moro fanfani montanelli mattei croce

ALBIONE, MA QUANTO SEI PERFIDA – FIN DAL 1948 UN’AGENZIA DEL GOVERNO INGLESE TRAFFICAVA CON INTELLETTUALI E GIORNALISTI ITALIANI PER ORIENTARE LA NOSTRA POLITICA – DA CROCE A MONTANELLI, GRAN NEMICO DEL PRESIDENTE DELL’ENI MATTEI, ERA LUNGO L’ELENCO DEI “CONTATTI” BRITANNICI

Simone Paliaga per “Libero Quotidiano

 

«L’Italia è l'obiettivo primario delle nostre nuove strategie propagandistiche». Quanto mai perentoria la direttiva fornita all’inizio del 1948 dall’Information Reserach Department, l’ente britannico che sovraintende alle tattiche di guerra psicologica. Da poco fondato,l’istituto con sede nei pressi di Trafalgar Square avverte l’esigenza di intervenire direttamente nella politica della penisola. L’obiettivo è di salvaguardare gli interessi di Sua Maestà nel Mediterraneo, spazio vitale per i traffici che passano da Suez.

COLONIA ITALIA DI FASANELLA E CEREGHINICOLONIA ITALIA DI FASANELLA E CEREGHINI

 

Proprio dell’ingerenza britannica sulla politica italiana tratta il saggio Colonia Italia. Giornali, radio e tv: così gli inglesi ci controllano di Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella, da oggi in libreria per Chiarelettere (pp. 484,euro 18,60). Per il secondo capitolo dell’inchiesta storica cominciata con il Golpe inglese, pubblicato sempre dalla stesso editore quattro anni fa, gli autori ricavano la gran parte delle informazioni dagli scaffali del Public Record Office di Kew Garden che raccolgono documenti desecretati di recente dall’amministrazione inglese.

 

Le carte consultate gettano una luce sinistra sulle vicende italiane a partire dalla sua unificazione. Da questo dittico viene fuori uno scenario inquietante che dovrebbe far riflettere non poco gli storici accademici: sembra che l’Italia del secondo Dopoguerra combatta non solo sul fronte della Guerra fredda. Suo malgrado, infatti, si trova coinvolta in un conflitto, talvolta anche caldo e con strascichi di sangue, contro un suo alleato da cui è considerata una nazione a sovranità limitata.

Giovanni Fasanella DSC Giovanni Fasanella DSC

 

Acquistano peso così le parole di Francesco Cossiga, riportate in esergo al volume, per cui non sarebbe improbabile che «spezzoni dei servizi dei paesi alleati abbiano potuto avere interesse a mantenere alta la tensione in Italia per tenere basso il profilo geopolitico del nostro paese».

 

FRANCESCO COSSIGA FRANCESCO COSSIGA

Al centro di Colonia Italia si trovano gli sforzi del soft power della Corona per orientare l’opinione pubblica italiana e poi la classe dirigente in direzioni a loro favorevoli. E per farlo il mezzo migliore è agire su intellettuali e giornalisti anche di grande statura intellettuale e di specchiata moralità, forse «nemmeno al corrente della fonte dei materiali che ricevevano».

 

Da Benedetto Croce a Indro Montanelli, nemico giurato di Enrico Mattei, è lunga la lista di intellettuali che l’Inghilterra considera amici. A testimoniarlo bastano queste righe di un dispaccio inedito di sir Ashley Clarke: «Se al dipartimento informativo dell’ambasciata viene chiesto di dare ampio risalto a un determinato argomento, è consuetudine stabilire un contatto con giornalisti amici per enfatizzarne i punti più importanti».

 

PIAZZA FONTANAPIAZZA FONTANA

Al setaccio di Cereghino e Fasanella passano tutti gli scandali dell’Italia repubblicana. Dall’attacco di Guareschi contro De Gasperi al caso Montesi, che porta alla crisi delle Dc di De Gasperi e Piccioni, fino all’affaire Enrico Mattei e giù giù lungo tutta la strategia della tensione per arrivare ad Aldo Moro, si passa in rassegna tutta la storia italiana dal 1945 in poi. Solo che invece di complotti Cereghino e Fasanella portano alla luce la Realpolitik dei funzionari di Sua Maestà. La posta in gioco, secondo i documenti di Kew Garden, è il tentativo di indebolire tramite i media tutti gli uomini politici che non smarriscono ogni nozione di interesse nazionale.

 

AMINTORE FANFANIAMINTORE FANFANI

Corriere della Sera, La Stampa, l’agenzia Kronos erano gli organi di informazione più sensibili ad adottare prese di posizioni non invise agli inglesi. E lo si vede su una delle questioni di maggior attrito tra Roma e Londra, dal 1969 al 2011: la Libia. Quando nel settembre del 1969 Gheddafi con un colpo di stato depone l’erede filoinglese di re Idris Senussi, come conferma Giovanni Pellegrino a lungo presidente della Commissione stragi, lo fa probabilmente col sostegno dell’Italia. In gioco c’è ovviamente il petrolio libico.

 

MOROMORO

E quanto accade il 12 dicembre dello stesso anno, giorno della bomba di Piazza Fontana ma anche della chiusura delle basi aeree inglesi in Cirenaica, è forse anche un avvertimento lanciato al ministro degli Esteri Moro ben favorevole insieme a Fanfani alla politica mediterranea tricolore.

 

blair e gheddafiblair e gheddafi

Nel 1975 poi, quando Tripoli e Eni siglano un ulteriore accordo petrolifero, la situazione precipita e Londra decide di intensificare, come riporta un altro documento, «i contatti personali con giornalisti, funzionari della radio e della televisione, agenzie di stampa, esponenti del governo e via dicendo per assicurarci il sostegno dei media nel momento del bisogno».

 

Forse forse De Gasperi, Fanfani e Moro avevano visto giusto. Meglio un grande amico lontano come gli Usa che un piccolo e rancoroso amico vicino con i nostri stessi interessi geopolitici.

bocca aspesi montanellibocca aspesi montanelli

 

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen donald trump xi jinping cina unione europea stati uniti

FLASH! - COME REAGIRE ALLA TERZA GUERRA MONDIALE DI TRUMP? PIU’ CHE UNA WEB-TAX SULLE BIG TECH, PER METTERE IN GINOCCHIO IL DAZISTA DELLA CASA BIANCA, FACENDO RITORNARE DI COLPO LE ROTELLE AL LORO POSTO, SAREBBE SUFFICIENTE LA VENDITA DEL 10% DEI TITOLI DEL TESORO AMERICANO IN POSSESSO DI CINA E UNIONE EUROPEA (AL 2024 PECHINO NE DETENEVA 768 MILIARDI, MENTRE I 27 PAESI UE NE HANNO IN PANCIA OLTRE DUEMILA MILIARDI) – DI TALE MOSSA MORTALE, CONFERMATA A DAGOSPIA DA FONTI AUTOREVOLI, NE STANNO DISCUTENDO NELLA MASSIMA RISERVATEZZA GLI EMISSARI DEL DRAGONE DI XI JINPING E GLI SHERPA DEI CAPOCCIONI DI BRUXELLES (COME DICONO A QUARTICCIOLO: ‘’EXTREME EVILS, EXTREME REMEDIES…’’)

donald trump matteo salvini giuseppe conte vladimir putin

DAGOREPORT – ALLEGRIA! RICICCIA L’ALLEANZA DEGLI OPPOSTI POPULISMI: SALVINI E CONTE - SABATO SCORSO, I GEMELLI DIVERSI SI SONO RITROVATI IN PIAZZA A SBANDIERARE LE COMUNI POSIZIONI TRUMPUTINIANE CHE DESTABILIZZANO SIA LA MAGGIORANZA DI GOVERNO CHE L’OPPOSIZIONE - IL LORO RUOLO DI GUASTATORI NEI RISPETTIVI SCHIERAMENTI FA GODERE TRUMP, CHE HA PRESO DUE PICCIONI CON LA SUA FAVA: CONDIZIONA IL GOVERNO MELONI E SPACCA IL PD DI ELLY SCHLEIN – SFANCULATO BEPPE GRILLO, ANNIENTATO LO ZOCCOLO DURO PENTASTELLATO, AL POSTO DELL'ELEVATO", COME "IDEOLOGO", CONTE HA MARCO TRAVAGLIO - IL RUOLO DI CASALINO NEL SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE ANTI-RIARMO DI SABATO... - VIDEO 

giorgia meloni donald trump economia recessione dazi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI VOLERÀ FINALMENTE NEGLI STATI UNITI PER IL TANTO AGOGNATO FACCIA A FACCIA CON TRUMP: MA COSA ANDRÀ A FARE? SOPRATTUTTO: QUALE RISULTATO OTTERRÀ? -L’UNICO SPAZIO CHE OGGI HA A DISPOSIZIONE LA THATCHER DELLA GARBATELLA È IL PERIMETRO STABILITO DA KAISER URSULA CON MACRON E MERZ, CHE SI RIASSUME IN TRE PUNTI: DIALOGO, REAZIONE E DIVERSIFICAZIONE DEI MERCATI - L'EVENTUALITA' CHE, DOPO OCCHIONI E MOINE MELONIANE, IL TRUMPONE RINCULI DAL 20% A ZERO DAZI E' DA ESCLUDERE: IL TYCOON BANCAROTTIERE PERDEREBBE LA FACCIA - MA L'UNDERDOG NON PUO' TRATTARE NEMMENO UN DIMEZZAMENTO DELLE TARIFFE RECIPROCHE AL 10% PERCHE' LA NEGOZIAZIONE DEVE PASSARE PER BRUXELLES – LA DUCETTA PUÒ SOLO PROVARE A ESERCITARE UNA MORAL SUASION SUL SUO AMICO TRUMP E FARSI SCATTARE QUALCHE FOTO PER FAR ROSICARE DI INVIDIA MATTEO SALVINI - VIDEO

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…