BAVIERA FATTA A MAGLIE - DAVVERO LA CSU RISCHIA DI CROLLARE, PORTANDOSI DIETRO ANGELA MERKEL? DALLE ELEZIONI DI DOMENICA DIPENDE IL FUTURO DELL'EUROPA A TRAZIONE GERMANOCENTRICA, ANCHE PERCHÉ BAVARESE È IL CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE UE, WEBER - È UN REFERENDUM SULL'IMMIGRAZIONE, CON AFD CHE SPINGE E CON I VERDI CHE CRESCONO. SE LA CANCELLIERA VIENE SCONFITTA, C'È CHI È PRONTO A PORTARE IL PARTITO A DESTRA
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Che succede in Baviera? Davvero la CSU, partito gemello della CDU di Angela Merkel, i democristiani ininterrottamente al governo dal 1946, rischia di crollare dal 48 al 33% dei consensi? Perché un voto statale, sia pur di 9 milioni di persone, potrebbe contenere un pericolo per tutta la Germania e per l'intera Unione europea? È l'immigrazione, stupido.
Più che l'economia, forse perché, come capita con gli argomenti che spaccano una nazione, contiene in sé tanto conseguenze economiche quanto questioni di identità di un popolo. Se a pagare per la politica di immigrazione fosse proprio chi da Berlino ha ritenuto di gestirla come un padrone, sarebbe se non da ridere almeno da riflettere.
Perché tanta attenzione internazionale a un voto regionale? Perché è la Baviera, naturalmente, il Land più ricco d'Europa, disoccupazione sotto il 3%, ovvero inesistente, e perché per una serie di circostanze politiche che si sono allineate una dopo l'altra, e inserite nel caos dell'Unione Europea aggredita da rabbia e reazione popolare, il voto appare e probabilmente è una pistola puntata alla tempia di Angela Merkel e degli equilibri germanocentrici, ovvero a egemonia tedesca, sempre più sfacciata, della politica e della finanza europee.
Manfred Weber, vicepresidente della CSU, attuale presidente del Partito Popolare Europeo, candidato a diventare il prossimo presidente della Commissione Europea, appoggiato obtorto collo da Angela Merkel, se al suo partito domenica le elezioni vanno male, forse la candidatura se la sogna. Ma se un gruppo di pressione conservatore lo appoggia, e ce la fa, forse cambia anche il modo di gestire la Commissione Europea. È un happening.
Il sito Politico.com parla di sangue che sarà versato. Si rifà agli ultimi sondaggi, dai quali si evince che l'egemonia mai messa in discussione della CSU, branca locale della CDU della Merkel, e’ in profonda crisi, ed è dilaniata dallo scontro furibondo tra il presidente del partito, Horst Seehofer, il suo ex ministro delle finanze, Markus Söder.
È andata così. L'anno scorso alle elezioni federali la CSU è andata male, Seehofer si è dimesso da premier bavarese, e il giovane Soder ne ha preso il posto.
Seehofer alla fine è diventato ministro degli Interni del governo di coalizione con i socialdemocratici, faticosamente messo insieme dalla Merkel, ed è in lite con la cancelliera a Berlino, in lite con Soder a Monaco. A Berlino ha minacciato di uscire dalla coalizione se la Merkel non avesse bloccato arrivi di massa di immigrati, poi si sono presi a capelli sul capo dei servizi, licenziato.
Domenica il vecchio si gioca di sicuro uno dei due posti, se non tutti e due, se i sondaggi che danno la CSU precipitata dal 48 al 33, saranno confermati. Ma anche la sorte di Angela Merkel, che odia il leader bavarese, è in bilico.
Chi ci guadagna se la CSU conferma la crisi di consensi? C'è anche la crisi della SPD, da non sottovalutare, aumentata da quando i socialdemocratici, che hanno clamorosamente perso le elezioni nazionali, dal 20 al 12, capitanati da quel Martin Schulz che a Bruxelles faceva tanto il galletto contro l'Italia, dopo aver detto “mai più con la Merkel”, hanno accettato di andare al governo. I loro voti starebbero passando perciò al partito verde che sarebbe al 18%, il doppio dell'ultima volta.
È un sondaggio affidabile? C'è chi ricorda che succede sempre così con verdi e ambientalisti, fa fine dire che li si vota, e poi, una volta nell'urna, si scelgono partiti più solidi. Ma se la crisi socialdemocratica e’ invece seria, il nuovo partito della sinistra moderata potrebbero diventare proprio loro.
Dall'altra parte c'è il diavolo, evocato dei giornali con le parole che si usano un po' con tutti i nuovi partiti sovranisti, nazionalisti, di destra. L'Alternativa per la Germania, AFD, e’ così demonizzata che a pochi anni dalla sua nascita soffre del problema opposto a quello dei Verdi, ovvero, tolti i militanti duri e puri, gli elettori dichiarano di non votarla e poi la votano.
In Baviera rispetto al resto del territorio nazionale ha anche un avversario forte, i conservatori di Freie Wähler, che vuol dire liberi elettori. Lo slogan della campagna è forte e testimonia della minaccia perché dice “noi manteniamo le promesse che vi ha fatto la CSU”. Di certo AFD per la prima volta andrà al Parlamento di Stato e quindi sarà presente in 15 dei 16 parlamenti regionali tedeschi.
afd manifestazione francoforte
Quali sono le promesse che sostiene di voler mantenere, a differenza del partito dominante? E' sovranista e antieuropeo ma soprattutto contesta la politica di immigrazione, seguita dagli aumenti dei costi delle case e dell'istruzione.
Dunque il referendum è sull'immigrazione. Se non è la questione dominante, allora CSU potrebbe tenere, i Verdi avere successo, e insieme fare un governo che piacerebbe ripetere a livello nazionale in futuro anche alla Merkel. Ma se così non sarà, tutto il possibile equilibrio politico si sposterà sulla destra.
La Merkel è obiettivamente in crisi a Berlino, molti errori e un'egemonia ormai stanca. Meno di un mese fa il suo stesso partito le ha teso una trappola, facendo fuori il suo candidato a capogruppo del partito con 125 voti contro 112. E il partito è pronto a uscire dall'equilibrio centrista imposto dalla cancelliera per spostarsi a destra, se necessario, anche con alleanze considerate proibite fino a poco fa.
Certo è che un crollo della CSU potrebbe essere l'occasione che aspettano gli avversari della cancelliera all'interno del partito per poterla accompagnare alla porta. Ci sono personaggi come il ministro della Salute, Jens Spahn, che contesta ferocemente la politica filo Islam, o quello dell'Agricoltura, l’ anti-abortista militante Julia Klöckner, c'è un nucleo forte di conservatori che non hanno mai accettato dopo il crollo delle elezioni dell'anno scorso la nuova riproposizione della Große Koalition. Preferiscono il blocco conservatore che è sovranista e anti Europa. Preferiscono il modello della vicina Austria o della Repubblica Ceca.
La verità? L'Unione Europea come unità politica è talmente malmessa che basta niente a farla crollare. Vedremo domenica sera.