ASPETTANDO GOTOR, PERDERAI! - COME AVREBBE POTUTO IN-CULATELLO COMBINARE UNA SERIE COSÌ IMPRESSIONANTE DI DISASTRI TUTTO DA SOLO? - E INFATTI ACCANTO A LUI, A CONSIGLIARGLI SEMPRE LA COSA PIÙ SBAGLIATA DA FARE, C’È LO SPIN-DOCTOR MIGUEL GOTOR, CHE CAMBIA IDEA OGNI 24 ORE - IL SUO ULTIMO COLPO DI GENIO? ANDARE A DIRE IN GIRO, DOPO AVERGLI DATO ADDOSSO PER MESI, CHE BEPPE GRILLO È UNA COSTOLA DELLA SINISTRA...

Leonardo Paco per "Il Giornale.it"

Se vi state per caso chiedendo chi sia quella mente così sofisticata, brillante e folgorante che ha suggerito a Bersani di chiedere in ginocchio a Grillo i voti per dare il via al governo Gargamella (come Grillo chiamava Bersani fino a tre giorni fa, prima di ribattezzarlo, forte della sua nuova sensibilità istituzionale, «il morto che cammina» e «l'uomo dalla faccia come il culo») il nome da appuntare sul taccuino è quello del grande consigliere e spin doctor del leader del centrosinistra, insomma il grande puffo di Bersani: Miguel Gotor.

Miguel Gotor - da mesi nel Pd affettuosamente chiamato nel Pd «Aspettando Gotor», nel senso che tutti aspettano con ansia che il buon Miguel ne dica una giusta - è il più brillante tra i cervelloni che vive fianco a fianco con il segretario i giorni della «non vittoria » e all'interno del famoso «tortellino magico» che ha scorta¬to per mesi il leader del centrosinistra durante la campagna elettorale non c'è dubbio che lo storico romano (classe 1971) abbia rappresentato, in qualche modo, quello che David Axelrod ha rappresentato per Barack Oba¬ma - o, se volete, quello che Birba ha storicamente rappresentato per il mitico Gargamella.

Molto probabilmente, Gotor (autore, insieme con Claudio Sardo, di un'agiografia bersaniana pubbli¬cata nel 2011 per Laterza) lo avrete tutti notato per la prima volta questa settimana quando lunedì sera l'eminenza grigia del segretario, presentandosi con invidiabile nonchalance di fronte alle telecamere di Porta a porta, invece che ammettere che c'è mancato poco a che il giaguaro smacchiasse Bersani, come se nulla fosse ha iniziato a dettare la linea; dicendo: ragazzi, non scherziamo, non è finita, non abbiamo perso, siamo ancora in pista, siamo ancora in palla e abbiamo ancora una carta formidabile, che dico, straordinaria per smacchiare il giaguaro: dimostrare che quello che vuole mandare tutto all'aria non siamo noi ma naturalmente è Beppe Grillo.

In queste ore di grande e spasmodica attesa per il futuro del possibile governo Garagamella, poi, nel Pd gli osservatori più maliziosi, quelli cioè iscritti alla mozione «Aspettando Gotor»,ricordano che anche su Grillo il consigliere di Bersani, come spesso gli è capitato, ha cambiato prospetti¬va nel giro di un weekend.

E dopo aver passato con coerenza mesi, mesi e mesi a girare l'Italia su mandato di Bersani per ricorda¬re che «mai e poi mai scenderemo a compromessi con i populisti alla Berlusconi e alla Grillo» oggi, oplà, eccolo qui, il nostro Gotor, impegnato a dimostrare per¬ché il compagno Grillo, e che non lo sapete?, è praticamente, una formidabi¬le costola della sinistra.

«Dietro gli otto milioni di voti che ha preso Grillo - ha det¬to ieri Gotor al¬la Stampa¬ c'è anche una pro¬testa che viene da sinistra a un modo di essere della sinistra che interroga il Pd e deve essere ascol¬tata con umiltà». Le giravolte di Super Miguel Godor non sono però una novità del curriculum dell'ideologo del bersanismo.

Gotor, che fino a qualche mese fa scriveva anche per Repubblica, da cui si autosospeso dopo esser¬si schierato con Bersani in cam¬pagna elettorale, arrivò a Largo Fochetti dopo aver scritto peste e corna proprio su Repubblica (giornale il cui Fondatore, secondo Gotor, «piegava la realtà alla necessità»)nel suo bel libro su Aldo Moro Il memoriale della Repubblica.

Ma la piroetta più sen¬sazionale del neo senatore Pd (Gotor era capolista in Umbria) riguarda uno strepitoso articolo che Gotor nel 2009 pubblicò sul Sole 24Ore. Articolo in cui lo stori¬co analizzava il linguaggio di Ber¬sani notando che l'allora candi¬dato alla segreteria Pd, con tutte le sue metafore sulle osterie, le ca¬scine, le pompe di benzina e le bocciofile, «sembra rivolgersi a una platea di cattolici e socialisti dell'Ottocento al punto che il pubblico che lo ascolta si sente come estraniato, quasi fosse in un museo davanti a un quadro di Pellizza da Volpedo».

All'epoca, bisogna dirlo, Gotor capì con anticipo ¬quali sarebbero stati i limiti del bersanismo. L'avesse ricordato qualche volta anche in campagna elettorale, invece che limitarsi a fare bau bau a Grillo, magari Bersani non sarebbe qui a ragionare su come convincere Grillo a fare un governo con Gargamella. Chissà.

 

Miguel-Gotorgotor-bersaniSARDO GOTOR BERSANI - PER UNA BUONA RAGIONEMiguel Gotor Memoriale della RepubblicaMIGUEL GOTOR FOTO ANDREA ARRIGA

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