raggi cerroni

AH, MA NON È UNA FAKE NEWS: LA RAGGI CHIEDE AIUTO AL ‘SUPREMO’ CERRONI! IL COMUNE SOMMERSO DI RIFIUTI RICOMINCIA A MANDARLI AL RE DELLE DISCARICHE ROMANE. MA ERA LA SINDACA A DIRE IN CAMPAGNA ELETTORALE ‘NON FAREMO FAVORI AI CERRONI DI TURNO’? OH, YES. MA ALLA FINE TORNANO TUTTI DA LUI

 

 

RAGGI SU CERRONI (IN CAMPAGNA ELETTORALE): ‘NON ABBIAMO PADRINI I CERRONI DI TURNO A CUI FARE FAVORI’

 

http://www.giornalettismo.com/archives/2035449/virginia-raggi-programma-m5s-elezioni-roma-2016/

 

 

1. RIFIUTI, ORDINANZA RAGGI CONTRO L' EMERGENZA: USIAMO I TMB DI CERRONI

Mauro Evangelisti per ‘Il Messaggero

 

RAGGI RIFIUTIRAGGI RIFIUTI

La lettera della Regione, per la precisione del dipartimento che si occupa di rifiuti, è stata scritta e inviata al Comune ieri mattina. Sancisce l' emergenza rifiuti in arrivo e la necessità di prendere provvedimenti per evitarla. La penna è passata alla sindaca Virginia Raggi che in tarda serata ha firmato l' ordinanza. Con la lettera della Regione c' era il presupposto, il puntello, che consentiva di farlo.

 

L' ordinanza della Raggi indica ad Ama di portare i rifiuti nei Tmb di Colari nei quantitativi necessari ad evitare il caos, 1.200 tonnellate giornalieri. Nelle prossime ore la terza mossa: la Prefettura procederà al commissariamento di Colari (più precisamente della gestione dei rapporti con Ama).

 

Questo è il percorso che si era deciso di seguire, in un terreno tra i più scivolosi, nel super vertice di mercoledì sera, quando si erano incontrati il prefetto Paola Basilone, il sindaco Virginia Raggi, gli assessori all' Ambiente Pinuccia Montanari (Comune) e Mauro Buschini (Regione), il direttore generale dell' Ama, Stefano Bina, e il presidente dell' Anac (l' autorità nazionale anti corruzione) Raffaele Cantone. Ma senza quella lettera della Regione il piano non poteva partire.

 

RAGGI RIFIUTI ROMARAGGI RIFIUTI ROMA

Nelle puntate precedenti: un mese fa il Consiglio di Stato ha confermato una interdittiva prefettizia antimafia firmata dall' allora prefetto Pecoraro nel 2014 (e sospesa dal Tar) nei confronti di Colari, il gruppo fondato da Cerroni, proprietario degli impianti di trattamento di Malagrotta. Sulla base di quel pronunciamento, un' azienda pubblica come Ama non può pagare i servizi di Colari e dunque i due impianti di Malagrotta si bloccheranno perché il consorzio non potrà a sua volta pagare stipendi e fornitori. Senza quei due impianti, però, Roma va in emergenza (è già in crisi) perché non sa dove trattare 1.200 delle 3.000 tonnellate di indifferenziato prodotte ogni giorno.

 

IL RISCHIO

Questo problema - unito ad altri limiti strutturali del ciclo dei rifiuti a Roma e organizzativi di Ama - sta causando un rallentamento della raccolta dei rifiuti a Roma, che potrebbe però essere solo l' antipasto di una emergenza più vasta. Ecco perché mercoledì si sono mossi anche il prefetto Paola Basilone e il presidente dell' Anac Raffaele Cantone. Nei giorni scorsi l' Arpa (l' agenzia regionale per l' Ambiente) ha svolto dei controlli negli impianti di Trattamento di Roma e delle altre province.

MANLIO CERRONIMANLIO CERRONI

 

A Malagrotta ha trovato una situazione preoccupante perché i rifiuti si sono accumulati vicino agli impianti. Più correttamente: ci sono cumuli di Combustibile da rifiuti prodotto dal trattamento che Colari, a causa dell' incertezza dei pagamenti, non può portare negli impianti oltre i confini di Roma. Di questo passo salta il sistema.

 

Di qui il documento della Regione che, sulla base dei riscontri di Arpa, ha messo nero su bianco il rischio emergenza, passando la palla alla Raggi che come autorità sanitaria locale deve prendere provvedimenti. La Raggi, come fece con un atto simile nel 2014 Ignazio Marino, ha firmato l' ordinanza. Questo, però, da solo non è sufficiente, perché non risolve il problema dei pagamenti bloccati dall' intedittiva. Ecco perché nelle prossime ore è atteso il commissariamento disposto dalla Prefettura.

 

 

2. LO SPETTRO DEL CAOS SOTTO PASQUA AMA: DIPENDENTI IN STRAORDINARIO

MANLIO CERRONIMANLIO CERRONI

Lorenzo De Cicco per ‘Il Messaggero

 

IL REPORTAGE

Archiviate le teorie sul «complotto dei frigoriferi» adombrate in autunno, il Campidoglio a trazione grillina, per uscire dall' emergenza rifiuti, ha chiesto ai dipendenti degli impianti Ama di lavorare a straordinario. Obiettivo: smaltire il più in fretta possibile quella massa di immondizia che per giorni si è ritrovata con la strada sbarrata, o quasi, verso gli impianti di Manlio Cerroni.

 

In attesa di un possibile commissariamento per uscire dalla crisi, il Comune ha chiesto alla municipalizzata dei rifiuti di spremere al massimo i due impianti Tmb (che sta per «trattamento meccanico-biologico») sulla Salaria e a Rocca Cencia. Tanto che ai 100 dipendenti delle due strutture è stato chiesto di lavorare a ritmi serrati, fuori dai turni ordinari.

 

ALLARME PER LE FESTE

MANLIO CERRONIMANLIO CERRONI

Una mossa di cui si parlerà anche nel vertice convocato oggi dall' assessore all' Ambiente, Pinuccia Montanari, con i sindacati. Si discuterà, ovviamente, del nuovo piano rifiuti della giunta pentastellata, che poco piace a diverse sigle, tanto che la Cgil, con Natale Di Cola, l' ha già bollato come «irrealizzabile, considerato come è ridotta l' azienda». Ma è inevitabile che al centro della discussione finisca l' emergenza di questi giorni. Anche perché, con un occhio al calendario, è facile prevedere che la situazione possa peggiorare ancora, specie sotto Pasqua.

 

TURNI SGUARNITI

Il Campidoglio, in realtà, si è già attivato. E Ama è al lavoro per evitare che, sfruttando le feste, i turni festivi rimangano sguarniti. Ma un calo delle prestazioni, in ogni caso, ci sarà, perché al posto dei 7mila dipendenti che lavorano in media nelle giornate ordinarie, per Pasqua e Pasquetta la partecipata comunale potrà contare su meno di 2mila addetti. L' anno scorso vennero impiegati 1.850 dipendenti (1.450 operatori ecologici più 400 autisti), soprattutto nelle zone centrali per garantire la raccolta differenziata, ma anche la pulizia e lo spazzamento delle strade.

SPAZZATURA A TRASTEVERESPAZZATURA A TRASTEVERE

 

La domanda, a questo punto, è: basterà? Molto dipenderà da come verrà gestita l' emergenza di questi giorni e se ci saranno dei segnali di miglioramento prima del prossimo week-end. Nel frattempo in città il colpo d' occhio sembra essere tornato quello dei giorni più critici.

 

Difficile anche tracciare una mappa dei quartieri più bersagliati dalla crisi, considerando che di cassonetti traboccanti se ne trovano un po' ovunque. Quasi sempre paparazzati dai residenti esasperati e poi rilanciati sui social network.

 

Quadretti di degrado urbano, con variazioni su tema (sporcizia). Ecco quindi il mini-televisore catodico accanto a scatoloni e minuzzoli di carta in via Ludovico Micara, a due passi da via Leone XIII, all' Aurelio. C' è il cucinino bianco piazzato davanti ai bidoni all' angolo tra Clivo Rutario e via Vitellia, al Gianicolense, con côté di sedie tutt' intorno. E ancora: il solito materasso in piazza Francesco Cucchi, al Gianicolo; i sacconi neri di via di San Pancrazio; addirittura un divano Chesterfield in via Tito Livio, strada chic, non a caso, della Balduina.

8 monnezza a roma dal sito romafaschifo8 monnezza a roma dal sito romafaschifo

 

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…