AUTONOMIA BOCCIATA, MELONI SALVATA. MA FINO A QUANDO? – MASSIMO FRANCO: “DOPO LA BOCCIATURA DELLA CONSULTA, IL PERICOLO SEMBRA, SE NON SVENTATO, RIMANDATO. LA DOMANDA È SE LA BATTUTA D’ARRESTO INFLUIRÀ SULLE ALTRE RIFORME DI BANDIERA: GIUSTIZIA E PREMIERATO” – MARCELLO SORGI: “UNA RIFORMA PUNTO QUALIFICANTE DEL PROGRAMMA DI GOVERNO, IL CUI PARTO È GIÀ STATO ASSAI TRAVAGLIATO DEVE IN SOSTANZA ESSERE RISCRITTA E RIAPPROVATA…”
1. IL BOOMERANG DELLA FRETTA IDEOLOGICA DELLA LEGA
Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
[…] Il giudizio espresso ieri dalla Corte costituzionale sull’Autonomia regionale differenziata non è una bocciatura totale. […] Ma la Consulta ha messo in fila una serie di rilievi che rimandano al Parlamento il compito di ripensare molto di quanto è stato fatto. […]
Per il partito di Matteo Salvini è una sconfitta. Lo è in particolare per i governatori del Nord e per il ministro Roberto Calderoli, che avevano forzato i tempi dell’approvazione per mettere il resto della maggioranza di fronte al fatto compiuto […]. L’impressione […] è che la fretta ideologica del Carroccio abbia partorito un altro pasticcio. Il tentativo di esautorare il Parlamento a favore del governo è stato frustrato dalla Corte.
[…]. Palazzo Chigi non lo ammetterà mai, ma il responso della Consulta è una boccata di ossigeno per la premier. Giorgia Meloni, ma anche il vicepremier Antonio Tajani temono, a ragione, un referendum che dividerebbe Paese e maggioranza. Il presidente della Calabria, il berlusconiano Roberto Occhiuto, ha ricordato che aveva chiesto «una moratoria. Ora la impone la Consulta».
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1
In più, il referendum regalerebbe compattezza a opposizioni dedite al cannibalismo reciproco. E una bocciatura della riforma si scaricherebbe sulla tenuta del governo. Il pericolo sembra, se non sventato, rimandato. La domanda è se la battuta d’arresto influirà sulle altre riforme di bandiera: giustizia e premierato. Ma è difficile che Salvini possa incolpare gli alleati e minacciare ritorsioni.
2. UN'ANATRA ZOPPA DA RISCRIVERE
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
AUTONOMIA DIFFERENZIATA - IL SONDAGGIO
[…] Due conseguenze più immediate del pronunciamento della Consulta: la prima è che una riforma punto qualificante del programma di governo, il cui parto è già stato assai travagliato deve in sostanza essere riscritta e riapprovata.
La seconda è che non si farà più il referendum che era stato baldanzosamente promosso dalle opposizioni, con una raccolta di firme oltre ogni previsione condivisa, grazie anche alla possibilità di utilizzare le firme digitali.
La Corte, questo, non lo ha detto esplicitamente: ma va da sé che non essendovi più la legge che doveva essere sottoposta al giudizio popolare, anche la consultazione non ha più alcuna ragione di esistere.
RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA
I promotori avranno modo di rifletterci quando la nuova versione della riforma sarà approvata, ma intanto potrebbero dichiararsi vincitori perché, se non proprio cancellata, la legge sulle autonomie è fortemente azzoppata, e non è prevedibile quanto tempo occorrerà al governo per presentarne una nuova versione.
Visto che il professor Barbera da metà dicembre sarà libero, sempre che sia disponibile, Salvini potrebbe chiedergli una consulenza, per avere finalmente un testo di legge scritto come si deve.
AUTONOMIA DIFFERENZIATA CORI E PROTESTE ALLA CAMERACAOS AL SENATO AUTONOMIA DIFFERENZIATA