alessandro di battista

INDOSSATE L’ELMETTO: STA PER TORNARE ALESSANDRO DI BATTISTA! “SE DOPO LE EUROPEE SALTASSE IL GOVERNO, MI RICANDIDEREI. MA NON COME CAPO POLITICO, C’È GIÀ DI MAIO - IO SINDACO DI ROMA? NO, NON SONO ALL’ALTEZZA. IL CASO SIRI? COME HA DETTO CONTE SI DEVE DIMETTERE NON PER L'INDAGINE, MA PER AVER USATO IL SUO INCARICO PUBBLICO PER INTERESSI PERSONALI. UNA VOLTA ANDAI IN UN RISTORANTE DEI PARIOLI E LÌ C’ERANO ZANDA, SCALFARI E ALTRI CHE…”

alessandro di battista

Comunicato stampa da NOVE - Accordi e disaccordi

 

"Se dopo le elezioni europee, dovesse saltare questo governo, mi ricandiderei". Alessandro Di Battista potrebbe tornare a candidarsi alle prossime politiche. L'ex deputato M5S lo afferma durante la registrazione del programma tv 'Accordi e Disaccordi' condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi, in onda stasera alle 22:45 sul Nove. “Lei alle Europee non si candida, anche perché non farebbe in tempo, però al prossimo giro politico ci sarà oppure no?”, chiede Scanzi.

ALESSANDRO DI BATTISTA

 

“Io mi auguro con tutto il cuore che le prossime politiche ci siano tra 4 anni e lì ci sarei”, risponde Di Battista. “Io non glielo auguro e nemmeno al Paese, ma se dopo le Europee salta il banco perché Salvini lo decide, di Battista torna in scia?”, insiste il giornalista. “Io non me lo auguro e non credo che avverrà anche perché questo governo, per merito dei 5 stelle, sta portando avanti cose interessanti, ma a settembre-ottobre mi ricandiderei”, ammette l'ex deputato Cinque stelle.

ALESSANDRO DI BATTISTA MEME

 

“Si ricandiderebbe come capo politico dei 5 stelle?”, domanda Luca Sommi. Di Battista rifiuta categoricamente: “No, questo no. C'è Luigi Di Maio che è capo politico”. “Spesso si dice che potrebbe candidarsi come sindaco di Roma. È plausibile o no?”, chiede ancora il conduttore. Anche su questo tema Di Battista è convinto: “No, non è plausibile. Non sono all'altezza di essere il sindaco di Roma. Virginia Raggi è stata all'altezza sempre di più”.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA

“Sul caso Siri, il punto non è giudiziario, ma politico come ha capito bene il presidente Conte”. Alessandro Di Battista durante la registrazione del programma tv 'Accordi e Disaccordi' condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi, in onda stasera sul Nove alle 22:45. “Tutti a dire: 'Ci auguriamo che Armando Siri esca pulito da questa situazione, ergo, tornerà a fare il sottosegretario'?”, chiede Sommi.

 

alessandro di battista e luigi di maio

“No, dico il mio pensiero: a me non frega niente della conclusione di questa indagine, non è questo il punto per me e onestamente l'ha colto perfettamente il presidente Conte – puntualizza l'ex parlamentare pentastellato - Il punto non è questa inchiesta". "Io auguro a tutti i cittadini di uscire puliti dalle inchieste, non so se possa essere l'unica prova contro Siri un'intercettazione tra due terzi che si dicono della mazzetta di turno - continua -, perché magari non può essere una prova sufficiente. Però – prosegue l'ex deputato M5S - il punto non è questo e l'ha colto bene il presidente del Consiglio: il punto è che il sottosegretario Siri ha utilizzato il proprio potere per piazzare degli emendamenti che erano delle marchette nei confronti di Arata, cioè - conclude -, ha utilizzato il suo incarico pubblico per un interesse personale”.

roberto fico alessandro di battista

 

Alessandro di Battista, durante la registrazione di 'Accordi e Disaccordi', il programma tv condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi, in onda stasera sul Nove alle 22:45, racconta un aneddoto risalente a quando era appena stato eletto parlamentare. Lo spunto arriva da una dichiarazione di Ciriaco De Mita che ha definito i 5 Stelle “giovanotti senza arte ... Si schianteranno”. “Posso raccontare una piccola storiella? - chiede Di Battista - Perché mi viene in mente 'giovanotti senza arte' detto da uno dell'ancien regime”.

 

alessandro di battista virginia raggi

Ecco l'aneddoto: “Qualche anno fa io ero già parlamentare, ma non ero molto conosciuto. Stavo con la mia ex fidanzata e giravamo in bicicletta nel quartiere Parioli, a Roma, e lei mi chiede di portarla in un ristorante un po' carino che non fosse la solita bettola dove preferivo andare io anche per non essere fotografato – racconta l'ex deputato M5S - Così ci fermiamo in piazza Ungheria ed entriamo in questo ristorante, che non era un cinque stelle, però un posto da 70 euro a testa. Entriamo, ci sediamo, io di spalle. Dietro di me c'era una grande tavolata già imbandita – prosegue - Dopo un po' entrano varie persone tra cui Eugenio Scalfari, Luigi Zanda e altri. Io mi sono messo dietro ad ascoltare. Ci descrivevano come dei trogloditi, degli unni, dei barbari. La tavolata intera parlava del Movimento come di ragazzotti senz'arte né parte e pericolosi per la democrazia”. 

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA