BENVENUTI IN FRO-CINA! RISOLTO IL “PROBLEMA GAY”: FAR SPOSARE UN OMO CON UNA LESBO

Ilaria Maria Sala per LaStampa.it

Appena approvato in Francia il matrimonio per coppie dello stesso sesso, come viene vista la cosa in Cina? Il Paese più popolato al mondo continua ad avere un atteggiamento ambivalente al riguardo - in superficie, vista l'assenza di una morale religiosa, le preferenze sessuali non sono viste con lo stesso sospetto che si incontra in Paesi monoteistici.

Ma l'enfasi sulla conformità e sulla necessità (culturale, economica e sociale) del "perpetuare la discendenza" fa si che per la comunità LGBT (dalle iniziali dell'inglese lesbian, gay, bisexual and trans gender) il giorno in cui la loro identità sessuale può essere apertamente mostrata in pubblico e in famiglia è ancora lontano.

Così, la situazione conia neologismi: il più noto, e tragico, è quello di tongqi, ovvero, "moglie di un compagno", dato che "compagno", o tongzhi, è il termine di slang più diffuso per uomo omosessuale. Le tongqi sono donne che, a loro insaputa, hanno contratto matrimonio con uomini gay sotto pressione da parte delle famiglie affinché vivessero una vita "normale", possibilmente con tanto di bambino/a.

Dopo un clamoroso suicidio alcuni anni fa di una donna di 31 anni che aveva scoperto di essere sposata a un gay, la questione è stata ampiamente discussa online (la stampa cartacea è più conservatrice al proposito), dove il mondo del web si è regolarmente mostrato a favore dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. Secondo un calcolo inevitabilmente approssimativo le tongqi sarebbero circa 20 milioni, imprigionate in un matrimonio pro-forma che non hanno modo di far funzionare.

Ma se il movimento per i matrimoni gay ha una paladina di rilievo, Li Yinhe, sessuologa all'Accademia di Scienze sociali, che da diversi anni fa lobby presso il Parlamento cinese, nessun personaggio pubblico cinese ha fatto coming out, ammettendo cioè apertamente la sua sessualità.

Si diffonde dunque una nuova tecnica fra i membri della comunità LGBT, per rientrare in un'apparente conformità e tranquillizzare i genitori: sposarsi con un omosessuale del sesso opposto, un matrimonio pro-forma dove entrambi i contraenti sono consapevoli della sessualità dell'altro. Così, si popolarizzano i siti per incontrare qualcuno disposto a un matrimonio "xinghun", o a "sessualità mista" - di nuovo, grazie alla maggiore flessibilità accessibile sul web, questo tipo di organizzazioni possono più facilmente espandersi online che non nel mondo concreto.

Per il resto, la comunità LGBT cerca di fare piccoli passi per venire allo scoperto, con risultati finora piuttosto deludenti: sia i Gay Pride che le manifestazioni culturali a tema omosessuale vengono regolarmente chiuse dalle autorità, per quanto bar e discoteche apertamente gay riescono di solito a restare in affari più a lungo.

Solo Hong Kong, dotata di una larga libertà di stampa, riesce a parlare apertamente di queste cose: come si ricorderà per il caso di Gigi Chao, ragazza lesbica il cui padre miliardario, Cecil Chao, ha offerto 50 milioni di euro a chiunque potesse "curarla" portandola all'altare, che ha avuto l'effetto opposto a quello auspicato dal signor Chao.

Ovvero, non solo Gigi è uscita allo scoperto, ma è anche diventata un'attivista per i diritti degli omosessuali, dando molta più visibilità al problema della pressione familiare. Ma a Hong Kong le star che hanno dichiarato la loro sessualità al loro pubblico sono numerose, e questo, sperano, potrebbe influenzare quanto avviene nella Cina continentale.

 

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