ASSALTO ALL’AMBASCIATA BRITANNICA A TEHERAN, SI PARLA DI SEI OSTAGGI CATTURATI MA POI L’AGENZIA IRANIANA CANCELLA LA NOTIZIA - GLI “STUDENTI” CHIEDONO CHE L’AMBASCIATORE LASCI IL PAESE - IRRUZIONE ANCHE IN UN COMPOUND CON DOCUMENTI “SEGRETI” - È LA RISPOSTA DEL REGIME ALLE SANZIONI DECISE A LONDRA - INTANTO ISRAELE E L’IRAN PENSANO AGLI SCENARI DI UNA GUERRA NUCLEARE, ENTRAMBI SONO CONVINTI DI “SOPRAVVIVERE”, MA A PREZZO DI MILIONI DI MORTI…
1 - IRAN: IRRUZIONE IN AMB.GB; LANCIO PIETRE, BANDIERA BRUCIATA...
(ANSA-AFP) - Sono decine i manifestanti penetrati oggi nel compound dell'ambasciata Gb a Teheran durante una manifestazione anti-britannica di protesta per le sanzioni decise da Londra contro il programma nucleare iraniano: la folla, si vede in alcune immagini trasmesse dalla tv di Stato, ha lanciato delle pietre che hanno infranto alcuni vetri dell'ambasciata e ha bruciato bandiere del Regno Unito e di Israele. Poi ha sostituito il vessillo britannico con la bandiera iraniana.
2 - ASSALTO AMBASCIATA GB,MEHR CANCELLA NOTIZIA SU OSTAGGI...
(ANSA) - L'agenzia Mehr, senza dare nessuna spiegazione, ha cancellato dal proprio sito web la notizia che ci sono almeno sei ostaggi nell'ambasciata britannica a Teheran.
3 - DIPENDENTI AMB.GB SCAPPANO DA USCITA SECONDARIA...
(ANSA) - I dipendenti dell'ambasciata britannica a Teheran presa d'assalto dai manifestanti sono scappati da un'uscita secondaria. Lo riferisce l'agenzia iraniana Mehr. Non è chiaro se l'ambasciatore fosse presente in ambasciata al momento dell'assalto.
4 - STUDENTI LASCERANNO QUANDO AMBASCIATORE GB VIA DA PAESE...
(ANSA) - Non se ne andranno fin quando l'ambasciatore britannico in Iran non lascerà il paese. Gli studenti iraniani penetrati nell'ambasciata britannica hanno anche posto un lucchetto e una catena all'ingresso, con un gesto simbolico per indicare la volontà che la sede diplomatica sia chiusa. Lo riferisce l'Irna, mentre la tv di stato riporta che i manifestanti non intendono andarsene prima dell'espulsione dell'ambasciatore e la fine alla politiche "ostilì della Gran Bretagna.
5 - IRRUZIONE IN SECONDO COMPOUND GB, PRESI DOCUMENTI...
(ANSA) - Centinaia di studenti sono entrati nel parco Qolhak a nord di Teheran, di proprietà britannica, e hanno sottratto documenti "segreti" e collegati ad attività di "spionaggio", secondo l'agenzia ufficiale iraniana Irna.
Nel parco, riporta ancora l'agenzia, si trovano un gruppo di cittadini stranieri (probabilmente britannici), che vengono "protetti" da circa 200 studenti del corpo di volontari Basij. Nello stesso parco di Qolhak è in corso da qualche settimana un braccio di ferro tra la rappresentanza diplomatica e il Comune di Teheran, che ha prima contestato un abbattimento illegale di alberi, e poi ha cominciato a rivendicare la proprietà della stessa area verde.
6 - GB: ASSALTO A AMBASCIATA; UN OLTRAGGIO, INACCETTABILE...
(ANSA) - "Siamo oltraggiati. E' una cosa inaccettabile e la condanniamo". Lo ha detto un portavoce del ministero degli Esteri Gb a proposito dell'assalto a Teheran dell'ambasciata britannica.
"In base al diritto internazionale e alla convenzione di Ginevra - ha proseguito il portavoce - il governo iraniano ha il chiaro dovere di proteggere i diplomatici e le ambasciate. Ci aspettiamo che il governo agisca con urgenza per mettere la situazione sotto controllo e assicurare la sicurezza dei nostro staff e dei nostri beni".
7 - QUANTI MORTI FAREBBE UNA GUERRA ATOMICA TRA ISRAELE E L'IRAN?
Da "Il Foglio"
La più importante società di intermediazione israeliana, la Clal Finance, dubita che lo stato ebraico possa realizzare un attacco militare contro le infrastrutture nucleari iraniane (visto il costo economico altissimo per un Occidente già in ginocchio per la crisi economica), ma per la prima volta l'ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema dell'Iran, ha pubblicato sul proprio sito internet tre possibilità di reazione in caso di conflitto con Israele.
Mentre un lancio dell'agenzia Fars parla di una forte esplosione nella zona di Isfahan, dove c'è uno dei siti nucleari iraniani, lunedì mattina alle 2 e 40, poi prontamente tolto dal sito, alimentando le preoccupazioni, Khamenei prevede tre scenari d'attacco da parte del "piccolo Satana": nel primo si parla di "guerra d'attrito" con forze aeree e terrestri; nel secondo, il più probabile, lo stato ebraico colpirebbe i centri di controllo in Iran, nella speranza di un cambio di regime; nel terzo Gerusalemme punterebbe a distruggere le installazioni nucleari.
L'ayatollah spiega che, in caso di conflitto nucleare, l'Iran sopravviverà anche al costo di centinaia di migliaia di vittime. Il generale dei pasdaran, Yadollah Javani, ha detto che non un solo centimetro di territorio israeliano sarebbe risparmiato dalla vendetta dei mullah. Uri Milstein, uno dei più celebri analisti israeliani, ha appena fatto una stima che va dalle 50 alle 100 mila vittime israeliane in caso di guerra regionale. "Hanno anche preparato fosse comuni al Bloomfield Stadium di Haifa", ha detto Milstein ad Arutz Sheva. Ma Israele sopravviverà .
Il maggiore giornale israeliano, Yedioth Ahronoth, ha rispolverato il più credibile scenario nucleare. E' firmato dall'esperto Anthony Cordesman del Center for Strategic and International Studies. La guerra durerebbe tre settimane. Gli iraniani potrebbero avere tra i sedici e i ventotto milioni di morti. Molti "meno" gli israeliani: tra i duecento e gli ottocentomila caduti. Anche in questo scenario, alla fine lo stato ebraico dovrebbe sopravvivere. Secondo le stime, Israele attualmente ha un megatone nucleare, mentre l'Iran può produrne cento kilotoni. Significa che una bomba israeliana è tre volte più letale di quella di Teheran e può devastare un'area dieci volte superiore. Israele colpirebbe con missili a testata nucleare lanciati da tre sottomarini le più importanti città iraniane e le installazioni sensibili.
Oltre alla capitale, Teheran, sono considerate potenziali bersagli Tabriz, Qazvin, Isfahan, Shiraz, Yazd, Kerman, Qom e Ahwaz. Da parte loro gli iraniani avrebbero nel mirino delle loro potenziali cinquanta testate quattro aree israeliane: Tel Aviv, Haifa, l'area di Beersheba (compresa la centrale atomica di Dimona) e nel sud il porto di Eilat. Il Center for International and Strategic Studies ha anche reso noti gli effetti di un potenziale scontro atomico: un ordigno iraniano su Tel Aviv causerebbe ventimila morti, oltre ad altre migliaia di vittime per le conseguenti radiazioni.
Un ordigno da appena cento kilotoni su Tel Aviv contaminerebbe per oltre un anno l'intero territorio israeliano, sconfinando anche in Libano, Siria, Giordania ed Egitto. A Hiroshima e Nagasaki furono usati "appena" venti kilotoni. La simulazione non esclude che il conflitto possa estendersi alla Siria, alleata di Teheran (anche se la situazione a Damasco, nella sua fragilità e con le misure sanzionatorie predisposte anche dalla Lega araba, rende una reazione siriana meno probabile). In questo caso Israele sarebbe colpito da ordigni chimici e batteriologici. E in questo caso il bilancio delle vittime salirebbe: altri ottocentomila israeliani.
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