mario draghi luigi di maio alessandro di battista

“NON ESCLUDO LA NASCITA DI UN ALTRO MOVIMENTO” – ALESSANDRO DI BATTISTA CONTINUA A STREPITARE CONTRO DRAGHI (E DI MAIO): “C’È LA NECESSITÀ DI NUOVE BATTAGLIE E C’È UN ENORME VUOTO POLITICO. NON MI SONO PENTITO DI ESSERE USCITO, ANZI. MEGLIO ISOLATI CHE IN UN INDECOROSO ASSEMBRAMENTO” - “LUIGI DI MAIO È SEMPRE STATO FAVOREVOLE A DRAGHI TANTO CHE NON PERDE OCCASIONE PER ELOGIARLO. STIMO CONTE MA NON SONO D’ACCORDO SU…”

Comunicato stampa da TPI

 

alessandro di battista a siena.

«Il primo incontro del mio tour è andato molto bene, c'era gente in attesa fuori della sala. Ho scelto Siena perché è un esempio lampante della commistione tra politica e finanza. Molte persone sono preoccupate per il governo perché ritengono sia pericolosissimo che non vi siano voci in dissenso. Poi c'è chi vorrebbe che io costruissi un altro movimento politico.

 

mario draghi luigi di maio

C’è la necessità di nuove battaglie e di costruire le fondamenta per qualcosa di concreto. Se poi dovessero essere solide, quelle fondamenta, allora potremo costruire qualcos’altro.

 

di maio di battista funerali di gianroberto casaleggio 8

Non escludo la nascita di un altro movimento. Non mi interessa la mia personale battaglia, ma la collettività. Una forza politica potrebbe avere successo soltanto a fronte di una richiesta collettiva. Capirò con il tour se esiste questa domanda. Sicuramente c’è un enorme vuoto politico. Ma ci vuole molto tempo. Casaleggio ci mise 5 anni a creare il Movimento.

 

DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

Alcuni esponenti attuali del M5S mi hanno scritto: “Che bello, finalmente un po’ di aria fresca”. Mi sento in sintonia con Tomaso Montanari, Alberto Negri e, soprattutto, Marco Travaglio. Davide Casaleggio è un amico, lo stimo. Mi trovo in sintonia con lui sulla democrazia diretta. Ma è prematuro dire se sarà dei "miei".

 

DI MAIO DRAGHI

Il fatto stesso che se ne sia andato dal M5s mi pare un segnale che si sia sentito tradito. Lui vuole proseguire il sogno del padre Gianroberto, quello della democrazia diretta, che poi è anche il mio sogno.

 

sergei lavrov luigi di maio

Non mi sono pentito di essere uscito dal M5s, anzi. Nonostante molti mi chiedano di rientrare. Ho rifiutato molte volte esperienze di governo per ragioni di coerenza, quindi ora meno che mai. Oggi non vedo alcun alleato politico con cui ragionare su un’alleanza. Meglio isolati che in un indecoroso assembramento.

 

alessandro di battista a siena3

Anche io credo che far parte del governo Draghi sia stato un tradimento da parte dei miei ex colleghi del Movimento. Perché, ad esempio, il Sì degli iscritti al Movimento affinché nascesse il governo era legato in larga parte al tema della transizione ecologica.

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

 

Cosa rimane di quella promessa? Nulla. I dirigenti del Movimento dovrebbero fare un recall per verificare se gli iscritti M5S, a distanza di mesi, siano ancora a favore. Luigi Di Maio è sempre stato favorevole, tanto che non perde occasione per elogiare Draghi. Conte ha aperto a Draghi per la corsa al Quirinale? Stimare una persona non significa essere d’accordo con lui. Non si può ancora dire se la cura Conte ha fatto bene al Movimento».

 

alessandro di battista e francesca bria

"Oggi l’emergenza numero uno nel Paese è una tregua nella guerra tra poveri. Una guerra oggi voluta dall’establishment. Il ddl Zan non è una priorità. Per me oggi sono prioritari i diritti economici e sociali, ma avrei votato sì. I cori da stadio sono stato vergognosi. 

Dopodiché vorrei far notare che quelle stesse fazioni sono le stesse che 12 ore dopo applaudivano, insieme, per l’approvazione bipartisan della legge finanziaria con annesso il ritorno alla Fornero. Oggi lo Stato è completamente assente, perché il governo è a immagine e somiglianza di Confindustria. L'opposizione? Banalmente non esiste: tranne qualche ex del Movimento, nessuno la fa, ancor meno la Meloni, che su Draghi ha la stessa linea di Salvini e di Letta. Dubito che eleggeranno Draghi al Quirinale".

enrico letta

 

Così Alessandro Di Battista, ex deputato M5s e ora fuoriuscito dal Movimento, in un'anteprima dell'intervista pubblicata sul nuovo numero del settimanale di The Post Internazionale - TPI, in edicola da venerdì 05 novembre, diretto da Giulio Gambino

alessandro di battistaluigi di maio

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…