maurizio belpietro giuseppe conte

QUANDO SI DICE FARE OPPOSIZIONE PER PARTITO PRESO – BELPIETRO: “QUANDO FU INTRODOTTO IL REDDITO DI CITTADINANZA, IL PD VOTÒ CONTRO E I PRINCIPALI CENTRI STUDI LO GIUDICARONO UNA FOLLIA. PRIMA CHE CADESSE IL SECONDO GOVERNO CONTE, ANCHE I GRILLINI SI RESERO CONTO CHE LA LEGGE AVEVA BISOGNO DI MANUTENZIONE. MA ORA CHE IL GOVERNO MELONI HA DECISO DI CAMBIARE LE REGOLE, LIMITANDO LA MISURA ALLE SOLE PERSONE CHE NON SONO IN GRADO DI LAVORARE, APRITI O CIELO…”

Maurizio Belpietro per “La Verità”

 

maurizio belpietro la verita

Fino a ieri la principale preoccupazione dei giornaloni e dell'opposizione riguardava la tenuta dei conti pubblici. «Con le loro promesse Meloni e soci ci manderanno in malora», era l'ottimistica conclusione di certi accorati editoriali con cui si invitava la maggioranza a non fare danni.

 

«Se si tocca la Fornero, anticipando l'uscita dal lavoro di chi ha meno di 42 anni di contributi, si scassa il bilancio dell'Inps», era l'obiezione della sinistra e di alcuni centri studi politicamente orientati. E ora che il consiglio dei ministri ha varato una manovra prudente, senza fare troppo deficit, ma investendo due terzi dei soldi a disposizione in misure che attenuino il rincaro delle bollette?

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Adesso che a Palazzo Chigi si è deciso di rinviare la riforma previdenziale a tempi migliori, ritoccando solo il necessario? Nel momento in cui si mette mano al Reddito di cittadinanza, riducendo la platea dei beneficiari? Beh, ovvio: neanche quello va bene.

 

Così, gli stessi che prima predicavano cautela per evitare che lo spread salisse, adesso accusano l'esecutivo di mancanza di coraggio e scarsezza di visione. In particolare, un assaggio del doppiopesismo di stampa e opposizione lo si è visto ieri, con i commenti a caldo dopo il varo della legge di bilancio.

 

GENTILONI RENZI

Con una certa dose di ironia lo ha notato anche Giorgia Meloni, che rispondendo alle domande dei cronisti ha replicato alle contestazioni in conferenza stampa dicendo di non ricordarsi tanta assertività ai tempi del governo Draghi.

 

Da parte nostra, possiamo aggiungere che altrettanta condiscendenza fu usata quando il premier era Giuseppe Conte, ma anche Matteo Renzi e Paolo Gentiloni dai giornalisti sono sempre stati trattati con i guanti bianchi. Le domande erano felpate, e invece di incalzare il capo del governo, la maggior parte dei rappresentanti della stampa annuiva.

 

MARIO DRAGHI CON I GIORNALISTI

Tutto ciò per dire il clima che ha accolto la Finanziaria: se con Mario Monti la stampa e le forze politiche erano adoranti, scambiando per tagli di spesa perfino le tasse, con Giorgia Meloni improvvisamente giornali e partiti d'opposizione hanno cambiato stile. La trasformazione più clamorosa riguarda il giudizio sul reddito di cittadinanza. Quando fu introdotto, il Pd votò contro e i principali centri studi lo giudicarono una follia che avrebbe creato un buco nel bilancio dello Stato.

 

Prima che cadesse il secondo governo Conte, anche i grillini si resero conto che la legge aveva bisogno di manutenzione. Ma ora che il governo Meloni ha deciso di cambiare le regole, limitando la misura alle sole persone che non sono in grado di lavorare, apriti o cielo. Il leader grillino, che dopo essere stato avvocato del popolo da qualche mese, per guadagnare consensi, si è trasformato in tribuno della plebe, minaccia di mobilitare la piazza e si dichiara pronto a tutto.

maurizio belpietro

 

A sollecitare manifestazioni di protesta è anche l'uomo che ha perso qualsiasi cosa poteva perdere, ossia Enrico Letta, il quale dimentico delle posizioni contrarie del suo partito, adesso difende il reddito di cittadinanza.

 

E Renzi e Calenda? Anni fa spararono a zero contro il reddito di cittadinanza, ma ora che bisogna recuperare consensi, e soprattutto attaccare il governo, la musica è cambiata: adesso urge demolire la manovra per demolire il governo. In conclusione, se si sgombra il campo dalle chiacchiere e dalle polemiche di partito, che cosa resta?

 

giorgia meloni conferenza stampa sulla manovra 3

Una Finanziaria fatta in un mese (ricordate quando Draghi fece capire che non aveva alcuna voglia di prepararla e qualcuno ipotizzò il rischio di un esercizio provvisorio?), con pochi soldi perché la gran parte erano già impegnati, ma con obiettivi precisi: le bollette, le pensioni, il cuneo fiscale, la card e l'assegno unico per i nuclei familiari con maggiori necessità, la revisione del reddito di cittadinanza.

 

A qualche economista colorato tutto ciò ovviamente non piace. Abbiamo sentito con le nostre orecchie Carlo Cottarelli dire in tv che l'intervento sulle pensioni premia interessi particolari. Secondo il professore, che è andato in pensione a 59 anni, chi di anni ne ha 62 e sulle spalle ne ha 41 anni di contributi regolarmente versati, evidentemente ha interessi particolari.

 

maurizio belpietro enrico letta atreju

Per lui e quelli come lui forse si devono regalare soldi, con il reddito di cittadinanza, a chi di anni magari ne ha trenta e i contributi non li ha mai pagati. Con il che si capisce quanto strumentali siano le critiche. Per dirla con la Meloni: quanto sono assertivi certi esperti quando non hanno di fronte né Monti né Draghi.

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME