IL VIZIETTO DELLE PARTECIPAZIONI – NELL’INCONTRO CON I VERTICI DELLE PARTECIPATE CONTE STRAPPA L’IMPEGNO DELLE AZIENDE DI STATO AD ASSUMERE UN GIOVANE PER OGNI PENSIONATO E QUALCHE INVESTIMENTO – MA USARE SOCIETÀ PRIVATIZZATE COME SE ESISTESSE ANCORA L’IRI SIGNIFICHEREBBE PORTARE L’ITALIA A SBATTERE CONTRO IL MURO DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI (EUROSTAT & CO…) E FAR SALTARE TUTTI I CONTI
1 – AH, MA ALLORA È UN VIZIO! CONTE HA CONVOCATO I VERTICI DELLE AZIENDE PARTECIPATE PER CONCERTARE LA LORO AZIONE IN VISTA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI CONTENUTI NELLA MANOVRA. IL GOVERNO CONTINUA A TRATTARE QUESTE SOCIETÀ PRIVATIZZATE COME PEDINE DI UN DISEGNO POLITICO. MA ORA È ARRIVATA LA LETTERA DI EUROSTAT CHE AVVERTE SU CASSA DEPOSITI E PRESTITI. SE DOVESSE ESSERE CONSIDERATA NEL PERIMETRO PUBBLICO, ALTRO CHE MANOVRA: SALTANO TUTTI I CONTI
2 – LE AZIENDE DELLO STATO ASSUMERANNO UN GIOVANE PER OGNI PENSIONATO
Andrea Bassi e Rosario Dimito per “il Messaggero”
Dalle società pubbliche il governo si aspetta non solo che aumentino gli investimenti ma, soprattutto, che diano una mano a spingere l' occupazione. Ieri i vertici delle partecipate, dalla Cassa Depositi e Prestiti, all' Enel, dall' Eni a Snam, da Terna a Ferrovie, dalle Poste a Saipem e Italgas, passando per Leonardo e Fincantieri, sono sfilati a Palazzo Chigi, dove hanno incontrato in una seduta comune il premier Giuseppe Conte, il vice premier Luigi Di Maio, il ministro delle Politiche Comunitarie, Paolo Savona e quello della Funzione pubblica Giulia Bongiorno.
Dal vertice un primo risultato per il governo sarebbe uscito. Le controllate pubbliche si sarebbero impegnate, come ha spiegato Di Maio lasciando Palazzo Chigi, ad assumere un giovane per ogni dipendente che andrà in pensione il prossimo anno grazie alla riforma delle pensioni, la cosiddetta «Quota 100» messa in cantiere dal governo. È passaggio importante. Sull' archiviazione della legge Fornero i mercati hanno un faro acceso.
Fino ad oggi l' allungamento dell' età di pensionamento e gli automatismi, sono stati considerati una delle principali garanzie della tenuta del sistema pensionistico. Il governo deve dimostrare che la riforma non «sfascia i conti». L' unico modo è dimostrare che il piano rilancia l' occupazione. Eni, Enel, Terna, Ferrovie, Leonardo e le altre partecipate avrebbero dato la loro disponibilità.
IN TRE COPRONO IL 65%
Anche sul fronte degli investimenti il governo avrebbe raccolto qualche frutto. Conte ha spiegato che le società si sarebbero impegnate ad aumentare i propri investimenti «fino a 20 miliardi di euro» nei prossimi 5 anni. In realtà, per il momento, solo le non quotate avrebbero dato la loro disponibilità.
Per le altre l' impegno è stato generico, anche perché i piani sono già comunicati al mercato e per modificarli bisognerà presentare degli aggiornamenti agli investitori. Il neo ad di Cdp, Fabrizio Palermo, ha indicato che nel prossimo quinquennio le sei società del perimetro Cassa puntano a 22 miliardi. Nel perimetro rientrano Terna, Snam, Fincantieri, Italgas, Open Fiber, Ansaldo energia.
Non ci sono Fs, nè Poste.
I 22 miliardi di investimenti sarebbero stati concertati da Palermo, il nuovo cfo di Cassa Paolo Calcagnini con i cfo delle società coinvolte, su indicazione del Ministro Giovanni Tria. Palermo si sarebbe limitato a fare un discorso generico, mentre i singoli ad sono entrati nel dettaglio dei propri investimenti. Dovrebbero essere Terna, Snam e Italgas a fare la parte del leone assicurando circa il 65% del totale, mentre come ha specificato Palermo, Cdp si limiterebbe a supportare le partecipate con i finanziamenti.
Gli interventi sarebbero a rab, cioè remunerati sulla base di criteri definiti ex ante. Inoltre Palermo avrebbe segnalato che oltre i 22 miliardi potrebbero essere scongelati altri 5 miliardi di cantieri bloccati per la mancanza di norme primarie o di autorizzazioni. E' il governo a dover intervenire sulle pa per scongelare i fondi.
Con il piano di riforme strutturali che il governo intende mettere a punto, Cdp potrebbe spingersi fino a 35 miliardi di euro. Il numero uno dell' Enel, Francesco Starace, ha ricordato come la società elettrica ha investito negli ulti
mi tre anni 6,1 miliardi di euro in Italia, e nei prossimi tre anni investirà altri 8,3 miliardi. Tra le priorità del gruppo ci sono l' auto elettrica, le rinnovabili e la digitalizzazione della rete. L' amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha avuto un colloquio separato con Conte, perché doveva ripartire per Milano dove aveva un altro impegno. «Noi», ha detto Descalzi, «facciamo tanti roadshow con tutti gli azionisti, ed è giusto», ha aggiunto, che lo facciamo anche con il nostro maggiore azionista per spiegare cosa stiamo facendo in Italia».
Il numero uno del Cane a sei zampe ha ricordato come la società abbia un piano di investimenti di 22 miliardi nei prossimi quattro anni. Molto si è parlato di burocrazia. In Italia, ha fatto notare qualche partecipante al tavolo, per completare un' opera ci vogliono dai 7 ai 9 anni in media. Il tempo di costruzione, sempre parlando di medie, è di un anno e mezzo.
Il resto sono procedure autorizzative. Sul tavolo il governo ha messo diversi provvedimenti, dalla riforma del codice degli appalti, a delle norme di semplificazione e sburocratizzazione fino alla riforma della dirigenza pubblica. Non si sarebbe invece affrontato il tema del Titolo V della Costituzione.
3 – CONTE BUSSA ALLE PARTECIPATE MA PORTA A CASA MOLTO POCO
Gian Maria De Francesco per “il Giornale”
Le partecipazioni statali come volano dell' economia e anche come sbocco per la domanda di posti di lavoro. La grande novità del governo del cambiamento è un ritorno ai vecchi tempi del pentapartito, del tandem De Mita-Craxi oggi interpretato da Salvini e Di Maio. La storia, però, non si ripete la medesima: oggi la controparte del governo è fatta di società quotate e, dunque, la possibilità di utilizzarle come «leva» occupazionale è limitata dalla necessità di non deludere un' ampia platea di investitori.
L' incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il premier Conte, i suoi vice, i ministri economici e gli amministratori delegati delle aziende partecipate dal Tesoro (da Eni, Enel, Cdp e Ferrovie a Poste, Ansaldo Energia, Italgas, Snam e OpenFiber) non poteva che essere interlocutorio, ma è stata un' occasione per fare ancora propaganda.
SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA
Il tema del vertice era appunto lo scambio di opinioni su due proposte fondamentali che saranno contenute nella manovra. In primo luogo, assicurarsi che l' introduzione di «quota 100» non avesse un impatto negativo impatto sugli organici. In secondo luogo, garantire la sostenibilità del «piano Savona» di investimenti aggiuntivi che dovrebbero spingere al rialzo il Pil smentendo gli scettici.
La risposta affermativa l' ha fornita per primo l' amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti, Fabrizio Palermo, insediato dall' attuale esecutivo. Nel prossimo quinquennio Cdp conta di investire 22 miliardi, che grazie alle riforme che il governo punta a mettere in campo potrebbero arrivare a 35 miliardi. Palermo avrebbe parlato del confronto avviato da luglio con il ministero dell' Economia per il rilancio degli investimenti e avrebbe espresso un giudizio positivo, secondo quanto riferito da fonti governative, sul superamento della riforma Fornero.
Cifre messe poi nero su bianco dal capo del governo Giuseppe Conte che ha accennato a «un piano di investimenti aggiuntivo di 15 miliardi di euro rispetto a quello programmato dalle aziende per il prossimo quinquennio» e che «potrebbe arrivare a 20 miliardi se riuscissimo a realizzare la semplificazione burocratica le riforme strutturali». Difficile dare una spinta decisiva con 3-4 miliardi annui.
Molto più prosaico l' amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. «Una cosa normale per uno shareholder: noi facciamo tanti roadshow con gli azionisti ed è giusto farlo col nostro maggior azionista per spiegare cosa stiamo facendo in Italia», ha spiegato aggiungendo che «non ci sono state richieste specifiche ma si è parlato di investimenti e i nostri più importanti sono nella chimica, economia circolare, raffinazione, rinnovabili».
STEFANO BUFFAGNI LUIGI DI MAIO
Il top manager del Cane a sei zampe ha precisato che non si è parlato dell' acquisto di titoli di Stato («Investiamo in attività operative, non in titoli»). Né si è parlato di modifica dei piani di remunerazione degli azionisti «Non abbiamo parlato di dividendi anche perché stiamo parlando di dividendi super, di circa il 6%. Voglio trovare chi ne ha di questo tipo», ha concluso Descalzi.
Per ora non si metterà mano al «portafogli» delle partecipate per finanziare la manovra.
Anche se è stato comunque chiesto loro uno sforzo supplementare (che sarebbe stato accolto con una certa freddezza), come ha sottolineato Luigi Di Maio.
«Ci sarà più di un' assunzione per ogni pensionato», ha dichiarato aggiungendo che «questo tasso di sostituzione, maggiore del rapporto 1 a 1, avverrà grazie a quota 100». E, tuttavia, un ammonimento agli interlocutori il leader M5S ha voluto indirizzarlo riferendosi alla bocciatura di Fitch. «È una buona cosa se tutti quelli che hanno promosso i governi precedenti bocciano quello attuale», ha affermato. Parole non proprio tranquillizzanti per un uditorio di manager la cui designazione spetta al governo.