putin biden

“A PUTIN IMPEDIREMO DI INVADERE L’UCRAINA” – LA MINACCIA DI BIDEN A POCHI GIORNI DAL VIDEO-INCONTRO CON LO ZAR VLAD CHE TUONA CONTRO IL RAFFORZARSI DELL'ALLEANZA MILITARE FRA KIEV E LA NATO (“UNA MINACCIA ESISTENZIALE PER LA RUSSIA”) E CHIEDE “GARANZIE LEGALI” CHE L'ALLEANZA ATLANTICA SMETTA DI ESPANDERSI VERSO EST – SUL TAVOLO ANCHE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE IRANIANO, L’AFGHANISTAN E...

ANNA GUAITA per il Messaggero

 

putin biden

Nel 1994, in un carteggio segreto, Bill Clinton promise al collega sovietico Boris Yeltsin che ogni avanzamento della Nato sarebbe stato «lento e senza sorprese» e avrebbe contribuito a creare «un'Europa amica di Mosca». Oggi che la Nato comprende 30 Paesi e 1 miliardo di abitanti, Vladimir Putin continua a citare quella promessa sostenendo che non è stata mantenuta e che il tradimento americano gli dà il diritto di difendere i confini russi, anche ammassando 100 mila soldati a ridosso dell'Ucraina.

 

Questo è il fronte che divide la Russia dall'Europa Occidentale, e che negli ultimi mesi è tornato a diventare rovente, quasi quanto lo fu nel 2014 quando Putin decise di strappare la Crimea all'Ucraina. Le accuse fra Usa e Russia sono all'ordine del giorno, e sono diventate tanto spinose, che dopo un incontro in Svezia, i due capi della diplomazia americana e russa, Antony Blinken e Sergey Lavrov, hanno dovuto constatare che non erano risolvibili al loro livello e che piuttosto richiedono un nuovo faccia a faccia fra i loro boss.

Biden Putin

 

L'APPUNTAMENTO Dunque Biden e Putin si parleranno, il 7 dicembre, quando il russo tornerà dal suo viaggio in India. E tutti e due hanno già messo sul tavolo le loro carte. Vladimir, per il quale il rafforzarsi dell'alleanza militare fra Kiev e la Nato rappresenta per la Russia «una minaccia esistenziale», chiede «garanzie legali» che l'Alleanza Atlantica smetta di espandersi verso est.

 

La Nato, che già dal 2008 ha deciso che prima o poi l'Ucraina entrerà nell'Alleanza, risponde che Mosca non può avere «il diritto di veto» sui Paesi ammessi. E da Washington il presidente Biden, che da settimane segue i rapporti dell'intelligence sull'ammassarsi di decine di migliaia di soldati russi al confine con l’Ucraina, ammonisce di aver preparato iniziative «esaurienti e significative» per rendere più difficile un'eventuale invasione.

 

CONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDEN

Blinken peraltro aveva già anticipato anche l'ipotesi di nuove drastiche sanzioni nel caso il confine venisse sfiorato dalle forze russe: «Ci sarebbero pesanti conseguenze ha detto nei giorni scorsi - Risponderemmo in maniera risoluta, anche con una gamma di misure economiche ad alto impatto che in passato ci siamo astenuti dall'adottare». Sin dal suo insediamento, undici mesi fa, Biden ha messo in chiaro di «non volere uno scontro» con Putin, ma piuttosto di mirare a mettere i rapporti con la Russia su un piano «stabile e prevedibile».

 

Lo aveva anche ribadito prima del summit bilaterale di Ginevra dello scorso giugno. Quel summit non fu un grande successo, ma sembrò avviare quel che Biden sperava: un periodo di routine, senza eccessivi scontri o sbalzi nei rapporti fra i due Paesi. Senonché, pare che Putin, vedendo Biden indebolito sia a casa che all'estero dopo l'errore del ritiro caotico dall'Afghanistan, abbia scelto la strada del confronto.

 

vladimir putin joe biden.

 I PIANI Secondo Blinken, Putin avrebbe preparato piani aggressivi contro l'Ucraina, che includono «sia tentativi di destabilizzare l'Ucraina dal suo interno sia operazioni militari su larga scala». Non c'è nessuna certezza che il presidente russo voglia davvero invadere l'ex repubblica sovietica, ma quel che è certo, ha aggiunto Blinken, è che «si è messo nelle condizioni di poterlo fare con rapidità». Martedì, Biden e Putin si parleranno via video.

 

I russi hanno anticipato che sul tavolo ci saranno anche altri temi, come il negoziato sul nucleare iraniano, su cui Usa e Russia stanno collaborando, o come i problemi umanitari in Afghanistan. Gli americani ribadiscono l'interesse di tornare a parlare della questione delle scorrerie cibernetiche e delle intromissioni russe nella macchina elettorale americana, oltre che ai diritti umani e al futuro del dissidente Alexei Navalny. Ma l'opinione dominante a Washington è che l'Ucraina prenderà la maggior parte del tempo, poiché è vista da entrambe le parti come una minaccia imminente, con potenziali ricadute militari.

joe biden vladimir putin 9

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...