mario benotti domenico arcuri

ARCURI SI È FATTO FREGARE – IL COMMISSARIO DAI TROPPI INCARICHI È STATO “SFRUTTATO” NELL’APPALTO MILIARDARIO PER LE MASCHERINE CINESI: IL GIORNALISTA IN ASPETTATIVA MARIO BENOTTI, GIÀ STRETTO COLLABORATORE DI TRE MINISTRI PD E INTERMEDIARIO DELL’AFFARE, HA UTILIZZATO LA «CONOSCENZA PERSONALE» CON L'AD DI INVITALIA. CHE PERÒ, SECONDO LA PROCURA, È «ESTRANEO»

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

MARIO BENOTTI

Per la storia dell'appalto monstre da 1,25 miliardi di euro, spesi dalla struttura del commissario straordinario per l'emergenza sanitaria, Domenico Arcuri, ieri sono scattate le perquisizioni ordinate dai pm romani Gennaro Varone e Fabrizio Tucci.

 

I principali indagati sono Mario Benotti, giornalista in aspettativa, già stretto collaboratore di tre ministri Pd (Sandro Gozi, Giuliano Poletti e Graziano Delrio) e intermediario dell'affare, accusato di traffico illecito di influenze, insieme con il socio Andrea Vincenzo Tommasi, ingegnere aerospaziale, proprietario della milanese Sunsky Srl che ha importato dalla Cina circa 800 milioni di mascherine che avrebbero fruttato almeno 63,5 milioni di euro in provvigioni a Tommasi, Benotti e alla loro presunta cricca. Il cronista viene definito dagli inquirenti «persona politicamente esposta per essere stato già consulente presso la presidenza del Consiglio dei ministri, con notevoli entrature nel mondo della politica e dell'alta dirigenza bancaria».

DOMENICO ARCURI 1

 

Da quanto si apprende dal decreto di perquisizione consegnato a Benotti, sono accusati di traffico illecito di influenze pure la compagna Daniela Rossana Guarnieri, il quarantanovenne equadoriano Jorge Edisson Solis San Andres, il cinquantaquattrenne banchiere sammarinese Daniele Guidi e il sessantatreenne l'avvocato Georges Fares Skandam Khouzam, nativo di Mantova, ma con origini mediorientali. L'ex funzionaria ministeriale Antonella Appulo e l'imprenditrice Francesca Chaouqui, la «Papessa» del caso Vatileaks, sono invece accusate di ricettazione. In tutto ci sono quindi almeno otto indagati.

domenico arcuri

 

Nel decreto si legge che Benotti, «sfruttando le sue relazioni personali con Domenico Arcuri, commissario nazionale per l'emergenza Covid, si faceva prima promettere e quindi dare indebitamente da Andrea Tommasi, Daniele Guidi e Jorge Edisson Solis San Andres, la somma di 11.948.852 euro» di cui quasi 9 milioni sono confluiti sul conto della Microproducts It Srl, di cui la Guarnieri è la legale rappresentante, e 3 milioni su quello della controllante Partecipazioni Spa presieduta da Khouzam. Quei 12 milioni sono considerati dai pm romani una «remunerazione indebita () -perché svolta al di fuori da un ruolo professionale/istituzionale - della sua mediazione illecita, siccome occulta e fondata sulle relazioni con il predetto commissario».

 

Le commesse cinesi di cui parliamo da giorni su questo giornale sarebbero state individuate grazie all'intermediazione di Tommasi, Guidi e Solis San Andres, i quali avrebbero ricevuto 59.705.882 euro, sui conti di Susnky, l'azienda di Tommasi, e 3,8 milioni, sui conti della Guernica dell'imprenditore equadoriano. Tommasi avrebbe provveduto a richiedere alle società cinesi «di accreditare il compenso illecito a Benotti sui conti correnti delle due aziende».

DOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASO

 

Quindi in totale le provvigioni ammonterebbero, come detto, a 63,5 milioni e non a 72 come denunciato dall'Antiriciclaggio. Nei decreti di perquisizione si legge che i soldi sono giunti sui conti tra marzo e il 14 luglio 2020, che «c'è l'aggravante» del coinvolgimento di «cinque o più persone» e che «ricorrono gravi e fondati del reato provvisoriamente contestato».

 

Le toghe hanno anche riassunto il presunto disegno criminale: «Lo schema di azione che ne risulta è quello dell'intermediario, il quale, forte del suo credito verso un pubblico ufficiale, ottiene, per sé e per i suoi soci, un compenso per una mediazione andata a buon fine».Ieri mattina gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma si sono presentati prima delle 7 del mattino nelle case degli indagati, hanno copiato le memorie dei cellulari e dei computer alla ricerca di riscontri all'ipotesi accusatoria.

francesca chaouqui foto di bacco

 

Ad almeno uno degli indagati hanno fatto domande anche su Antonio Fabbrocini, funzionario dell'ufficio acquisti della struttura commissariale, e su Mauro Bonaretti, entrambi non indagati. Bonaretti, magistrato della Corte dei conti, è stato inserito la scorsa primavera nello staff ristretto di Arcuri.

 

In passato era stato direttore generale del Comune di Reggio Emilia con Delrio sindaco e al seguito dell'attuale capogruppo Pd della Camera aveva ricoperto gli incarichi di segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri e di capo di gabinetto al ministero dei Lavori pubblici e trasporti e in quello degli Affari regionali. Benotti e Bonaretti hanno affiancato nello stesso periodo Delrio al ministero dei Trasporti.

MARIO BENOTTI - ROMANO PRODI - SANDRO GOZI

 

La Procura di Roma ha iscritto sul registro degli indagati anche Daniele Guidi «che, unitamente a Tommasi, ha curato l'aspetto organizzativo e in particolare i numerosi voli aerei necessari per convogliare in Italia un quantitativo così ingente (di mascherine, ndr), compiendo i necessari investimenti». Guidi, nel gennaio 2019, è stato posto agli arresti domiciliari dal Tribunale di San Marino (e liberato poco dopo). Ai tempi era direttore generale e ad di Banca Cis. I magistrati nell'ordinanza di custodia cautelare gli avevano contestato i reati di associazione per delinquere, concorso in amministrazione infedele, compartecipazione in truffa aggravata ai danni della Repubblica, corruzione e ostacolo alle funzioni di vigilanza. Il procedimento è in corso.

DOMENICO ARCURI FRANCESCO BOCCIA

 

La Procura di Roma, per bocca del procuratore aggiunto Paolo Ielo, si è affrettata a far sapere che «il commissario straordinario Arcuri è totalmente estraneo alle indagini», che il suo nome sarebbe stato «sfruttato» da Benotti per ottenere il maxi appalto e che il dipartimento della Protezione civile sarebbe il «soggetto danneggiato». La difesa di Arcuri da parte della Procura è arrivata quasi a scatola chiusa, mentre i finanzieri effettuavano sequestri e facevano domande.

 

In effetti, se il pubblico ufficiale fosse coinvolto, l'accusa non sarebbe di traffico illecito di influenze, ma, per esempio, di corruzione. Gli inquirenti hanno ribadito che le verifiche sono partite da una segnalazione di operazione sospetta della Banca d'Italia e che «la pubblicazione di quelle informazioni» da parte della Verità «ha danneggiato le indagini».

MARIO BENOTTI

 

Per i pm «la ragione della segnalazione è nell'anomalia consistente nell'estraneità della rappresentata intermediazione delle due società (Sunsky e Micorproducts It, ndr) rispetto al loro oggetto sociale e nell'incoerenza del volume delle commissioni percepite, rispetto al fatturato degli esercizi precedenti».

 

Avrebbero fatto da intermediari in settori che non compaiono nell'oggetto sociale, con spropositate provvigioni. Nel decreto è specificato che l'azienda di Benotti è nata nel 2015 per l'offerta di servizi di ricerca e sviluppo nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria, non certo per la compravendita di attrezzature mediche. La Microproducts è controllata per il 20% dalla Guarnieri e per l'80 dalla Partecipazioni Spa. Per i magistrati il 76,7 per cento del capitale di quest' ultima appartiene proprio a Benotti, nonostante ufficialmente sia intestato a una fiduciaria.

 

Secondo gli inquirenti il giornalista «è aduso a schermare i suoi rapporti bancari attraverso l'utilizzo di società fiduciarie».La Banca d'Italia ha segnalato anche un'altra impresa con sede a Roma, la Guernica srl, costituita il 28 marzo 2018, avente come socio unico e amministratore Dayanna Andreina Solis Cedeno, una ventiduenne equadoriana studentessa di cinema in un'università romana.

CHAOUQUI 1

 

Per gli inquirenti sarebbe una «testa di legno» del padre Jorge, amministratore di fatto e indagato, e la sua ditta sarebbe stata «beneficiaria di accredito per euro 3.800.000 dalla (nota) Wenzhou Light». Anche Guernica presenta un oggetto sociale che non c'entra nulla con le mascherine («inconferente con il commercio dei presidi sanitari», scrivono i pm): ufficialmente si occupa di ricerche di mercato nel campo del marketing, strategie di mercato per lancio di prodotti o servizi o strategie pubblicitarie. Inoltre «la Guernica srl, così come la Microproducts It srl di Benotti, non compare in alcuna lettera di commissione».

 

domenico arcuri

Non è finita. Benotti, sottolineano sempre i magistrati, «intrattiene uno stretto rapporto con Antonella Appulo, anch' ella con passato politico». Sul suo profilo Linkedin la donna si presenta come funzionario del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, dove ha lavorato con un contratto a tempo determinato dal 2015 al 2018. È stata segretaria particolare del solito ministro Delrio. Continuano i magistrati: «Le rimesse di denaro che dall'affare la Appulo ha ricavato è decisamente indicativo dei rapporti intercorsi tra gli attori di questa vicenda».

 

Mario Benotti Romano Prodi e Roney Simon

Ed eccoli questi rapporti: «È il Tommasi, su disposizione del Benotti, a versare, dal conto corrente della Sunsky srl alla Appulo 53.000 euro, giustificando il movimento finanziario mediante false fatturazioni, simulando attività di consulenza ricevuta dalla predetta». Per questo alla donna è stata contestata la ricettazione, il reato commesso da chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve o occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto.È accusata di ricettazione anche la Chaouqui. Per questo ieri è stata perquisita la sua View point strategy srl, società di comunicazione. La «Papessa» ieri è la sola che abbiamo trovato disponibile a parlare.

 

DOMENICO ARCURI

È accusata di aver ricevuto in due tranche, tra aprile e settembre 2020, sui conti della sua azienda, 232.216 considerati frutto di «un ingiusto profitto», cioè «compendio del reato di traffico illecito di influenze». Gli investigatori sostengono che sarebbe stata a conoscenza della provenienza delittuosa: «Io delle mascherine non sapevo niente, niente, niente» ribatte lei.

 

«La Microproducts era mia cliente e la mia agenzia la sua fornitrice. Ho firmato con loro una serie di contratti: uno per un evento estivo per 150 persone in galleria Borghese, museo che abbiamo affittato in esclusiva, offrendo guide private e catering, al costo di 35-40.000 euro; un altro per la realizzazione del libro (Ri)costruzione firmato da Benotti, per cui ci siamo occupati di tutto, dalla grafica ai contenuti, e di cui abbiamo acquistato 1.500 copie per i clienti. Spesa: circa 60.000 euro.

DOMENICO ARCURI MASCHERINE

 

Infine ci siamo occupati di riprese, montaggio, testi e messa in onda del canale Youtube del Democristiano in borghese dello stesso Benotti. Un programma che ha impegnato sette persone per 30 puntate, 21 già online, ognuna delle quali è costata 7-8.000 euro, materiali e trasferte escluse. Abbiamo gestito anche un blog e una rubrica che Benotti tiene su altri due siti e, a partire da aprile, tutti i suoi canali social, fornendo report mensili. Le posso assicurare che abbiamo incassato meno di quanto abbiamo fornito». La View point strategy una settimana fa, dopo il primo scoop della Verità, era stata incaricata dalla Partecipazioni Spa della «comunicazione di crisi».

CHAOUQUI 2

 

L'ultima parola la concediamo all'avvocato di Benotti, Alessandro Sammarco: «La Protezione civile aveva bisogno di mascherine e le società private le hanno trovate ai prezzi imposti, facendo risparmiare centinaia di milioni allo Stato italiano. A pagare le provvigioni sono state le aziende cinesi. Mi dite dove è il traffico illecito di influenze?». La risposta la dovranno trovare i magistrati.

 

 

Domenico Arcuri Smascherato Foto Mezzelani GMT005Domenico Arcuri Smascherato Foto Mezzelani GMT007

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…