
ESCLUSIVO! - MA QUALE BREXIT, L'ANNO DECISIVO SARÀ IL 2017: LA MERKEL NON SI RICANDIDERÀ ALLA CANCELLERIA (AL SUO POSTO LA DELFINA URSULA VON DER LEYEN), LA FRANCIA CACCERÀ HOLLANDE E VIRERÀ A DESTRA - SCARICATO DAI PADRONI TEDESCHI, LO SCHIAVO JUNCKER SI BUTTA SU PARIGI, CHE PUNTA SULLA BREXIT: VUOLE ESSERE IL NUOVO HUB FINANZIARIO EUROPEO - INVECE LA GERMANIA HA TUTTO DA PERDERE: IL SUO EXPORT IN GB VALE 90 MILIARDI L'ANNO
DAGONEWS
Grandi movimenti in Germania. Dopo la Brexit, si è spaccato il fronte Merkel-Juncker. Lei si è affrettata a predicare ''calma'' nei negoziati con Londra, lui spinge sull'uscita il prima possibile. La stampa tedesca chiede ogni giorno la testa di Juncker, convinta che la sua pessima trattativa con il Regno Unito abbia portato al pessimo (per l'Europa) risultato referendario.
ursula von der leyen e angela merkel
I tedeschi hanno poco da guadagnare e tutto da perdere dalla Brexit: l'export oltremanica vale 89 miliardi di euro, più del doppio degli acquisti di merci inglesi (38 mld). La Germania è un paese super-esportatore, oltre ogni media economica e regola europea, e per lei gli accordi di libero scambio sono una benedizione: io inondo il tuo mercato dei miei prodotti, tu non puoi mettere nessuna barriera. Da qui la furia nei confronti dell'emissario ebbro Juncker.
Da vecchio volpone democristiano, l'ex premier lussemburghese si è subito riorientato. Aggrappandosi al doppio mento di Hollande, che invece dalla Brexit guadagnerà parecchio: Parigi si è candidata a prendere il posto di Londra come hub finanziario europeo, ed è peraltro piazzata molto meglio dei vicini tedeschi: Francoforte è la morte civile, Berlino è una città troppo ''strappona'' per i gusti dei banchieri anglosassoni.
ursula von der leyen e angela merkel
Londra infatti più che un centro è una succursale di New York: gli affari più ricchi li fanno le banche americane (JpMorgan, Goldman Sachs, Merril Lynch, Citi ecc), che usano la City come avamposto in Europa. Se perdono un centro anglofono, meglio la ricca, bella e divertente Parigi che le grigie città crucche. Molti istituti si sono già informati con le agenzie immobiliari francesi, alcune hanno già prenotato o comprato palazzi interi, prima di eventuali impennate dei prezzi.
Juncker ha poi strizzato l'occhio pure a Renzi: l'ok immediato al piano-banche, l'apertura alla sospensione del bail-in (bocciata dalla Merkel), tutti segnali che il Presidente della Commissione Europea è alla ricerca di nuovi sostenitori dopo aver perso il suo supporter più pesante.
In ogni caso, è inutile preoccuparsi oggi, l'anno clou sarà il 2017, quando potrebbe esserci una vera rivoluzione negli equilibri continentali. La Francia e la Germania andranno al voto, e Dagospia può già rivelarvi una bombetta elettorale: Merkel non si ricandiderà alla Cancelleria. Angelona nostra vuole lasciare la poltrona ''imbattuta''. Al suo posto, è pronta a correre la sua delfina, Ursula Von der Leyen, attuale ministro della difesa e al governo con Angelona dal lontano 2005.
La Cancelliera sa che è in arrivo una tempesta europea e globale che potrebbe farle finire in bruttezza un eventuale quarto mandato.
ursula von der leyen e angela merkel
Prima degli scrutini tedeschi, infatti, ci saranno quelli francesi, e la situazione sarà esplosiva. Marine Le Pen è in testa a tutti i sondaggi, Hollande sarà sicuramente spazzato via (non è neanche sicuro che si ricandidi) e tra gli ex popolari (ora Republicains) è in corso uno scontro fratricida tra Juppé e Sarkozy su chi sarà il candidato che sfiderà la mal-destra Marine al ballottaggio.
Anche se di nuovo si dovesse formare una 'coalizione repubblicana' (come nel 2002 nello scontro tra Le Pen senior e Chirac) per fermare il Fronte Nazionale, le carte in tavola sono cambiate. Il nuovo presidente porterà comunque la Francia a destra, verso una linea euro-scettica e anti-globalizzazione.
L'unico vero messaggio della Brexit è infatti il rigetto totale della globalizzazione degli ultimi 25 anni. Il libero movimento di persone, merci e servizi è stato una manna per i capitalisti e per le popolazioni più povere che hanno potuto elevare il loro standard di vita, spesso passando dalla sopravvivenza al benessere. È vero, il bilancio di una politica senza barriere è positivo, perché se si sommano i patrimoni dei miliardari e l'incremento (relativo) dei poveri, il risultato ha il segno più.
Ma la cornice, in questo caso, non fa il quadro: la classe media si è impoverita ovunque in Occidente, e ha perso il suo ruolo centrale nella società. Soprattutto nelle aree non urbane. Questo è un dato di fatto incontrovertibile, che nessun buonismo o giusto principio di accoglienza può negare. Le popolazioni europee, quando gli viene data la scelta, votano contro globalizzazione, immigrazione, libero scambio.
Lo hanno fatto in Inghilterra, potrebbero farlo in America a novembre, lo faranno sicuramente in Francia. In Germania forse non ancora, il suo bullismo economico ha dato frutti e la gran parte dei tedeschi non soffre la crisi economica. Ma soffre l'arrivo di più di un milione di immigrati in pochi mesi, e il prossimo candidato cristiano-democratico rischierà di fare la fine di Cameron: per dare qualche biscottino ''populista'' ai suoi elettori ed evitare di essere superato a destra da partiti come Alternative Fur Deutschland, rischierà di finire sbranato dalle sue stesse promesse.