PROPOSTA INDECENTE - ALFANO OFFRE A SILVIO LA TESTA DI CICCHITTO IN CAMBIO DI QUELLE DI VERDINI E SANTADECHE’

Carlo Tarallo per Dagospia

Ora tutti zitti: Silvio Berlusconi ha deciso, si prenderà 48 ore per decidere il da farsi in perfetta solitudine. Stop alle telefonate! Le orecchie di Silvio, già belle grandi per natura, rischiano di esplodere. E così, arriva il "ritiro spirituale": da questa mattina per falchi, colombe, pitonesse, lealisti, sanniti e cata-falchetti sarà difficile anche parlare al telefono con l'ex presidente del consiglio, che vuole decidere in santa pace cosa fare (e cosa dire) sabato prossimo.

Le carte ormai sono tutte in tavola: ieri sera l'incontro con Angelino Alfano è andato male, malissimo. Le condizioni delle colombe per restare nel partito sono precise e pesanti: la vicepresidenza di Forza Italia per Angelino Alfano con deleghe importanti; la costituzione di un "ufficio per le candidature" per le prossime elezioni; la sopravvivenza del governo anche dopo la decadenza; la cacciata di Denis Verdini e Daniela Santanchè, che dovrebbero essere fatti fuori da ogni organigramma. In cambio, Alfano avrebbe offerto la "testa" di Fabrizio Cicchitto. Sarebbe l'ex socialista l'unico agnello sacrificale che gli alfaniani sono disposti a "scaricare" sull'altare dell'unità.

E Berlusconi? A quanto trapela dall'entourage di Dudù, ha ormai tutti gli elementi per valutare: terrà tutti sulle spine fino a sabato. Ma in queste ore di caos totale, anche le diverse fazioni in lotta iniziano a mostrare crepe interne. La più vistosa si è aperta del resto nel cuore stesso del "bunker" di Palazzo Grazioli, con Mariarosaria Rossi schierata con Alfano.

Lo stesso discorso vale per i sentimenti verso i "governativi": nel cerchio tragico di Palazzo Grazioli, Gaetano Quagliariello e Beatrice Lorenzin sono dati per "persi definitivamente", a differenza degli altri ministri: Alfano, Lupi, De Girolamo.

E così, viene battezzata la corrente degli "opportunisti": ne fanno parte, secondo gli addetti ai livori, indistintamente falchi e colombe. Roberto Formigoni e Fabrizio Cicchitto, ad esempio, sono visti maluccio da molti degli stessi "governativi", che li accusano di esasperare i toni per non venire travolti nel caso di un accordo; dall'altro lato, diversi "falchi" spargono veleno su Mara Carfagna e Mariastella Gelmini.

Mara, ricorda un "falco" doc che ne ricorda maliziosamente la passata vicinanza ad Alfano, Italo Bocchino e ai finiani e le considerazioni sul "privato di Berlusconi", è passata da una solenne incazzatura per l'esclusione dalla delegazione governativa al "lealismo" più spinto; la Gelmini punterebbe solo al coordinamento regionale lombardo.

Ma c'è di più. Da qualche ora, i lati sui quali potrebbe verificarsi la rottura sono diventati due. Se Berlusconi decidesse di darla vinta ad Alfano, i falchi e i lealisti, o almeno molti di loro, potrebbero essere tentati dall'addio e dalla costituzione di gruppi autonomi di opposizione.

 

 

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