IL CAINANO S’ATTEGGIA A “RESPONSABILE” E FRENA LE SMANIE DI VOTO DEI “FALCHI” PDL –FINCHE’ C’E’ NAPOLITANO NON FINISCE NEL MATTATOIO DEI PROCESSI

Carmelo Lopapa per "La Repubblica"

È Amato il candidato prediletto di Silvio Berlusconi. Lo dice al presidente della Repubblica nel breve colloquio al Colle, accompagnato da Schifani e Brunetta. Ma al capo dello Stato dice anche che su Enrico Letta non ci sarebbero «pregiudiziali, se il Pd dovesse scegliere lui».

Il Cavaliere rientra a Palazzo Grazioli in serata dopo le consultazioni e racconta ai dirigenti come sia stata ribadita la linea della «responsabilità », niente veti. Anche se viene nettamente preferita la soluzione che porta al "dottor Sottile", conoscenza di vecchia data, con lui rapporti di stima immutata nei decenni.

Il leader Pdl, lasciando il Quirinale, sottolinea coi giornalisti solo l'esigenza di un «governo forte che possa prendere provvedimenti importanti, che non sia di passaggio ma duraturo».

Detto questo, inizia anche a dettare le sue condizioni e alla cerchia ristretta
confida tutte le perplessità, convinto com'è che il Pd alla fine rischi di spaccarsi sia su Amato che su Letta. «Nulla va dato per scontato» va ripetendo Berlusconi. E, tanto per cominciare, per questa mattina alle otto ha confermato la partenza per Dallas, per partecipare all'inaugurazione del "Presidential centre" dell'amico George W. Bush. Rientro almeno tra un paio di giorni.

Il fatto è che il partito è già in ebollizione. Sia nella cena di lunedì che ieri a pranzo, i falchi sono tornati alla carica. I Verdini, Brunetta, Santanchè, tra gli altri - sondaggi della Ghisleri alla mano (34 per cento al centrodestra) - non vedono di buon occhio il decollo delle larghe intese.

Berlusconi con loro è categorico, raccontano: «Teniamo i toni bassi, io mi sono impegnato con il presidente Napolitano sul piano personale, non possiamo far saltare tutto noi». Diverso è il caso se il Pd dovesse rinunciare a un governo politico e o se dicesse no ai punti programmatici del Pdl, allora, «l'opzione del ritorno al voto resterebbe valida».

Ed è lì che Brunetta sembra sia tornato all'attacco: «Basterebbe insistere sulla restituzione dell'Imu per noi irrinunciabile, per metterli in crisi». Ma è una tesi che per ora non convince il capo. Più interessato adesso a piazzare pedine di peso nei ministeri chiave.
Se questa mattina Amato riceverà l'incarico, allora ad affiancarlo per conto del Pdl sarebbe Gianni Letta (da vice o sottosegretario).

Condizione che sarebbe stata posta già ieri allo studio alla Vetrata allo stesso Napolitano. Con l'incarico al pd Enrico Letta, invece, il Pdl potrebbe essere costretto a «sacrificare al suo fianco il segretario, Angelino Alfano», racconta uno dei presenti al vertice serale. Poi c'è il nodo tutt'altro che secondario dei ministeri chiave, cima alle preoccupazioni del Cav.

La collocazione di Quagliariello alle Riforme viene data per scontata. Mentre per la poltrona di Guardasigilli, un Berlusconi convinto che non verrà mai concessa al Pdl fa sapere di non opporre alcun veto a Luciano Violante, del quale è stato apprezzato il dossier giustizia nel "libro" dei saggi.

E la candidatura Renzi? «Non l'abbiamo mai ritenuta in campo, è stato tirato fuori dal Pd per bruciarlo», taglia corto chi era al vertice no-stop a Grazioli. Ma se l'ostilità nei confronti del sindaco non si è trasformata in vero e proprio veto, al Colle, poco ci è mancato. E Sandro Bondi, che in mattinata aveva definito quella candidatura «in linea con la domanda di cambiamento del Paese», dopo ore di polemiche interne, è costretto alla retromarcia: «Il Pdl si esprimerà valutando le proposte degli altri partiti».

 

berlusca papaGIORGIO NAPOLITANO verdiniRENATO BRUNETTA DOCET santanche

Ultimi Dagoreport

meloni salvini chat fratelli d'italia

CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL GARANTE DELLA PRIVACY DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO "FRATELLI DI CHAT. STORIA SEGRETA DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI” – MA VE LI IMMAGINATE MELONI, LA RUSSA, CROSETTO, URSO CONSEGNARE VOLONTARIAMENTE IL LORO CELLULARE ALLE "TOGHE ROSSE" PER SCOVARE "L’INFAME"? - LA TALPA, INVECE, PASSANDO PER VITTIMA E DENUNCIANTE, ALLONTANA DA SE’ LA POSSIBILITÀ DI VERIFICA, COSTRINGENDO LA MAGISTRATURA A GUARDARE AL DI FUORI DEI PARLAMENTARI: QUINDI GLI STAFF, LE SEGRETERIE, I PORTAVOCE, GLI ANELLI PIÙ DEBOLI…

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?