ALL’ORIGINE DEL POTERE DEI LA RUSSA – “REPORT” SCODELLA UN’INCHIESTA SULLA RETE DI AFFARI E CLIENTELE POLITICHE CHE RUOTA INTORNO AL PRESIDENTE DEL SENATO – LE “PROMOZIONI” NELLE ISTITUZIONI, DAL CSM AL SENATO, DI PROFESSIONISTI E POLITICI AMICI DI ’GNAZIO, TUTTI ORIGINARI DI PATERNÒ, IL PAESINO NATALE DEI LA RUSSA: IL DENTISTA, L’EX SINDACO, LA COLLEGA DI STUDIO – MA LA TRASMISSIONE SOLLEVA SOPRATTUTTO IL CASO DELLE AVVENTURE SOCIETARIE DI LA RUSSA E DEI SUOI FAMILIARI E DEI LORO SOCI. A PARTIRE DELL’APERTURA A PATERNÒ DI UN CALL CENTER – LE “FORTUNE” DEL PADRE DI ’GNAZIO, NINO LA RUSSA
Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”
Una rete sull’asse Paternò-Milano tra clientele politiche, strani soci e affari in call center ma non solo. Una rete che ha al centro il presidente del Senato Ignazio La Russa. A ricostruirla una inchiesta di Report, che andrà in onda oggi alle 21 su Rai Tre e che inizia con le “promozioni” di professionisti e politici amici di La Russa, e tutti originari di Paternò, nelle istituzioni: dal Csm al Senato.
Alla Camera è stato eletto Francesco Cincitto che dice: «Sono il dentista di La Russa, milito in FdI da 30 anni». Poi, sempre dal cerchio magico di Paternò targato La Russa, Giuseppe Failla, ex sindaco, è stato scelto come componente della commissione paritetica della Conferenza Stato-Regione e fa parte anche della Commissione contenzioso del Senato. La collega di studio di Failla, l’avvocata Rosanna Natoli, candidata alla Camera non è stata eletta: adesso il Parlamento l’ha eletta membro laico del Csm. […]
Report ricostruisce anche le «fortune» politiche e societarie del padre del presidente del Senato, Nino La Russa, prima con il discusso finanziere che amava giocare in Borsa Michelangelo Virgillito e le sue aziende, dove investì anche Michele Sindona, e poi con l’ingegner Salvatore Ligresti.
Report intervista l’ex colonnello dei carabinieri Michele Riccio che ha raccolto le ultime confessioni di Luigi Ilardo, un collaboratore di giustizia ucciso dalla mafia, secondo il quale nel 1994 Cosa nostra in Sicilia orientale avrebbe sostenuto Nino La Russa: il presidente del Senato ha già annunciato querela per diffamazione per queste affermazioni in un video che andrà in onda durante la puntata.
Ma Report solleva soprattutto il caso delle avventure societarie di La Russa e dei suoi familiari. A partire dell’apertura a Paternò di un call center che lavora per la sanità lombarda da diversi anni. Report intervista una ex assessora della Regione Lombardia ai tempi del governatore Roberto Formigoni: Monica Rizzi. Secondo quest’ultima sarebbe stato Romano La Russa, fratello di Ignazio, che «in prima persona avrebbe spinto per l’apertura del call center».
Dice Report: «L’operazione viene gestita da Giovanni Catanzaro, che sedeva accanto a Nino La Russa nei cda di Sai e Richard Ginori ed è entrato in società con Ignazio, Vincenzo e Romano nella Idrosan». Catanzaro apre a Paternò anche un altro call center: si chiama Midica e in questa società ha una partecipazione anche Gaetano Raspagliesi, cognato di Ignazio La Russa. Oltre 300 le assunzioni.
Il call center però entra in crisi e allora arriva un imprenditore a investire: Patrizio Argenterio, che intervistato da Report sostiene di aver ricevuto un invito ad investire da Ligresti e avrebbe incontrato anche La Russa allora ministro della Difesa (siamo nel 2008). Argenterio, che finirà col patteggiare un anno per bancarotta per questa avventura, aggiunge: «Quel giorno mi dice “ah guarda noi stiamo facendo un progetto che si chiamerà “Difesa”, perché vogliamo informatizzare polizia, carabinieri, finanza equindi ve ne faremo fare un bel pezzo”».
La Russa non fa riferimento all’investimento nel call center del cognato, ma avrebbe parlato di cento milioni di investimenti della Difesa. Del progetto ministeriale non se ne farà nulla. Il giornalista Giorgio Mottola chiede all’imprenditore se questo colloquio ha avuto un ruolo nella scelta di investire 3 milioni in una azienda decotta. La risposta di Argenterio è netta: «Certo».
C’è infine un socio attuale di La Russa in una srl immobiliare con delle ombre di non poco conto. Si chiama Sergio Conti. Un imprenditore che ad un certo punto si sarebbe rivolto ad esponenti della cosca di ‘ndrangheta di Pepè Onorato per recuperare un credito. Da questa vicenda nasce un processo che dopo due condanne finisce con l’assoluzione di Conti in Cassazione: perché il reato viene riqualificato da estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza. […]
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Davanti ai microfoni di Report Conti, che ancora oggi è socio e amministratore dell’azienda di La Russa, conferma di essersi rivolto agli ‘ndranghetisti per avere i soldi indietro. Conclude Report: «È opportuno che il presidente del Senato abbia come socio un imprenditore che si è rivolto alla ndrangheta?».
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