“AO, ANTONIO È STATO CHIARO, NUN SE DEVE VOTÀ” – SCAZZO AL CONGRESSO DI FORZA ITALIA: IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA, ROBERTO OCCHIUTO, CHIEDE DI METTERE AL VOTO LA DECISIONE SUL VICESEGRETARIO “VICARIO”, MA IL TAJANEO BARELLI SI METTE DI TRAVERSO IN ROMANACCIO – TAJANI TEME CHE DALLA POSSIBILE ACCLAMAZIONE PER OCCHIUTO POSSA NASCERE UNA CONCORRENZA INTERNA ALLA SUA LEADERSHIP (SU SPINTA DI LICIA RONZULLI). MEGLIO AVERE COME VICARIO, PER ETÀ, DEBORAH BERGAMINI, VICINA ALLA REAL CASA DI ARCORE…
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per www.lastampa.it
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Il congresso di Forza Italia è appena iniziato e già emergono i primi dissidi […]. Al termine della prima giornata congressuale si riuniscono i dirigenti di Forza Italia. Questo sabato è il giorno dell’elezione dei quattro vicesegretari - Roberto Occhiuto, Deborah Bergamini, Stefano Benigni e Alberto Cirio -, ma la partita per chi dovrà essere il “vicario” di Tajani […] è delicata.
Occhiuto, governatore della Calabria, vicino al leader ma anche alla corrente di Licia Ronzulli, nella riunione serale con i vertici del partito chiede di mettere al voto i vice: sarà “vicario” chi prenderà più voti e non […] il più anziano. […] «Il voto sarebbe un segnale di democrazia», dice agli altri. Ma in quel momento entra nella stanza il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, fedelissimo di Tajani, che nei momenti più caldi non riesce a trattenere il suo accento romano: «Ao, Antonio è stato chiaro, nun se deve vota’».
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Fabio Roscioli, tesoriere del partito e sacerdote delle regole interne, pone un dubbio sulla possibile «interpretazione» delle parole del nuovo segretario in pectore, ma Barelli sbotta: «Macché “interpretazione”, Antonio ha detto che nun se deve vota’. E basta». Stefano Benigni, uomo vicino a Marta Fascina, si acconcia alle richieste del nuovo leader: «Se Antonio non vuole, allora non si vota». Ma gli animi si scaldano.
Tajani sembra temere un’elezione per acclamazione di Occhiuto. Preoccupato, forse, che da “vicario” il governatore della Calabria possa presto trasformarsi in un competitor interno al partito, logorando la sua leadership per poi […] sfidarlo al primo serio inciampo nelle urne. Quando la riunione si chiude, sembra chiaro a tutti che non ci sarà alcun voto. La “vicaria”, per motivi anagrafici, sarà Bergamini, da sempre considerata molto vicina alla famiglia Berlusconi. E anche questo, per Tajani, è importante: ha bisogno di sentire al suo fianco Arcore […]. Ma la strada per raggiungere l’auspicabile democrazia interna sembra già piuttosto in salita.
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