conte haftar

ARRIVA IL GENERALE HAFTAR: A PALERMO CACCIA A UN ACCORDO PER LA NUOVA LIBIA – L’UOMO FORTE DELLA CIRENAICA CONVINTO DA AL SISI A PARTECIPARE AL VERTICE NON HA VOLUTO SEDERSI A CENA ALLO STESSO TAVOLO CON SERRAJ, PREMIER DEL GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE DI TRIPOLI - CONTE: “I COMPROMESSI SI FANNO CON GLI AVVERSARI” – IL SOCCORSO RUSSO ALL’ITALIA

conte haftar

Marco Conti per “il Messaggero”

 

Convincere Serraj e Haftar a sedersi allo stesso tavolo è stato ieri più o meno complicato quanto mettere insieme Di Maio e Salvini. Al premier Giuseppe Conte i due leader libici hanno reso la serata difficile, quanto i due vicepremier che è costretto ormai ad incontrare separatamente. Alla fine però Conte ricava maggiori soddisfazioni a Palermo più che a Roma perché, dopo un lungo tira e molla, il generale Haftar cede e sale sull' aereo fornito dalla presidenza del Consiglio italiana che da Bengasi lo porta a Palermo.

conte haftar

 

LE DELEGAZIONI

A Villa Igiea sono già raccolte le trentotto delegazioni e una decina di capi di stato e di governo pronti per la cena e una serie di incontri bilaterali che Giuseppe Conte, in veste di padrone di casa, organizza. Il primo - in piedi e davanti ai reporter - è proprio tra il presidente del Consiglio italiano e l' uomo forte di Tobruk che per l' intera giornata tiene con il fiato sospeso palazzo Chigi e Ghassan Salamé, l' inviato delle Nazioni Unite in Libia.

 

conte haftar

Da giorni l' uomo forte della Cirenaica, che ambisce a restare alla guida dell' esercito libico anche dopo le agognate elezioni, faceva le bizze confermando e smentendo la partecipazione alla Conferenza di Palermo. L' arrivo del presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi - tornato in Italia dopo quattro anni - e la presenza del ministro degli Esteri francese Jean Yves Le Drian e del primo ministro russo Dmitrij Medved, devono alla fine aver convinto Haftar a varcare il Mediterraneo.

 

Alle otto e trenta di sera, senza divisa e chiuso in un abbottonatissimo cappotto, Haftar si presenta al cancello di Villa Igiea e viene accolto dal premier Conte visibilmente sollevato. Una stretta di mano, una chiacchierata in piedi, e la promessa di rivedersi l' indomani perchè Haftar non ha voluto sedersi a cena allo stesso tavolo con Serraj, premier del governo di unità nazionale di Tripoli, Aguila Saleh, presidente del parlamento di Tobruk e Khaled Al Meshri, presidente del Consiglio di Stato (Senato ndr) di Tripoli.

giuseppe conte incontra fayez al serraj 2

 

Una Conferenza sulla Libia senza il generale Haftar sarebbe stata poco concludente, ma per capire a quale prezzo l' Italia abbia ottenuto la presenza dell' uomo che più ha combattuto Serraj, occorre forse andare a quell' incontro che giovedì scorso a Mosca ha avuto Alberto Manenti, capo uscente dei servizi segreti italiani, con lo stesso Haftar.

 

Il leader di Tobruk stamattina tornerà a Villa Igiea e alle 8,30, prima della plenaria, incontrerà Conte, Haftar, al Sarraj, al Sisi, Medvedev, Le Drian, il presidente del Consiglio europeo Tusk, i leader di Tunisia e Algeria e l' inviato Onu per la Libia Salamè. Conte dopo il bilaterale di ieri sera con Haftar ha sottolineato che «il compromesso è l' arte della leadership e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici».

 

CONTE HAFTAR

UN PROFILO BASSO

Gli Stati Uniti di Donald Trump hanno mandato a Palermo David Satterfield, un ambasciatore assistente del segretario di Stato Usa Mike Pompeo. Anche se Washington non disdegna l' ingresso di imprese americane sul mercato del greggio libico, la defilata presenza della Casa Bianca dimostra ancora una volta che gli americani si occupano di Libia solo in termini di sicurezza e lotta al terrorismo. La Russia di Putin ha forti interessi geostrategici nell' area e la Libia ne è un caposaldo importante soprattutto in funzione siriana.

 

La Conferenza di Palermo permette a Putin di attrarre a sé l' Italia che, priva della sponda Europea per la defezione di Macron e Merkel, si è affidata anche ieri a Mosca. E così ottiene l' arrivo di Haftar ma rischia di compromettere il lungo legame dell' Italia con Sarraj, unico leader libico riconosciuto dalla comunità internazionale, che non sembra aver gradito la ribalta ottenuta dal generale e che rischia di indebolirlo ulteriormente.

AL SISI

 

L' Italia di Conte si continua a muovere con estrema cautela in uno scenario dove gli interessi italiani non dovrebbero essere solo legati al blocco degli sbarchi e ai problemi relativi all' immigrazione. La Conferenza di Palermo può rappresentare un passaggio decisivo in vista di quella conferenza in Libia che si dovrebbe tenere a gennaio, così come previsto dal piano messo a punto da Salamé e che l' Italia, con il ministro degli Esteri Enzo Moavero, sostiene.

 

Per l' Italia è un successo aver portato a Palermo il presidente egiziano Al Sisi come il generale Haftar. Un obiettivo difficile da conseguire alla vigilia. Ma in Italia i successi internazionali non hanno quasi mai contribuito a sollevare i destini di un governo e Conte da domani, in vista della legge di Bilancio che inizia il suo iter in Parlamento, dovrà tornare ad occuparsi di come riportare Di Maio e Salvini al tavolo delle trattative.

giuseppe conte incontra fayez al serraj 1

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”