salvini desiree

“BASTA ASILO AGLI IRREGOLARI” – DOPO IL CASO DESIRÉE LA LEGA STA COMINCIANDO A PERDERE LA PAZIENZA CON L’ALA GRILLINA PIÙ MORBIDA SUI MIGRANTI - SALVINI: “SE IL DL SICUREZZA FOSSE STATO GIÀ APPROVATO NON SAREBBE SUCCESSO NULLA. GLI EXTRACOMUNITARI CHE AVEVANO IL PERMESSO SCADUTO SAREBBERO STATI CACCIATI”

Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

salvini

La Lega sta cominciando sul serio a perdere la pazienza. Basta questa la linea del partito di via Bellerio - con l' opposizione interna alla maggioranza, il caso Desirée ha reso ancor più urgente l' approvazione delle norme volute dal Viminale.

 

«Non sarebbe successo nulla se il dl fosse stato già approvato», ha spiegato Salvini ai suoi, «gli extracomunitari che avevano il permesso scaduto sarebbero stati già cacciati».

Li ha chiamati «vermi», il ministro dell' Interno, ha promesso che la pagheranno cara: «Stringeremo ancor di più le maglie».

 

CHIMA ALINNO

Per facilitare l' espulsione degli irregolari, tra l' altro, è stata prolungata la durata massima di permanenza nei Centri per il rimpatrio da tre a sei mesi. Ma si sta pensando ad altre misure ad hoc. Il governo ha presentato un emendamento in Commissione Affari costituzionali del Senato sui «presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale».

 

salvini depone una rosa per desiree, la 16enne morta a san lorenzo 6

La domanda che serve ad ottenere l' asilo - recita - «è manifestamente infondata quando il richiedente è entrato illegalmente nel territorio nazionale o vi ha prolungato illegalmente il soggiorno». I permessi umanitari? «Altro che provvedimento disumano. Occorre al più presto è il refrain di Salvini smantellare questo tipo di scudo. E' un bluff, un ombrello che bisogna togliere subito. E' l' anticamera del degrado». Inoltre carcere da uno a 4 anni ed espulsione con accompagnamento immediato alla frontiera per lo straniero che, destinatario di un provvedimento di respingimento alla frontiera, rientri in Italia senza una speciale autorizzazione del ministro dell' Interno.

 

gregorio de falco

IN PRIMA LINEA

Il titolare del Viminale non sente ragioni: «Il decreto non si cambia». Il sottosegretario Molteni è in prima linea a palazzo Madama per combattere contro i vari De Falco, Nugnes, Fattori che non hanno alcuna intenzione di ritirare i propri emendamenti, alcuni dei quali sono coperti da Di Maio. «Il parere dell' Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Unhcr, sulla lista dei Paesi sicuri, deve essere obbligatorio e, se sfavorevole vincolante», una delle richieste.

ALFONSO BONAFEDE MATTEO SALVINI

 

Nelle intenzioni dei 5Stelle il relatore leghista Borghesi dovrebbe presentare altre modifiche concordate oltre le 19 previste e in cambio arriverebbe il via libera M5S a mettere la fiducia al Senato e alla Camera al provvedimento, così come chiede ora il Carroccio.

 

Due giorni fa il ministro della Giustizia, Bonafede, è rimasto sul vago rispondendo ad una domanda sulla possibilità di blindare il testo. Ma per la Lega troppe sono le trappole messe dai grillini. Salvini ritiene, per esempio, che l' emendamento per conferire altri poteri speciali a Roma sia «inammissibile».

 

fico

E' sempre l' ala che fa riferimento al presidente della Camera Fico a mettersi di traverso. Bonafede cerca di fare da scudo a Di Maio, preso di mira dall' ala integralista pentastellata. Ieri ha rilanciato la proposta di un decreto per inasprire le pene per la violenza sessuale, con l' introduzione di nuove aggravanti e aumenti di pena per i soggetti più vulnerabili. Il segretario della Lega si è apertamente lamentato durante il Consiglio federale perché, a suo dire, M5S non rispetta i patti. Su Roma ha fatto anche un assist a Di Maio smentendo di voler lanciare (per ora) una campagna elettorale per la conquista della Capitale («cercherò di aiutare la sindaca Raggi come ministro», ha spiegato) ma si aspetta che dagli alleati arrivi subito l' ok al suo decreto.

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