
“L’ITALIA HA SEMPRE OSCILLATO PER GLI USA FRA L’ESSERE UN PROBLEMA E L’IRRILEVANZA DI UN FEDELE CONIUGE” – ARCHEO! VITTORIO ZUCCONI E I VIAGGI DEI POLITICI ITALIANI NEGLI STATES: “IL PIÙ SPASSOSO FU IL SIPARIETTO DELL’INCONTENIBILE SILVIO BERLUSCONI CHE NEL SETTEMBRE DEL 2005 SI LANCIÒ IN UN DISCORSETTO IN INGLESE MACCHERONICO DAVANTI A BUSH LODANDO LA BANDIERA AMERICANA ‘NOS ONLY SE FLAG OF A COUNTRY’. ESIBIZIONE CHE BUSH DEFINÌ ‘IN BUONISSIMO INGLESE’” – IL VIAGGIO DISPERATO DI DE GASPERI PER SALVARE L’ITALIA DALLA FAME, LE PACCHE SULLE SPALLE DI “GIUSEPPI” CONTE E LA SORPRESA PER I CONTINUI CAMBI DI GOVERNO
Estratto dell’articolo di Vittorio Zucconi per “la Repubblica” - 30 luglio 2018
Sempre un po’ incomprensibili come la politica italiana che li esprime, “amici” da trattare con cordialità d’ordinanza o con diffidenza, i presidenti del Consiglio italiani passano a Washington da settantun anni per timbrare il cartellino della “tradizionale amicizia” e ricevere l’investitura dell’America, spesso sul filo fra il dramma e la commedia.
A volte, come nel teso, gelido sbarco di Alcide De Gasperi nel gennaio del 1947 dopo un volo terribile su un quadrimotore dotato di paracadute per i passeggeri importanti, i nostri arrivano disperati per salvare l’Italia dalla fame, che allora la attanagliava tra le rovine.
Altre, come è per l’ultimo arrivato, Giuseppe Conte, approdano per ottenere una pacca sulla spalla dal leader mondiale del neo sovranismo, quel Trump che già lo ha definito a scatola chiusa, dopo un solo incontro, «a great guy », un gran tipo.
La ormai lunghissima storia di questi pellegrinaggi ufficiali al soglio dell’imperatore d’Occidente è un racconto di drammi politici avvolti nelle bugie ufficiali e negli immancabili, scontati riferimenti al contributo della “cultura italiana” alla civiltà, ma possono variare indifferentemente tra il dramma e la farsa, secondo i personaggi che occupano Palazzo Chigi e la Casa Bianca.
Il primo esploratore, quell’Alcide De Gasperi che era arrivato […] come ospite […] di un convegno sulla democrazia organizzato dalla rivista Time, riuscì a strappare un incontro con il presidente Truman e un primo pacco di aiuti urgenti per sfamare una nazione nella quale, disse lui, le riserve di cibo non superavano le 24 ore.
silvio berlusconi george w bush
Il più spassoso fu il siparietto dell’incontenibile Silvio Berlusconi che nel settembre del 2005 si lanciò in un discorsetto in inglese maccheronico davanti a Bush lodando la bandiera americana «nos only se flag of a Country» , non solo il vessillo di una nazione, ma della democrazia.
Esibizione che Bush, per essere cortese, definì, peggiorando l’effetto, «in buonissimo inglese ». Ma l’Italia […] ha sempre oscillato per gli Stati Uniti fra l’essere un problema da tenere sotto controllo con ogni mezzo palese od oscuro per impedire l’avvento di un governo comunista e l’irrilevanza di un fedele coniuge, se non vassallo, dato per scontato, con qualche bisticcio come fu lo scatto di Craxi a Sigonella sull’arresto e il trasporto del terrorista palestinese Abu Abbas nel 1985.
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI MEME
La vita e le acrobazie della politica italiana lasciano largamente indifferenti, se non stupefatti, questi presidenti americani che spesso devono essere informati all’ultimo momento di chi siano e che cosa esprimano questi capi di governo.
Anche Trump, complimentandosi con gli italiani per avere eletto l’uomo giusto, ha dimostrato di ignorare che in Italia non si eleggono presidenti del Consiglio. Ronald Reagan, già svagato di suo, si rifugiava dietro i cartoncini quattro per sei pollici, sui quali i collaboratori scrivevano domande e risposte col marker nero — come raccontò Ciriaco De Mita — aggiungendo un’immancabile barzelletta e il ricordo della meravigliosa sella di cuoio grasso fatta per lui da un sellaio toscano.
Anche i media più autorevoli sono spesso presi in controtempo dalle contorsioni della politica italiana, come accadde allo scrupoloso Wall Street Journal che nel 1989 produsse un ritratto con foto del premier italiano De Mita in vista del G7 di Houston, soltanto per scoprire che nel frattempo era stato già deposto e sostituito da Giulio Andreotti.
Negli anni dell’effimero “Ulivo Mondiale”, Clinton si trovò davanti due premier italiani, […] Romano Prodi […]e Massimo D’Alema, l’ex dirigente comunista, dal quale ottenne l’appoggio per l’attacco all’ultimo regime che si proclamava comunista, quello di Milosevic in Serbia.
Oltre la vanità e l’ambizione dei visitatori in udienza, ben poco […] resta e questi incontri producono l’effetto del momento di gloria, un placebo di nessun effetto. Il generoso, malinconico tentativo di Obama per salvare Matteo Renzi dal naufragio annunciato del referendum costituzionale, con un ultimo valzer alla Casa Bianca e un’esortazione a «non lasciare anche in caso di sconfitta», non cambiò l’esito previsto.
Ma di Giuseppe Conte, […] il boss sa che è alla guida di una coalizione sorretta dal più antieuropeista dei movimenti populisti, la Lega, e dall’ondivago, opportunistico Movimento Cinque Stelle e che l’Italia potrebbe essere, molto più degli ungheresi o degli austriaci, il grimaldello perfetto per scardinare quell’Unione Europea che Trump ha chiamato « foe» , nemica. Sempre che anche questa maggioranza e questo presidente reggano […]
ALCIDE DE GASPERI NEGLI USA
HENRY TRUMAN CON ALCIDE DE GASPERI