giuliano amato

AMATO MIO! - NEL PD CRESCE L'IPOTESI GIULIANO AMATO PER IL QUIRINALE - UN NOME A CUI BERLUSCONI NON POTREBBE DIRE NO (ERA IL SUO CANDIDATO NEL 2015) - IL "DOTTOR SOTTILE" HA OTTIMI RAPPORTI CON D'ALEMA, BERSANI LO PROPOSE A RENZI NEL 2014 INSIEME AL NOME DI MATTARELLA - DI LETTA È GRANDE AMICO, ANCHE PERCHÉ VICINO A TUTTO L'ENTOURAGE PISANO DELLA SCUOLA DI SANT'ANNA, E VANTA UN BUON RAPPORTO CON LUIGI DI MAIO…

GIULIANO AMATO

Carlo Bertini per "la Stampa"

 

C'è un motivo se Enrico Letta, alla Direzione convocata in seduta comune coi gruppi Parlamentari del Pd il 13 gennaio chiederà un mandato pieno per trattare su un nome largamente condiviso per il Colle e sulla fine naturale della legislatura. E nulla più. Il segretario del Pd non sarà infatti in grado di lanciare un nome per il Quirinale, visto lo stallo delle trattative con il centrodestra. E visto che al Nazareno ormai danno per scontato che il ruolo di king maker spetterà di fatto a Silvio Berlusconi, che sta già dettando l'agenda della partita del Quirinale.

 

Giuliano Amato Enrico Letta

C'è poi il fattore governo che complica le cose: «Si tratta di vedere - dice il braccio destro di Letta in parlamento, Enrico Borghi - se questa maggioranza è in grado di assicurare la prosecuzione della legislatura ed eleggere un presidente della Repubblica». Tradotto, bisogna partire da quel perimetro e finire possibilmente con quello, per dare stabilità alla legislatura. Proprio nella speranza che quando si ritirerà il Cavaliere lanci un nome condiviso, Letta si tiene una carta di riserva, oltre a Draghi (che incontra resistenze nella sinistra di Orlando, Provenzano e Bersani e tra i 5stelle): una carta di prima grandezza che invece metterebbe d'accordo tutto il Pd, Giuliano Amato.

GIULIANO AMATO

 

Un nome di altissimo profilo, che se sostenuto da Fi, metterebbe in crisi Salvini e Meloni, che non amano il dottor Sottile, come del resto però anche i 5stelle. «I leghisti lo identificano ancora come quello del 6 per mille, che mise le mani in tasca agli italiani e i grillini come legato a Craxi e alla prima Repubblica», nota un capogruppo giallorosso, che invece voterebbe Amato e pure con entusiasmo.

 

meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

Sì perché il due volte premier e giudice costituzionale, riformista doc, piace molto alla sinistra d'ogni provenienza. Con D'Alema fece la staffetta a Palazzo Chigi nel 2000, Bersani lo propose a Renzi nel 2014 insieme al nome di Mattarella. Per non dire di Letta stesso, di cui è grande amico, anche perché vicino a tutto l'entourage pisano della Scuola di Sant' Anna. E pure tra i 5stelle, a quanto pare, non è detto che Amato incontri solo resistenze, se è vero che vanta un buon rapporto con Luigi Di Maio.

 

Quindi nel Pd si considera questa carta quasi a pari merito di quella di Draghi, favorita dalla circostanza temporale dell'elezione al vertice della Corte. Perfino papabile per un accordo con salvini, «perché con la garanzia che non si andrà a votare, il Capitano si farebbe convincere». Votare Mattarella subito Letta si sta tenendo in contatto con i suoi «alleati» Giuseppe Conte e Roberto Speranza, per non rompere il fronte. Ma la mossa dei gruppi 5stelle di lanciare il nome di Mattarella come candidato di bandiera rompe l'asse giallorosso.

 

giuliano amato

Creando più di una tentazione tra i grandi elettori del Pd a votare il presidente uscente fin dalla prima votazione, anche se l'ordine di scuderia fosse quello di votare scheda bianca per impedire che vi siano franchi tiratori pronti a votare il Cavaliere. «I 5stelle - nota Stefano Ceccanti del Pd - hanno fatto bene a dire di votare Mattarella, una mossa tattica per evitare che qualcuno di loro voti Berlusconi in funzione anti-Draghi. Se qualcuno di loro lo voterà fin dalla prima chiama, pure qualcuno di noi lo farà».

berlusconi meloni salvini toti

 

Ma c'è chi frena: «Se il nome è Mattarella, deve essere votato da tutti», si indigna Federico Fornaro, capogruppo di Leu. «Io rispetto la sua scelta di non dirsi disponibile a un bis. Detto ciò, in determinate condizioni, potrebbe tornare in campo, ma non è un nome da usare per un posizionamento».

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...