assegno di mantenimento divorzio ex moglie separazione

ARRIVA IL BONUS SEPARATI, MA GLI EX MARITI IN DIFFICOLTÀ SI ATTACCANO - LA SOMMA PREVISTA DAL DECRETO SOSTEGNI, MASSIMO 800 EURO, ANDRÀ DIRETTAMENTE AL GENITORE RIMASTO SENZA ASSEGNO DI MANTENIMENTO (QUINDI LA MOGLIE) E L'AIUTO SCATTA IN CASO DI DIFFICOLTÀ LAVORATIVE PER ALMENO 90 GIORNI A PARTIRE DAL MARZO 2020 - E AL MARITO SENZA UN SOLDO CHI PENSA?

Luca Cifoni per "Il Messaggero"

 

MANTENIMENTO

Fino a 800 euro al mese al genitore separato o divorziato che si trova in difficoltà perché l'altro, a causa della crisi indotta dal Covid, non gli ha garantito l'assegno di mantenimento per i figli.

 

Diventa finalmente realtà la norma voluta in particolare dalla Lega, che era stata inserita nel decreto Sostegni dello scorso maggio ma poi era rimasta inapplicata per una serie di difficoltà interpretative, legate sostanzialmente alla scrittura pasticciata del testo.

 

assegno di mantenimento alla moglie

Lo stesso Matteo Salvini si era poi voluto far carico in prima persona della questione: ieri è stato finalmente approvato un emendamento che porta la sua prima firma in un altro provvedimento, il decreto fisco e lavoro all'esame del Senato.

 

IL PERCORSO

La nuova norma prevede l'istituzione di un fondo da 10 milioni, stabilendo che siano destinati ad erogare un sostegno dell'importo massimo di 800 euro. Ma per le altre modalità di attuazione, tra cui il numero di mensilità che saranno versate, bisognerà attendere un successivo Dpcm: dovrà essere adottato entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione, quindi con tutta probabilità nel corso del 2022. Dal punto di vista del bilancio dello Stato lo stanziamento è comunque relativo all'anno in corso.

 

I NODI

ASSEGNO DI MANTENIMENTO

Con l'emendamento approvato per ora in commissione a Palazzo Madama vengono chiariti alcuni punti critici che avevano bloccato la precedente versione dell'intervento per i separati.

 

divorzio

Il primo riguarda la definizione di stato di difficoltà: per avere diritto all'aiuto sarà necessario che il genitore tenuto al mantenimento abbia «cessato, ridotto o sospeso la propria attività lavorativa a decorrere dall'8 marzo 2020 per una durata minima di 90 giorni o per una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto a quello percepito nel 2019».

 

assegno di mantenimento 1

Viene quindi precisato che la somma vada all'altro genitore, quello in stato di bisogno per non aver ricevuto l'assegno di mantenimento: pure questo era un nodo da sciogliere, perché con la vecchia formulazione restava in teoria possibile che il genitore che non ha pagato (nella maggior parte dei casi il padre) tenesse per sé quanto ricevuto dallo Stato.

 

Infine il nuovo testo estende in modo esplicito il beneficio alle famiglie dei conviventi, in cui le coppie si sono separate di fatto ma non erano sposate: anche questa possibile discriminazione si era posta come un ostacolo all'attuazione della precedente norma.

 

assegno di mantenimento

L'INIZIATIVA

Come detto, l'iniziativa era stata del partito di Salvini. Ma l'idea era stata subito condivisa da tutte le forze politiche. Se non che dopo vari mesi è apparso chiaro che qualcosa non stava funzionando. I tentativi di risolvere il problema in corsa sono falliti e si è scelto quindi di riscrivere la norma da capo. Una quindicina di giorni fa c'è stato un ulteriore intoppo, con il nuovo emendamento dichiarato inammissibile in commissione. Alla fine con un ultimo aggiustamento il testo è stato approvato.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…