SAN PATRIGNANO: UN MESSAGGIO PER LETIZIA MORATTI - ANDREA MUCCIOLI PERDE LE STAFFE: “I RICCONI FRUSTRATI HANNO DECISO DI ESPROPRIARE LA COMUNITÀ CON UN SEMPLICE RICATTO: IL POSTO DIPENDE DAI NOSTRI SOLDI, O TE NE VAI VIA TU O NOI INTERROMPIAMO I FINANZIAMENTI” - ANDREA, DOPO L’ADDIO ALLA COMUNITA’, NON FA NOMI MA LANCIA “PIZZINI” - “HO RIFIUTATO SOLDI E FAVORI” - “I LORO DIECI SCAGNOZZI SONO UNA MANICA DI FARABUTTI…”

Agnese Ananasso per "la Repubblica"

Andrea Muccioli, figlio del fondatore di San Patrignano sceglie Facebook per togliersi i sassolini dalle scarpe. Più che sassolini dei veri macigni che forse gli pesavano da quando un anno e mezzo fa chiuse con quello che è diventato un impero, con 1.600 ragazzi ospiti e un "bilancio sociale", tra attività produttive, fondi pubblici e donazioni, che supera i 36 milioni di euro l'anno.

Muccioli junior si sfoga rispondendo a un ex-ospite di San Patrignano che attraverso il social network gli chiede perché ha mollato tutto: «I ricconi frustrati che conosci hanno deciso di espropriare la comunità con un semplice ricatto: il posto dipende dai nostri soldi, o te ne vai via tu o noi interrompiamo i finanziamenti e voi dovete chiudere nel giro di un mese. Un complotto preparato da tempo, rallentando il flusso delle donazioni per creare un bel buco e dare al momento opportuno la colpa a me». Non fa nomi Muccioli. Almeno non esplicitamente, ma quando si dimise si parlava di dissapori con la famiglia dei Moratti, Letizia e Gian Marco, principali finanziatori della comunità.

«La scusa ideale è stata la famosa casa, quella che hanno fatto vedere ai giornalisti raccontando che ero fuori di testa e mi volevo costruire una reggia, dimenticandosi che per sette anni loro erano lì, a progettarla insieme a noi, ad arredarla con i loro architetti». Muccioli si dimise ad agosto del 2011, dopo 16 anni nella comunità, fondata da Vincenzo a Coriano (Rimini) nel 1978. Il "divorzio" sembrò consensuale, sereno, per quanto si possa parlare di serenità in un posto come "Sanpa", al centro di scandali e processi per i metodi poco ortodossi utilizzati da Muccioli senior.

Oggi Andrea racconta la sua verità: «Mi sono sacrificato per provare a dare un'altra chance alla comunità. Ho rifiutato soldi e favori da parte dei ricconi, perché per avere sicurezze economiche per la mia famiglia avrei dovuto rinnegare la verità e affermare che non c'era stato nessun complotto, che loro, i padroni, erano i continuatori ideali dell'opera di mio padre, che i loro dieci scagnozzi erano il gruppo dirigente ideale per la continuazione e non la manica di farabutti che erano e che sono».

E questo spiega la sua totale uscita di scena: «Mi sono sempre sentito una persona comune. Se avessi voluto arricchirmi non avrei mai fatto la vita che ho scelto. Mi ha sorpreso l'ondata di fango che hanno creato ad arte e che mi hanno gettato addosso proprio coloro che avrebbero dovuto difendere me e quel posto» che invece «è stato tradito e insudiciato nel suo spirito, perché tradito nella verità». E la verità, spesso, fa male.

 

andrea-muccioli-letizia-gian-marco-morattimuccioli morattimuccioli a san patrignanosan patrignanoSAN PATRIGNANOmuccioli moratti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...