AFFITTOPOLI DUE, LA VENDETTA - MOROSI, ABUSIVI E FURBETTI DEI QUARTIERI DI ROMA - ECCO LA LISTA COMPLETA DELLE CONCESSIONI MAI STIPULATE COL COMUNE E DI QUANTI NON HANNO MAI PAGATO UN EURO D'AFFITTO!

Matteo Vincenzoni e Erica Dellapasqua per “il Tempo”

 

ignazio marinoignazio marino

Abusivi e «scrocconi» tremate, la Procura sta arrivando. La lista segreta che il Campidoglio s’è tenuto stretta stretta per più di vent’anni è già nelle mani degli inquirenti che dopo lo scandalo del Circolo degli Artisti - in attività da 17 anni senza mai pagare un euro d’affitto - hanno deciso di scoperchiare tutto il vaso di "affittopoli".

 

Proprietà pubbliche concesse a privati, ad associazioni, partiti politici o sindacati, che nel tempo hanno "tradito" lo spirito delle delibere comunali che prescrivevano per quei luoghi finalità esclusivamente sociali o culturali. Cinquantasette casi irregolari già accertati, destinatari di altrettante diffide al rilascio e al pagamento degli arretrati, a cui si sommano un altro centinaio di situazioni sanate negli anni ma comunque sospette, come la singolare convivenza al civico 1 di via Bencivenga a Montesacro dell’associazione La Maggiolina (intestataria della concessione a un canone mensile di 1.200 euro) e dello Zoobar, disco-pub tra i più frequentati della zona.

 

SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNOSALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO

Un elenco che scotta, quello consegnato ai magistrati, dal quale potrebbero scaturire nuovi filoni di indagine, mentre sullo sfondo resta l’evidenza di un danno erariale - in termini di mancati incassi per il Comune - che potrebbe raggiungere cifre a nove zeri.

Le carte parlano chiaro: sono almeno 57 le "occupazioni" senza titolo per le quali ora l’Amministrazione dovrà fare la voce grossa.

 

Tra i casi più eclatanti i centri sociali legati ai gruppi di sinistra, già finiti sotto la lente della Procura. Ci sono l’Init in via della stazione Tuscolana, ex deposito convertito in discoteca a pagamento (senza tessera) con annesso servizio bar, il Rialtoccupato nel cuore del Ghetto sequestrato il mese scorso vista «l’attività imprenditoriale svolta», l’associazione Astra nell’ex Cinema di via Capraia e anche l’Angelo Mai a Caracalla, altra «attività a scopo di lucro priva di qualsivoglia autorizzazione amministrativa» come hanno scritto gli inquirenti apponendo i sigilli.

Circolo degli artisti Circolo degli artisti

 

Nessun bando pubblico, la politica era quella degli affidamenti diretti a colpi di ordinanza, strumento che ha permesso di "sistemare" la stragrande maggioranza delle occupazioni illegittime in atto oppure di temporeggiare sulle assegnazioni mai trasformate in regolari contratti d’affitto.

 

Come il caso del Circolo degli Artisti, al Mandrione, abusivo praticamente dalla nascita, e cioè da quel lontano 1998, quando l’allora primo cittadino, Francesco Rutelli, lo assegnò all’imprenditore Romano Cruciani senza che nessuno si preoccupasse poi di stipulare l’atto di concessione, che avrebbe definito anche il canone di affitto: anche questa volta la Procura - che per questa storia ha iscritto nel registro degli indagati tre persone, tra cui l’assessore alla Cultura, Giovanna Marinelli - è arrivata prima del Comune, sequestrando l’area e imponendone la restituzione all’Amministrazione.

RIALTO OCCUPATORIALTO OCCUPATO

 

Non solo soldi e incassi da capogiro senza sborsare un euro per l’affitto, però. Dove non si lucra alle spalle del Comune e dei contribuenti, si fa politica: tra i «non regolarizzati» - tanto da chiederne «il rilascio e il pagamento» degli spazi utilizzati - dalle carte della Procura spuntano l’associazione Il Segno in via Balma a Tor Tre Teste, sede del circolo territoriale di Sel, La Bottega dei Gordiani in via Venezia Giulia, un fabbricato di sei locali di circa 50 metri quadrati l’uno (importo mensile di 1.074 euro, 250 euro ciascuno) dove spuntano il circolo del Pd e quello dei Giovani dem.

 

La Bottega dei GordianiLa Bottega dei Gordiani

C’è poi il capitolo delle concessioni «regolarizzate con determine dirigenziali» ma che comunque rientrano nella lista acquisita dagli inquirenti, assegnazioni che si trascinano da più di vent’anni a canoni già ridicoli e poi calmierati in virtù delle finalità sociali o culturali.

 

Indicativo è proprio l’esempio dell’associazione La Maggiolina, che in seguito a «una domanda di regolarizzazione delle occupazioni in essere alla data del 31 dicembre 1994 di beni immobili» e nonostante un debito maturato nei confronti dell’Amministrazione di 62 milioni di lire entra in possesso dei locali nel 1997: affidamento iniziale di 6 anni, eppure di rinnovo in rinnovo la festa, specie allo Zoobar, è andata avanti fino ad oggi.

 

 

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