salvini lotito

LOTITO NELL'OCCHIO DI SALVINI - "C’E’ UNA BELLA DIFFERENZA TRA ME E LA LEGA. IO PAGO IL DEBITO FATTO DA ALTRI", LA BACCHETTATA DEL PRESIDENTE BIANCOCELESTE A SALVINI CHE NEL 2005 PROTESTAVA CONTRO LA LAZIO PER LA RATEIZZAZIONE DEL DEBITO – “OGNI ANNO VERSO 6 MILIONI AL FISCO. SALVINI ALL' EPOCA PROTESTAVA? QUESTO È UN PROBLEMA SUO…”

Sabrina Cottone per il Giornale

 

lotito

 Centrodestra a parte, non molti hanno gradito la rateizzazione fino al 2095 concessa dalla procura di Genova alla Lega per estinguere il suo contenzioso da 49 milioni di euro con lo Stato. In tanti, più o meno giustizialisti, si aspettavano un trattamento più duro di quello accordato dall' intesa: e cioè 600mila euro l' anno per 76 anni per scontare l' accusa di truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali 2008- 2010.

 

salvini

Difende a spada tratta la Lega Mariastella Gelmini, capogruppo dei deputati azzurri alla Camera: «L' accordo è positivo perché scrive la parola fine a una storia che ha rischiato di incrinare le dinamiche democratiche del Paese».

 

In controluce, oltre all' attacco a Matteo Renzi per la scelta di «schierarsi con i peggiori giustizialisti», si sente il sospiro di sollievo per la fine degli scontri con la magistratura.

Le critiche suonano più rumorose.

 

Mentre il deputato pd Michele Anzaldi si chiede se «la Corte dei Conti non ha nulla da dire» ed Emanuele Fiano accusa i 5Stelle di «silenzio ipocrita su furto e rate», a commentare l' intesa in tranches tra Lega e Procura di Genova, riemerge dal silenzio l' ex pm ed ex ministro Antonio Di Pietro, protagonista della stagione delle inchieste di Mani Pulite.

lotito

 

La rateizzazione «la posso giustificare, ma io non lo avrei mai fatto, perché la legge è uguale per tutti». Da esperto del tema, certo non da campione di garantismo nei confronti dei politici, eccolo annotare: «Non regge giuridicamente e formalmente, ma sul piano dell' opportunità prendo atto della necessità del magistrato di non apparire come contro chi sta al governo e ha un consenso elettorale, e quindi gli darei un' attenuante generica». Sarcasmo figlio della lunga frequentazione delle aule di giustizia.

 

MATTEO SALVINI-1

Alle facili ironie politiche sulle «comode rate» si aggiunge un inatteso attacco in arrivo dai campi da calcio. Correva il lontano anno 2005 quando il trentaduenne Matteo Salvini scese in piazza per protestare contro la dilazione nel pagamento dei debiti della Lazio concessa a Claudio Lotito nel momento in cui acquistò la società. E oggi il presidente biancoceleste si toglie qualche sassolino dalle scarpe. «C' è differenza tra me e la Lega di Salvini» dice a Repubblica Lotito, non a digiuno dei meccanismi perché più volte sotto indagine. Ecco ciò che distinguerebbe il segretario della Lega dal patron della Lazio: «Io pago il debito fatto da altri e ogni anno verso 6 milioni al fisco. Salvini all' epoca protestava? Questo è un problema suo. Io l' ho fatto per salvare la Lazio».

 

lotito

In realtà la vicenda giudiziaria è tutt' altro che chiusa e non solo per i parlamentari della Lega che, come ha confermato Salvini, «cacceranno fuori ogni mese il cash, pagando per eventuali reati commessi dieci anni fa da chi c' era prima di me». È attesa per il 20 novembre la sentenza della Corte d' Appello di Genova nei confronti di Francesco Belsito, Umberto Bossi e tre ex revisori contabili del partito.

lotito

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...