“PER DIFENDRE IL MOVIMENTO DEVE DIMETTERSI” - DI BATTISTA E IL FRONTE DEGLI ORTODOSSI, DALLA TAVERNA A FICO, VOGLIONO STACCARE LA SPINA ALLA RAGGI - GRILLO CONSULTA GLI AVVOCATI E PROMOTORI FINANZIARI PER CONOSCERE I MECCANISMI DELLE POLIZZE E POI RASSICURA I SUOI: "NON C'È REATO"
alessandro di battista virginia raggi
Ilario Lombardo per “la Stampa”
Dimissioni. Una parola che rimbalza in maniera ossessiva tra telefonate e chat. Dimissioni, ora, subito. «A tutela del Movimento» dicono tutti i 5 Stelle del fronte anti-Raggi, quei deputati e senatori etichettati come ortodossi che da mesi chiedono il siluramento della sindaca di Roma, ostaggio dei suoi fedelissimi Raffaele Marra e Salvatore Romeo, due illustri sconosciuti, funzionari del Campidoglio che stanno mandando a picco la credibilità del Movimento nella città più importante che i grillini governano.
Roberta Lombardi, Carla Ruocco, Roberto Fico, Carlo Sibilia solo per citare i più noti, ma anche Paola Taverna: non ci mettono la faccia, non appuntano frasi evocative su Facebook o sbottano sulle chat collettive. Ma a modo loro fanno sapere cosa pensano: chiedono a Beppe Grillo di intervenire, certi che lo farà e che non cederà alle ragioni di realpolitik come dopo l'arresto di Marra. E invece il leader fa esattamente quello che aveva fatto a dicembre.
DIRETTORIO ROMANO 5 STELLE VIRGINIA RAGGI PAOLA TAVERNA ROBERTA LOMBARDI
L' unico a rompere il divieto sui commenti imposto da Grillo è Andrea Colletti, deputato abruzzese: «Raggi non dovrebbe riferire solo ai pm ma a tutti noi». Questa volta i guardiani della purezza del Movimento possono contare su un'altra voce autorevole che si è tenuta finora in disparte, Alessandro Di Battista che, nelle chat, i militanti romani sognano come prossimo sindaco se si andasse al voto con le elezioni politiche. Stufo dell'asfissiante spettacolo, il mattatore pentastellato si è confidato con alcuni deputati e attivisti romani: «Basta, non se ne può più» è stato il suo sfogo.
Ma anche se in cuor suo l' ha mollata, "Dibba" si attiene a quello che decide Grillo che comunque, fino alla fine, avrà l'ultima parola. Sono ore strazianti per il comico. Il web è già una valanga di commenti contro la sindaca. Passi per tutto quello che si è visto in questi mesi, i favoritismi, l'arresto di Marra, il caos degli assessori, la città impantanata, ma i soldi, l'ipotesi che dietro quelle polizze si nascondano ricatti o mazzette colpisce il cuore dell'ideologia anti-casta dei 5 Stelle.
La sa il più semplice attivista, come lo sa Davide Casaleggio che per tutto il giorno si tiene in contatto con Grillo e con lo staff della comunicazione riunito a Roma. Le emozioni e le reazioni cambiano con il passare delle ore. Piombata la notizia qualcuno commenta: «Se è vero la strozzo con le mie mani».
Poi partono le telefonate. La prima domanda di Grillo e Casaleggio è quella che si faranno tutti: «Raggi sapeva? O era beneficiaria a sua insaputa?». La situazione si fa via via più distesa. Vengono consultati legali e promotori finanziari per conoscere i meccanismi delle polizze.
beppe grillo davide casaleggio
Dal Campidoglio qualcuno contatta Romeo perché Raggi è chiusa, e lo sarà per ore, con i pm: «La sindaca non sapeva» confermano dal Comune che assieme allo staff e ai vertici studiano l' estrema difesa, quella che agli occhi di Grillo può scacciare l'incubo mazzetta: «Si tratta di una polizza ad accumulo, dopo qualche anno può riscattarla chi l'ha sottoscritta. Solo se quest' ultimo muore, il beneficiario ne può godere».
Nel caso di Romeo le polizze erano almeno tre, una per Raggi, un'altra per la sua ex, Alessandra Bonaccorsi, consigliera municipale dei 5 Stelle passata a Forza Italia, e una per il suo migliore amico nonché istruttore di vela. L'ex capo della segreteria della sindaca, secondo quello che hanno ricostruito i 5 Stelle, essendo un quarantenne in salute, avrebbe sottoscritto diverse polizze con vari beneficiari come forma di investimento.
«Non c' è nessuna corruzione» sostiene Grillo dopo le rassicurazioni degli esperti e degli avvocati. Resta però la domanda: perché Romeo sceglie Raggi? E perché la rende beneficiaria nel gennaio 2016, proprio nei mesi in cui dentro il M5S romano è in corso la battaglia contro Marcello De Vito per la candidatura a sindaco: «Romeo si era già accreditato come uomo di fiducia dei 5 Stelle e aveva un rapporto strettissimo con Virginia».
Strettissimo, al punto che si mette in aspettativa da semplice funzionario e diventa l' ombra della sindaca con stipendio triplicato. Ma fa nulla: Grillo si dice «tranquillo», insiste a difenderla e continuerà così almeno fino a quando dal destino di Raggi dipenderanno le sorti della campagna elettorale per Palazzo Chigi. Sempre che riuscirà a contenere la rivolta dei parlamentari che vogliono la testa della sindaca: «Ci mancava la polizza a sua i nsaputa - si lamenta una deputata - Ora faranno bene a dire che siamo come Scajola»