grillo raggi muraro

IL 2 AGOSTO SCORSO VIRGINIA RAGGI PARTECIPÒ A UNA CENA CON IL DIRETTORIO DEL MOVIMENTO 5 STELLE: TRA GLI ARGOMENTI AFFRONTATI, C’ERA IL RUOLO DI PAOLA MURARO CHE ERA SOTTO ATTACCO PER LA CONSULENZA DA OLTRE UN MILIONE DI EURO OTTENUTA DALL’AMA E PER I SUOI RAPPORTI CON GLI EX VERTICI PANZIRONI E FISCON - POSSIBILE CHE LA RAGGI NON ABBIA DETTO CHE LA MURARO ERA INDAGATA?

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

virginia raggi paola murarovirginia raggi paola muraro

Il 2 agosto scorso, mentre infuriava la polemica sul «caso Muraro», Virginia Raggi partecipò a una cena con il «direttorio» del Movimento 5 stelle. Tra gli argomenti affrontati, come fu specificato all' epoca, c' era proprio il ruolo del neoassessore all' Ambiente. Paola Muraro era infatti sotto attacco per la consulenza da oltre un milione di euro ottenuta dall' Ama, municipalizzata dei rifiuti a Roma, e soprattutto per i suoi rapporti con gli ex vertici Franco Panzironi e Giovanni Fiscon, imputati nel processo di «Mafia Capitale».

 

giovanni fiscongiovanni fiscon

Ma anche per i legami con l' ex ras dei rifiuti a Roma Manlio Cerroni, pure lui sotto processo e indagato nel nuovo filone d' inchiesta avviato dalla Procura di Roma. Ecco perché appare incredibile che Raggi non abbia informato i vertici del partito, come invece sostengono loro, che Muraro era indagata. Anche tenendo conto che Raggi avrebbe confidato a qualcuno di avere una mail che avvalora la sua versione. Ed ecco perché appare importante, per sapere chi mente, ricostruire quanto accaduto a partire dal 18 luglio.

VIRGINIA RAGGI E PAOLA MURAROVIRGINIA RAGGI E PAOLA MURARO

 

L'ISTANZA ALLA PROCURA

Quel giorno Muraro presenta una richiesta formale alla procura di Roma, come previsto dall' articolo 335 del codice di procedura penale, per conoscere la propria posizione processuale. E scopre di essere indagata per «gestione illecita di rifiuti» nel fascicolo del pubblico ministero Alberto Galanti sull' attività di Ama e delle ditte che fanno capo a Cerroni. I filoni di inchiesta sono tre, riguardano la gestione degli impianti per lo smaltimento della spazzatura, gli appalti concessi, i contratti stilati da Ama negli ultimi anni. Subito dopo Muraro informa la sindaca, che evidentemente le rinnova la propria fiducia.

 

ALEMANNO PANZIRONIALEMANNO PANZIRONI

Alle 15.30 di quel giorno in Campidoglio inizia una riunione tra Raggi e il cosiddetto «minidirettorio». Partecipano la senatrice Paola Taverna, l' eurodeputato Fabio Massimo Castaldo e il consigliere regionale del Lazio Gianluca Perilli. All' ordine del giorno c' è la discussione sulla prima riunione operativa della giunta prevista per il giorno successivo.

 

IL CAMPIDOGLIO

Nei giorni successivi il «caso Muraro» monta. Il 26 luglio l' assessore compie infatti un blitz in Ama con telecamere al seguito e arriva allo scontro diretto con il presidente Daniele Fortini, che poche ore dopo annuncia le proprie dimissioni. Si scopre che la donna è stata consulente dell' azienda per dodici anni, collaboratrice fidata di Panzironi e Fiscon.

 

SALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONISALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONI

Il 31 luglio la sindaca rinnova pubblicamente la propria fiducia all' assessore: «Sta facendo un ottimo lavoro». Entrambe, incalzate più volte sulla possibilità che Muraro sia indagata, negano categoricamente. Eppure all' interno del Campidoglio hanno già informato almeno il capo di gabinetto Carla Raineri «per decidere che cosa fare», come ammette adesso la stessa Raggi. L' indagine prosegue, viene fuori che agli atti di «Mafia Capitale» ci sono tre telefonate tra Muraro e Salvatore Buzzi, ritenuto il capo dell' organizzazione mafiosa insieme con Massimo Carminati.

 

I VERTICI A CENA

manlio cerronimanlio cerroni

Il 2 agosto viene organizzata una cena. Raggi viene accompagnata dal suo vice Daniele Frongia. Per il Movimento ci sono Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Il «caso Muraro» è l' argomento che monopolizza l' attenzione di tutti. Se davvero Raggi non ha informato gli altri dell' iscrizione nel registro degli indagati rischia di essere espulsa, visto che le regole dei 5 Stelle prevedono la trasparenza totale in materia di procedimenti giudiziari. Se invece l' ha fatto bisognerà sapere perché si è deciso di mantenere la notizia segreta.

 

Resta il fatto che il 4 agosto, Beppe Grillo, Di Battista, Di Maio, Fico, Ruocco e Sibilia lanciano un «hashtag» ed un post sul blog dello stesso Grillo «per difendere il sindaco di Roma da retroscena e notizie false sui rapporti con Virginia e assessori nel tentativo di screditare l' operato del sindaco e nella speranza (vana) di spaccarci». Il titolo scelto per «fare squadra» è eloquente: «Siamo tutti con Virginia». Difficile credere che non fossero tutti d' accordo.

Ultimi Dagoreport

meloni salvini chat fratelli d'italia

CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL GARANTE DELLA PRIVACY DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO "FRATELLI DI CHAT. STORIA SEGRETA DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI” – MA VE LI IMMAGINATE MELONI, LA RUSSA, CROSETTO, URSO CONSEGNARE VOLONTARIAMENTE IL LORO CELLULARE ALLE "TOGHE ROSSE" PER SCOVARE "L’INFAME"? - LA TALPA, INVECE, PASSANDO PER VITTIMA E DENUNCIANTE, ALLONTANA DA SE’ LA POSSIBILITÀ DI VERIFICA, COSTRINGENDO LA MAGISTRATURA A GUARDARE AL DI FUORI DEI PARLAMENTARI: QUINDI GLI STAFF, LE SEGRETERIE, I PORTAVOCE, GLI ANELLI PIÙ DEBOLI…

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?