QUIRINAL GAME - BACIO DELLA MORTE PER PRODI: BERLUSCONI FA SAPERE DI NON METTERE IL VETO SUL MORTADELLA. DOPO ANNI DI BATTAGLIE E UN PROCESSO A NAPOLI PER L’ACQUISTO DEI SENATORI CHE LO FECERO CADERE, ORA IL PROFESSORE ACCETTEREBBE I VOTI FORZISTI PER IL COLLE?

Francesco Bei per “la Repubblica

 

berlusconi prodiberlusconi prodi

Dentro Forza Italia la chiamano la “teoria Minzolini”, essendo stato l’ex direttore del Tg1 il primo a proporla rompendo un tabù. È quella che postula «l’accordo con il diavolo» in persona, l’unico che potrebbe portare alla tanta agognata (da Berlusconi) pacificazione nazionale. Un diavolo con le fattezze bonarie di Romano Prodi. «Pensaci presidente — gli ha ripetuto più volte Minzolini — solo Prodi riuscirebbe a tenere testa a Renzi».

 

La novità è che il ragionamento ha iniziato a far breccia nella testa del leader forzista. E non è un caso se, prima di Natale, nell’intervista a Repubblica, Berlusconi abbia messo in chiaro di non avere nomi da proporre e di non avere nemmeno pregiudiziali nei confronti di nessuno. È stato il primo passo.

 

Berlusconi ProdiBerlusconi Prodi

Certo, l’antica ostilità nei confronti del Professore è dura a morire, ma il pragmatismo dell’ex Cavaliere è proverbiale. E in cambio di un eventuale disco verde alla candidatura di Prodi al Quirinale sarebbe lunga la lista dei desideri da esaudire. Primo tra tutti quel «riconoscimento politico» che Berlusconi, ancora nella condizione psicologica del condannato ai servizi sociali, ritiene sia suo diritto esigere. Su Prodi, fanno sapere ora dal cerchio magico, «certamente non c’è un veto». E anche questa è una novità non da poco. L’inimmaginabile diventa possibile? Tra il dire e il fare c’è ancora di mezzo un lunghissimo mese di trattative, ma forse anche di questo hanno parlato Renzi e Berlusconi nello scambio telefonico di auguri avuto la sera del 24 dicembre, dopo il Consiglio dei ministri.

renzi e berlusconi italicumrenzi e berlusconi italicum

 

Intanto i due schieramenti si guardano con curiosità. «Prodi al Quirinale? È un tema — ammette il senatore Pd Massimo Mucchetti — su cui un pezzo di mondo berlusconiano sta ragionamento seriamente». Per averne una riprova basta ascoltare Daniela Santanché. Che proprio a Romano Prodi pensava quando la scorsa settimana, ad Agorà, si è spinta fino a immaginare un voto favorevole all’arcinemico: «Ho votato Napolitano per spirito di servizio nei confronti del movimento politico. Votato Napolitano posso votare chicchessia se questa fosse la decisione di una squadra alla quale appartengo».

 

Minzolini intervistato Minzolini intervistato

Certo, dalle parti di Renzi questa strana alleanza prodiana che mette insieme falchi berlusconiani come Minzolini e Santanché, insieme a esponenti della minoranza interna come Mucchetti e Pippo Civati, è vista al momento con sospetto. Di tutto il premier ha bisogno tranne che di un candidato che plana sul Colle più alto a dispetto del segretario del Pd. Ma intanto il ghiaccio che ha tenuto bloccati i rapporti tra Berlusconi e Prodi ha iniziato a sciogliersi.

 

Come fa notare un berlusconiano della cerchia stretta, «per il Cavaliere rimettere in piedi un pilastro della seconda Repubblica come Prodi avrebbe il non secondario effetto di restaurare anche l’altro pilastro su cui si è retto il ventennio, ovvero se stesso» . Simul stabunt , appunto. Oltretutto, di recente, ci ha pensato la Crimea a metterli sulla stessa sponda del fiume.

 

VLADIMIR PUTIN E ROMANO PRODIVLADIMIR PUTIN E ROMANO PRODI

L’opinione di Berlusconi su Putin e la guerra in Ucraina è nota. Anche il Professore condivide la critica alle sanzioni occidentali contro Mosca, definite di recente «un suicidio collettivo». Ed è stato Prodi a volare al Cremlino lo scorso 18 dicembre, su invito di Putin, per un colloquio a quattr’occhi con lo zar. Un privilegio riservato a pochi, tanto più che il Professore non ha formalmente alcun incarico. Uniti oggi sulla Russia e domani sul Quirinale? «Berlusconi — confida un amico — non spera più nella grazia. Ma nella pace. E la pace la possono fare solo due nemici».

BERLUSCONI E PUTIN A VILLA CERTOSA NEL 2003BERLUSCONI E PUTIN A VILLA CERTOSA NEL 2003

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATOI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…