL COMMERCIO DI TRUMP (ODIATISSIMO DA MUSK, E RICAMBIATO)
L'ECONOMISTA TRUMP CITATO PER I CALCOLI SUI DAZI AFFERMA CHE IL PRESIDENTE "HA SBAGLIATO TUTTO"
Traduzione di un estratto dell’articolo di Kenneal Patterson per https://www.thedailybeast.com/
Un economista le cui ricerche sono state utilizzate dall’amministrazione Trump per giustificare i nuovi dazi globali ultra-elevati ha dichiarato che il presidente “merita una F in matematica”.
Brett Neiman, professore di economia all’Università di Chicago ed ex funzionario del Tesoro durante l’amministrazione Biden, è uno degli autori dello studio accademico su cui Trump ha basato i suoi calcoli. In un editoriale pubblicato lunedì sul New York Times, Neiman ha raccontato il suo iniziale sgomento alla notizia dell’annuncio dei dazi, quando ancora non sapeva di essere direttamente coinvolto.
«La mia prima domanda, quando la Casa Bianca ha svelato il suo regime tariffario, è stata: ma come diamine hanno fatto a calcolare tassi così elevati?»
DONALD TRUMP CON IL CARTELLONE DEI DAZI
La risposta, ha raccontato, è arrivata il giorno dopo — e in modo del tutto inaspettato.
«L’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti ha pubblicato la sua metodologia e ha citato uno studio accademico firmato da quattro economisti, incluso il sottoscritto, apparentemente a sostegno dei loro numeri. Ma si sono sbagliati. Di grosso.»
Neiman […] ha sottolineato che i calcoli della Casa Bianca sono “semplicemente sbagliati”: «Le nostre stime indicano che le tariffe calcolate dovrebbero essere molto più basse — forse un quarto di quelle indicate.»
Secondo Neiman, sono diversi gli errori alla base del metodo Trump. Il principale è il tentativo, definito “l’errore più grave”, di calcolare dazi “reciproci” per eliminare i disavanzi commerciali degli Stati Uniti con i partner esteri.
«È un obiettivo ragionevole? No, non lo è», ha scritto l’economista.
I disavanzi commerciali, ha spiegato, sono fenomeni normali e naturali. «Gli americani spendono più per i vestiti prodotti in Sri Lanka di quanto gli abitanti dello Sri Lanka spendano per i nostri farmaci o turbine a gas. E allora?». Non tutti i Paesi hanno le stesse risorse naturali o lo stesso livello di sviluppo, ha aggiunto. «I dati sui deficit non indicano — e tantomeno dimostrano — l’esistenza di concorrenza sleale.»
donald trump - forza dazio - immagine generata dall intelligenza artificiale
Per rafforzare la sua tesi, Neiman ha citato anche il premio Nobel Robert Solow, che una volta disse: «Ho un disavanzo cronico con il mio barbiere, che non compra nulla da me.»
In altri termini, non solo i numeri sono sbagliati, ma anche fuorvianti. […]
Anche se Trump riuscisse a eliminare i disavanzi commerciali — cosa che Neiman definisce «distruttiva» — i dazi reciproci fallirebbero comunque, ha affermato.
E anche ammettendo «per assurdo» che l’obiettivo sia valido e ignorando «le falle nella formula», ha aggiunto l’economista, «le tariffe risultanti sembrano corrette? Indovinate un po’: no, non lo sono.»
Neiman ha anche evidenziato che, pur citando il suo studio, l’amministrazione ha travisato i risultati.
«La Casa Bianca inserisce arbitrariamente un valore del 25% nella sua formula. Da dove arriva quel 25%? È legato al nostro lavoro? Non lo so», ha scritto.
DONALD TRUMP ANNUNCIA DAZI NEL 'LIBERATION DAY' - 2 APRILE 2025
L’economista ha poi lanciato un avvertimento sulle conseguenze di questi errori di calcolo: «I dazi reciproci avranno impatti enormi su lavoratori, imprese, consumatori e mercati azionari globali. Ma il documento metodologico offre un numero sorprendentemente scarso di dettagli.»
Neiman non è il primo esperto a criticare la strategia commerciale di Trump. Anche figure dell’area MAGA, come Ben Shapiro, lo hanno attaccato: ha definito i dazi «probabilmente incostituzionali» e «piuttosto folli». Shapiro ha inoltre concordato sul fatto che i calcoli di Trump siano errati e la sua visione «sbagliata».
[…] Sabato, il presidente ha scritto su Truth Social: «QUESTA È UNA RIVOLUZIONE ECONOMICA, E VINCEREMO. RESISTETE, non sarà facile, ma il risultato finale sarà storico.»
Neiman, però, non è affatto convinto.
«I dazi reciproci annunciati mercoledì porteranno i tassi medi sui dazi al livello più alto da oltre un secolo», ha scritto. «E anche se vengono presentati come una politica commerciale del “fare agli altri ciò che fanno a noi”, non sono certo calcolati secondo la regola aurea della Bibbia.»
Neiman ha concluso dicendo che, nella sua visione, la politica tariffaria e la metodologia di Trump andrebbero completamente abbandonate. Ma, in mancanza di questo, «l’amministrazione dovrebbe almeno dividere i suoi risultati per quattro».
DAZI - IL PIANO ANNUNCIATO DAGLI STATI UNITI
LA GUERRA COMMERCIALE DI TRUMP È FONDATA SULLE TEORIE DI UN ECONOMISTA IMMAGINARIO
Estratto da www.linkiesta.it
[…] Trump non ha solo giustificato le cifre dei dazi reciproci con un trucco da dilettante; ma ha preso alla lettera per anni le bugie di un anagramma, senza controllare la fonte.
Sì, la decisione di tempestare il mondo di dazi poggia su un’invenzione saggistica. Peggio: su uno scherzo dell’economista Peter Navarro che per giustificare il suo odio contro la Cina ha pensato bene di citare nei suoi libri un esperto inesistente, il signor Ron Vara, creato semplicemente rimescolando le lettere del suo cognome.
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I DAZI RECIPROCI ANNUNCIATI DA TRUMP
La notizia è stata rilanciata di nuovo dalla giornalista americana Rachel Maddow nel suo programma d’informazione serale su Msnbc: «Trump ha preso l’idea dei dazi internazionali da un memo finto, scritto da una persona finta, con una email finta».
Peter Navarro, vale la pena ricordarlo, non è un passante casuale. È laureato ad Harvard, ex professore alla University of California, ha costruito la sua carriera recente su una narrazione ossessiva: la Cina come nemico totale.
“Death by China”, pubblicato nel 2011, è un concentrato di accuse, allarmismi e frasi a effetto. Roba che Trump, nel 2016, ha naturalmente trovato irresistibile, su consiglio del genero Jared Kushner che, costretto a trovare in pochi giorni un esperto economico anti cinese, aveva guardato disperatamente qualche titolo di libri su Amazon.
Come ha raccontato nel 2017 Vanity Fair, Kushner si innamorò del titolo più apocalittico della lista, e senza pensarci su ha chiamato Navarro a bordo della campagna presidenziale. Il resto è storia. O meglio, una barzelletta travestita da strategia nazionale.
Quindi chi era Ron Vara agli occhi di Donald Trump? Un esperto economico citato per anni nei libri di Navarro, con frasi tranchant del tipo: «Solo i cinesi possono trasformare un divano in un bagno acido, una culla in un’arma letale e la batteria di un cellulare in una scheggia che trafigge il cuore».
O perle come: «Devi essere pazzo per mangiare cibo cinese». La vera ironia della nostra sorte è che Navarro non ha mai fatto mistero del suo alter ego. Quando è stato beccato, ha detto che Ron Vara è il suo «Hitchcock», un cameo personale nei suoi testi. […]
Questo perché fin dagli anni Ottanta, Trump si è mostrato infatuato dei dazi, nonostante fosse uno dei tabù di Ronald Reagan, allora presidente degli Stati Uniti. In una intervista del 1988 da Oprah Winfrey, Trump criticò le nazioni straniere per aver approfittato delle libertà commerciale degli Stati Uniti, sostenendo che una sana politica di dazi avrebbe potuto riportare il mondo in equilibrio. Un -concetto ribadito anche nel suo celebre libro “The Art of the Deal”.
Il New York Times ha dedicato a questo caso nel 2019 un articolo, spiegando che l’inganno di Navarro è stato scoperto da Tessa Morris-Suzuki, professoressa emerita della Australian National University che sul Chronicle of Higher Education ha pubblicato alcune delle sue scoperte. Morris-Suzuki «ha scoperto una dozzina di casi in cui il signor Navarro aveva citato un certo Ron Vara. Incuriosita dal fatto di non riuscire a trovare alcuna traccia di questa persona, ha presto scoperto che non esisteva».
Il quotidiano americano ha precisato che Ron Vara è comparso in almeno cinque dei tredici libri scritti da Navarro. In uno era un reduce della Guerra del Golfo, in un altro dava consigli finanziari come «Non giocare a dama in un mondo di scacchi» o «Il Drago Manifatturiero è vorace. Il Drago Coloniale è implacabile. L’Aquila Americana dorme al volante». Per un decennio, Navarro ha seminato questi aforismi a metà strada tra il Bignami e i Baci Perugina, attribuendoli al suo personaggio fittizio.
Poi, quando è arrivata l’occasione di influenzare davvero le scelte della Casa Bianca, si è ben guardato dal rivelare la verità sulle sue teorie economiche, rimanendo invece in silenzio di fronte al Congresso che lo ha condannato a quattro mesi di prigione per oltraggio.
Navarro infatti non ha collaborato in alcun modo alla Commissione parlamentare che ha indagato sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Il 19 marzo 2024, Navarro ha iniziato a scontare la pena nel carcere federale di Miami diventando così il primo alto funzionario dell’amministrazione Trump a essere incarcerato in relazione all’assalto al Campidoglio. Riassumendo: goliarda, bugiardo, condannato.
il consigliere peter navarro porta via dalla casa bianca una foto di trump con xi jinping
Dopo un curriculum del genere, Navarro avrebbe potuto ritirarsi a vita privata. E invece è tornato alla Casa Bianca con Trump come consigliere per il commercio e la manifattura […]