MAI DIRE PRIMARIE! - UNA RISATA LI SEPPELLIRÀ: LE REGOLE FARSA PER IL BALLOTTAGGIO STANNO AFFONDANDO I BERSANIANI SULLA RETE - DALL’HASHTAG “ROSYCANDO” AI FALSI BIGLIETTI AEREI DI STUMPO, AI FANTAREGOLAMENTI CON “TURNO QUADRUPLO A TARGHE ALTERNE”: GLI AUTOGOL DEI FEDELISSIMI DI CULATELLO VIAGGIANO ALLA VELOCITÀ DI UN TWEET - E PURE CARLO VERDONE IRONIZZA: “VORREI VOTARE MA NON HO IL CERTIFICATO MEDICO…”

Tiziano Toniutti per "Repubblica.it"

La Bindi sta "#Rosycando" da morire mentre si moltiplicano i regolamenti lisergici per votare al ballottaggio, ma nel weekend del primo turno Beppe Fioroni ha preso l'aereo da Fiumicino (Roma) a Ciampino (Roma) per andare in gita ai Castelli. 
Tutto succede in Rete tra social network e siti. Grande è la confusione sotto il cielo delle Primarie e nell'attesa della tornata finale il web spinge il pedale della satira al massimo, già premuto a velocità smodata nei giorni della campagna elettorale dei "fantastici cinque".

Dalle pagine Facebook dei Moderatamente Bersaniani a quelle geniali dei "Renziani x Bersani" e soprattutto dei Marxisti per Tabacci, vignette e battute hanno accompagnato milioni di italiani verso i gazebo dei democratici. E ora che il confronto si ricalibra sul duello Bersani-Renzi, nessuno risparmia nessuno tra le opposte fazioni. Mentre ormai fuori dai giochi, il caro leader Tabacci è l'unico a recepire le istanze del popolo.

E la Bindi? Che domande, sta sempre "#rosycando", uno degli hashtag più popolari su Twitter dopo l'incredibile performance allo speciale elettorale del Tg3 con tanto di "vaffa" al direttore Bianca Berlinguer.
Generatori automatici. Cosa può fare il navigatore italiano piacevolmente ossessionato dalle primarie? Oltre a godere di disegni e freddure, un passaggio tra i generatori automatici è obbligatorio. Sono un classico del web dai tempi del Polygen, che generava gustosissime e surreali edizioni di "Studio Aperto".

Sul sito Libernazione ce n'è uno in salsa primarie, che genera regolamenti fantascientifici per il secondo turno. Eccone qualcuno: "Turno quadruplo a targhe alterne, partecipazione al ballottaggio solo degli elettori con i baffi che hanno partecipato a un comizio di Rosy Bindi purché si siano confessati almeno tre volte nell'ultimo semestre, contributo di centoventi euro e dieci figurine dei calciatori".

O ancora, "Turno sestuplo a coda di gatto, iscrizione degli elettori all'ACI, partecipazione al ballottaggio solo degli elettori con i trigliceridi sotto il limite massimo che hanno partecipato al concertone del primo Maggio purché sappiano praticare il coito interrotto, contributo di quattrocentocinquanta euro e tre buoni pasto da dieci".

Chissà se Renzi troverà ispirazione tra le infinite combinazioni possibili, ma qualcuno dei regolamenti sballati sarà probabilmente meglio di quello vero.
Biglietti aerei. E sulle contestazioni possibili al regolamento, soprattutto nelle certificazioni per far votare al ballottaggio chi non ha potuto farlo al primo turno, Twitter si scatena: se il regolamento chiede all'elettore un biglietto di viaggio per dimostrare la lontanza dal seggio, ecco pronte una serie di prove documentali, con una serie di biglietti aerei (falsi, ma divertenti).

Se Fioroni era ai Castelli, Mirko Vucinic era a San Siro, mentre il responsabile dell'organizzazione del Pd Nico Stumpo era a Pechino. Dietro l'iniziativa c'è Andrea Sarubbi, deputato democratico che denuncia in questo modo la mancata possibilità di autocertificare i motivi del non voto al primo turno, in un Paese in cui per fortuna, come spiega Sarubbi, oggi si possono autocertificare tante cose.

Su Twitter c'è un altro hashtag divertente, #Pdgiustificami, con cui si invita ironicamente il partito ad allentare le regole: "Non ho votato perchè non ero di sinistra...ancora", si scrive scherzando. Ma c'è anche l'occasione per tornare alla seria realtà fuori dalla questione primarie: "#Pdgiustificami: mi davo fuoco davanti a Montecitorio perchè ho perso il lavoro".

E la Bindi? Su cosa stia facendo la pasionaria, la Rete non ha dubbi: sta #Rosycando, come indica l'hashtag su Twitter inventato dalla giornalista e blogger di Radio Popolare Marina Petrillo (@Alaska_RP). La Bindi non sembra aver preso particolarmente bene la buona affermazione di Renzi, e il web lo sottolinea con pochi affilati caratteri: "Il centrosinistra vincerà più facilmente se non ti presenti", dicono a Rosy dal social network. C'è chi sostiene che il perdere le staffe di Rosy sia il miglior endorsement possibile per Renzi. E c'è chi non ha proprio dubbi, l'atteggiamento della Bindi è quello che ci vuole per rianimare il dibattito politico in Italia: "Fatela parlare tutti i giorni", cinguetta il ferocissimo passerotto del web.

2. CARLO VERDONE: "NON VADO A VOTARE, NON HO IL CERTIFICATO MEDICO"
Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano"

Contro il fato non si combatte e così Carlo Verdone che crede ai segni astrali come alle concrete disgrazie dell'esistenza: "Oggi devo partì per la Spagna, in cielo c'è una perturbazione terribile, un fronte di nuvole e fulmini, c'ho un'angoscia tremenda, speriamo bene" ha rinunciato alle primarie del Pd. "Volevo votare, nonostante pochi giorni prima mi fossi fatto male cadendo dalla sella. Vado in garage, metto la chiave nel cruscotto e sento un botto allucinante.

Aveva ceduto il sostegno della mia Nighthawke, una gran moto, purtroppo tra le più pesanti del mondo" . La bestia gli è finita sul piede infortunato: "E tutto l'ambiente si è allagato di benzina. Ho visto l'orologio, erano le 18,30, i termini scaduti. Ero arrabbiato, ma mi sono illuso. Avrei rimediato al ballottaggio". Immerso nei problemi ricettivi: "Mannaggia, non la sento proprio, è un tipico problema di casa mia, mi sposto", Verdone ora dubita.

Non andrà più a votare?
Avrei voluto, ma leggere l'ipotesi di ricorrere all'esibizione del certificato medico, mi ha fatto cadere le braccia. Ma cos'è questa regola, cos'è?

Burocrazia?
‘Sta regoletta non mi piace, è un'idea sbagliata, estremamente discutibile. Io non sono andato a votare, perché sono caduto con la moto. Mi sono fatto male. Le pare che adesso vado dal medico, e mi faccio fare un'analisi poliziesca con gli orari di quel giorno? Ma siamo impazziti? Gli devo mostrare la gamba? Devo tirarmi giù i pantaloni? Mi è passata la voglia, temo non andrò al seggio neanche stavolta.

I due candidati al ballottaggio l'hanno sorpresa?
Né dialetticamente, né a livello iconografico. Si sono mostrati e hanno fatto e detto quel che ci si aspettava da loro. Senza sorprese o mutamenti di schema. Il segretario tutto d'un pezzo con la cravatta e lo staff del partito alle spalle. Il giovane ambizioso in maniche di camicia, senza nodi al collo, con il pensatoio al suo fianco. Uno lento, pensante, filosofo, riflessivo, calmo e rassicurante, Bersani, che rivaluta la saggezza dei vecchi e ammonisce sull'inesperienza dei giovani. L'altro che vuole rottamamare gli eterni indossatori di un'immagine logorata, il nervoso e scalpitante Renzi.

Chi le piace di più?
Non glielo dico. Di sicuro le idee di Renzi non sono tutte sbagliate e le prospettive di Bersani non sono esclusivamente rivolte all'antico. In tv, sotto la luce dei riflettori, in questa lunga sfida, ognuno dei due ha mascherato messaggio e psicologia di fondo nella maniera che credeva migliore. Uno in attacco. L'altro in difesa. Uno con i jeans. L'altro con il vestito blu. Ma non esiste solo l'immagine. Spero che la sostanza, per entrambi, abiti altrove.

Renzi e Bersani hanno ripreso a picchiarsi.
Si danno colpi bassi, ma fa parte delle regole del gioco. Succede anche tra i candidati alla Casa Bianca.

Scimmiottare le liturgie della politica americana la convince?
Certo, le Primarie suonano come un'imitazione esterofila, però l'area del Pd ha dimostrato che le cose si possono fare bene anche alla luce del sole. In un momento in cui trionfa l'antipolitica, la sfida è servita a risvegliare l'attenzione della gente. Le file dimostravano che c'era qualcuno disposto a credere in qualcosa. Non è una cattiva notizia e il Pd non è un monolite: ha tante anime.

Tutte impegnate a promettere.
La politica promette sempre. Il candidato che non si vende anche la madre non ha nessuna possibilità di successo. Quante promesse ha fatto Berlusconi? Almeno 1.500. Tutti quanti a crederci: "Ne realizzerà almeno la metà". Ci siamo fermati molto prima che si scorgesse l'ombra di un misero quarto.

In "Gallo Cedrone", il suo Armando Feroci era un cafonissimo candidato alla poltrona di Sindaco di Roma. Oggi con chi starebbe?
Allo stato attuale non parteciperebbe alle primarie. Stanzierebbe fuori da Regina Coeli con cartelli e tazebao.

Il messaggio?
Un inno all'innocenza declinato con relativa fantasia: "Fiorito libero". "Fuori Fiorito dalla galera". "Fiorito-Mito".


 

pier luigi bersani Rosi Bindi RENZI E BERSANI sagomejpeg jpegPIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZINICO STUMPOCarlo Verdone ringrazia BIANCA BERLINGUER E ROSY BINDI gallo cedronegallo cedrone

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