conte amatrice

“BASTA PROMESSE” - CONTE BERSAGLIO DELLA RABBIA DEI TERREMOTATI DI AMATRICE - UNA DONNA, CHE HA PERSO IL MARITO, SUICIDA PER LA CRISI POST SISMA, INVITA IL PREMIER NELLA SUA CASA "CON LE RUOTE" – MATTARELLA, DURISSIMO, SE LA PRENDE CON LA BUROCRAZIA: "L'OPERA DI RICOSTRUZIONE È INCOMPIUTA E PROCEDE CON FATICA, TRA MOLTE DIFFICOLTÀ ANCHE DI NATURA BUROCRATICA" – E L’EX SINDACO PIROZZI ATTACCA CONTE… - VIDEO

https://video.repubblica.it/politica/amatrice-4-anni-dopo-lo-sfogo-della-signora-con-conte-ho-perso-mio-marito-stanchi-delle-promesse/365954/366505

 

 

 

Massimo Malpica per “il Giornale”

 

conte amatrice

Contestato. Il quarto anniversario del sisma che sconvolse il centro Italia nell'estate 2016 non è una passerella per il premier Giuseppe Conte. Che, ad Amatrice, si presenta col fardello dei ritardi nella ricostruzione e tocca con mano dolore, rabbia (composta) e delusione di quanti aspettano ancora, da 1.461 giorni, che qualcosa cambi da quella notte terribile. Le premesse alla triste celebrazione non erano incoraggianti.

 

Il commissario straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, nel rapporto sui lavori già compiuti aveva ammesso i ritardi, imputandoli in buona parte alle lungaggini imposte dall'iter burocratico.

 

 L'ex sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, aveva chiesto alle istituzioni di limitarsi a chiedere scusa, per l'anniversario del terremoto. E ieri anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, scrivendo ai cittadini delle aree terremotate, ha fatto un mea culpa istituzionale: «Nonostante tanti sforzi impegnativi, l'opera di ricostruzione dei paesi distrutti è incompiuta e procede con fatica, tra molte difficoltà anche di natura burocratica».

conte amatrice

 

Così, quando Conte arriva per partecipare alla messa di commemorazione celebrata al campo sportivo dal vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, si confronta con quel clima, con quella disillusione. Un gruppo di amatriciani lo accoglie all'ingresso nel campo di calcio indossando magliette con la scritta «Presidente Conte vogliamo parlare con te». Lui li accontenta.

 

 «Oggi è la nostra giornata vogliamo concretezza, siamo stanchi delle promesse», attacca Luciana, una donna, rivolta a Conte. «Dobbiamo anche ringraziare il premier che ha ascoltato le proposte di noi sindaci del cratere», la interrompe il sindaco di Amatrice, Antonio Fontanella, provando a mediare. Lei insiste: «Ho dovuto lasciare la mia terra, ho perso mio marito qua, siamo stanchi, voglio risposte dal presidente, a tu per tu, seduti a un tavolo a casa mia, una piccola casa, su ruote».

 

conte amatrice

«Dopo vengo a casa sua e parliamo. Comprendo la sua insoddisfazione», abbozza Conte, e la donna ribatte: «Certo che comprende, ho perso mio marito per lo shock post-traumatico, si è ucciso, si è impiccato dentro casa, e sono stata io a trovarlo quella notte».

 

Mentre il sindaco insiste sul tasto delle accelerazioni previste per decreto nelle procedure per la ricostruzione, la musica sacra chiama alla messa, Conte «non vuole interrompere la cerimonia», chiude il confronto e raggiunge il segretario Pd Zingaretti nel settore riservato alle autorità, mentre tante sedie dei familiari delle vittime restano vuote. «Testimoniano compostezza ma anche un segnale chiaro», spiega Pirozzi, anche lui tra gli assenti. «Una protesta educata contro un premier che era già venuto qui a giugno 2018 e oggi, due anni dopo, ci dice che la colpa dei ritardi è della burocrazia. Io ho sempre rispettato le istituzioni, ma oggi non ce l'ho fatta», spiega al Giornale l'ex sindaco, ora consigliere regionale Fdi.

 

sergio pirozzi

Conte, prima di andarsene, sparge ottimismo, comprensione. E tanta, tanta prudenza. «Quando si perde una figlia e una nipote, si ha sempre ragione», spiega dopo aver parlato con un'altra donna, poi aggiunge che «i cittadini di Amatrice hanno perfettamente ragione» a lamentarsi dei ritardi, di quella promessa mancata di far risorgere il paese. La colpa, spiega però il premier, è della «normativa vigente», mentre le nuove norme permetteranno di accelerare. Ma non troppo.

 

Perché, conclude il premier, «tra 6 mesi non cambierà molto, tra un anno neppure. Il processo di ricostruzione è molto lungo e complesso». Conte torna a casa, a quanto pare senza pausa caffè nella roulotte della vedova, e agli amatriciani restano promesse. O, come dice Paolo Trancassini, deputato Fdi, proclami che «comunque dicono che anche oggi cominceremo la ricostruzione domani».

PIROZZI AMATRICE

 

2 - LO STATO PARLA MA NON FA

Stefano Zurlo per “il Giornale”

 

I discorsi. Gli appelli. Le macerie. Conte. Mattarella. Una donna esasperata. Tutti promettono e si stringono intorno alla comunità ferita. Sono passati quattro anni, tanti per tutti ma ancora di più per chi ha perso il filo rassicurante della quotidianità, e Amatrice è ancora un cratere, come si dice in questi casi. È successo all'Aquila con il terremoto e a Venezia con l'acqua alta e il Mose.

 

PIROZZI

È accaduto un'infinità di volte: perfino alcuni quartieri di Milano vanno regolarmente sott' acqua e i temporali si sono trasformati in un flagello che si ripete con sconvolgente regolarità. Tutti auspicano un cambiamento, un passo più deciso, meno burocrazia e più fatti, poi ci si avvita sempre nelle stesse dinamiche: quello che non si poteva fare prima, si farà domani. Oggi no, non ancora, ma la svolta è in corso e la gente vedrà e capirà. Sia detto senza voler minimamente criticare il capo dello Stato che anzi fa la sua difficilissima parte e beve l'amaro calice delle incompiute nazionali, ma siamo stufi. Basta con le parole, le stesse già sentite l'anno scorso, due anni fa e ancora prima.

 

NICOLA ZINGARETTI

Ad ogni cerimonia. Ad ogni ricorrenza. Ad ogni evento che rinnova il dolore, la prostrazione, il lutto. Non può essere un'orazione a restituire la dignità perduta e a cancellare le privazioni, la polvere, il vuoto, la nostalgia fisica dei luoghi incerottati, bloccati da una sorta di sortilegio maligno in attesa di una ripartenza che slitta e slitta ancora.

 

Amatrice è oggi il cuore ferito di un Paese che dovrebbe darsi meno regole e regolamenti per non sprofondare con il suo carico di vergogne. Abbiamo magnificato il modello Genova, ma, per ora, si è capito che resterà come un unicum. Troppo complicato, ci si scusi il paradosso, togliere le complicazioni. Gli abitanti attoniti nemmeno capiscono: i soldi ci sono, o almeno dovrebbero esserci, i progetti pure e la volontà anche. E allora? È così difficile offrire un quadratino di speranza a chi vorrebbe solo tornare a sedersi sul divano, in salotto?

 

sergio mattarella

O dormire in camera da letto? Come aveva sempre fatto e come facciamo tutti. La pietà esibita e vuota, alla lunga, mostra tutta la sua miseria. E si ritorce contro chi la pratica. Contro lo Stato e le istituzioni, sempre più lontani e distanti, astratti nel loro iperuranio. Questo limite é già stato superato nei tanti luoghi in cui ai disastri si è sommata una cronica inefficienza. Sempre denunciata e mai sconfitta. In queste situazioni meglio tacere: la forma è anche sostanza. E rispetto per chi non ha più nulla.

sergio mattarella 2sergio mattarella sergio mattarella con la mascherina conte amatrice

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...