L’ANIMA DE CHE? - DOPO VATTIMO E DE LUCA ANCHE BENNI FLIRTA COL MOVIMENTO NO TAV: ‘FINCHÉ CI SARANNO GIOVANI COME VOI, QUESTO PAESE HA ANCORA UN PEZZO DI ANIMA’ – PIGI BATTISTA: ‘VIOLENZE, MINACCE DI MORTE, DISTRUZIONI: SAREBBE QUESTA L’ANIMA?’
1. BENNI AL NO-TAV ACCUSATO DI TERRORISMO "TIENI DURO, SEI LA SPERANZA DELL'ITALIA"
Paolo Griseri per "la Repubblica"
Una lettera privata che diventa pubblica e apre un altro caso politico dopo quelli di Gianni Vattimo ed Erri De Luca. Un altro intellettuale della sinistra, Stefano Benni, esprime solidarietà ad esponenti del movimento No tav nonostante i gravi reati di cui sono accusati. «Era una lettera destinata a non essere pubblicata, scritta alla fine di gennaio a un ragazzo in carcere, uno degli otto con i quali intrattengo un rapporto epistolare», protesta Benni, colpito per l'eco suscitata dalla sua iniziativa.
La lettera privata è stata scritta a Mattia Zanotti, accusato insieme ad altri tre no Tav di area anarchica di aver partecipato all'assalto del 13 maggio scorso. Quella notte nel cantiere della Tav di Chiomonte vennero lanciate una decina di molotov e bombe carta con il rischio di intrappolare nella galleria gli operai addetti allo scavo. L'assalto venne organizzato nei minimi particolari con tre squadre che attaccarono il cantiere da punti diversi.
Secondo la procura di Torino l'azione venne pianificata con modalità tipiche delle azioni terroristiche e questa è la grave imputazione contestata ai quattro arrestati. «Caro Mattia - si legge nella lettera - ho avuto la tua età e mi sono ribellato, ho provato rabbia e ho conosciuto, anche se per breve tempo, la prigione militare.. Quando ero chiuso in caserma leggevo, parlavo con i miei compagni, scrivevo... Tu hai scelto di batterti per le cose in cui credi. Finché ci saranno giovani come voi, anche se diversi nelle idee e nelle forme di lotta, mi viene da pensare che questo paese abbia ancora un pezzo di anima e un respiro di speranza. A volte si è più liberi dietro un muro che in un deserto di indifferenza. Tieni duro ».
Frasi che certamente assumono un rilievo diverso se da corrispondenza privata diventano un fatto pubblico e dunque politico: «Rivendico il diritto di scrivere privatamente alle persone - protesta Benni - e di non vedere pubblicate quelle lettere. Il giorno che vorrò esprimere il mio punto di vista politico sulla Tav, lo farò». Ma la lettera, scritta alla madre del ragazzo detenuto, è stata pubblicata sui siti del movimento No Tav ed è inevitabilmente diventata di dominio pubblico. I familiari spiegano di aver agito solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione dello scrittore.
Benni non nega di aver autorizzato «la pubblicazione di una parte del contenuto della lettera, non tutta, specificando il contesto in cui era stata scritta». Comunque, aggiunge, «non drammatizzo, confermo la mia solidarietà a Mattia e agli altri e continuerò a darla». Un equivoco? Il risultato è la riapertura delle polemiche sul rapporto tra gli intellettuali e i movimenti e sulla solidarietà data a chi pratica la violenza. Polemiche che furono roventi quando Erri de Luca e Gianni Vattimo rivendicarono il diritto al sabotaggio.
Ma quelle rivendicazioni furono pubbliche e politiche. Ha lo stesso valore una lettera privata? E perché, se tale era, è stato deciso di metterla su un sito? La discussione è destinata a proseguire anche nelle prossime settimane in attesa che si chiuda la fase delle indagini preliminari e che i giudici decidano sul rinvio a giudizio dei quattro anarchici arrestati con l'accusa di terrorismo.
Un'accusa che ha già suscitato critiche anche se le modalità dell'assalto del 13 maggio 2013, con diversi gruppi d'attacco e addirittura l'acquisto di sim telefoniche per sfuggire alle identificazioni, renderebbero comunque difficile escludere un reato associativo.
2. BENNI E LA BANALITÃ DEL CONFORMISMO
Pierluigi Battista per âIl Corriere della Sera'
Inseguire i violenti, blandirli, assecondarli bonariamente, usare con loro tutti gli espedienti della retorica giustificazionista: cosa non si fa per provare di nuovo, dopo tanti anni di inverno dello spirito, il brivido della trasgressione. Stefano Benni si aggiunge alla schiera dei maestri del pensiero che abbracciano la violenza dei gruppi più estremi della galassia No Tav. Lo aveva fatto Gianni Vattimo.
Lo aveva fatto, ripetutamente, Erri De Luca. Ieri Benni ha scritto a un giovane in galera con l'accusa di essere un terrorista. Ha usato parole affettuose per lui, e di condivisione senza riserve dei metodi adottati, brutalmente violenti, per bloccare i cantieri della Tav. «Finché ci saranno giovani come voi, anche se diversi nelle idee e nelle forme di lotta, mi viene da pensare che questo Paese abbia ancora un pezzo di anima e un respiro di speranza».
Addirittura, l'anima. Ciò che colpisce è che, sulla scia di una lunga tradizione di interventismo degli intellettuali del tutto ignaro dei fatti, superficiale e puramente emotivo, non una parola venga spesa sulle «forme di lotta» adottate non dal movimento No Tav nel suo complesso ma da sue componenti che fanno della sopraffazione il metodo e della violenza l'unico mezzo. Fioccano le minacce di morte per giornalisti che si permettono di non sposare in toto le tesi della frangia violenta dei No Tav. Vengono minacciati gli operai, i fornitori, i trasportatori.
Forme di distruzione di impianti e mezzi sono all'ordine del giorno. Parlamentari piemontesi favorevoli alla Tav sono nel mirino dei violenti. Si stilano le liste di proscrizione per chi lavora nei pressi del cantiere. I magistrati perseguono reati specifici ma vengono trattati, come nelle stagioni più buie del terrorismo anni Settanta, come agenti della giustizia di «classe» da punire. Tutto questo sarebbe l'anima e la speranza dell'Italia, secondo Benni? Per ricevere un applauso, bisogna acconciarsi all'omertà mafiosa per nascondere i fatti, le violenze concrete, le intimidazioni ripetute? Cosa non si fa per un brivido di trasgressione. Ma non è trasgressione. à solo banalità . La banalità del conformismo.
Stefano BenniGRILLO INCAPPUCCIATO CON BENNI foto filippo facci notav mandano in prima linea i vecchietti Vattimo Gianni Vattimo jpegcort erri deluca michele masneri