beppe grillo luigi di maio

LUIGINO, C'È POSTA PER TE – BEPPE GRILLO SCARICA (DI NUOVO) DI MAIO E GLI INVIA UN MESSAGGIO DALLE COLONNE DEL "FATTO" (CHE ORMAI SEMBRA LA GAZZETTA DI CONTE): "STUPEFATTO PER L'INCAPACITÀ DI COGLIERE IL BELLO INTRINSECO NEL POTER CAMBIARE LE COSE. CON I PUNTI CHE RADDOPPIANO COME ALLA STANDA" - IL VECCHIO RACCONTO DI STEFANO BENNI SUL BLOG: “IO E LUIGINO ABBIAMO LITIGATO PERCHÉ LUI VOLEVA FARE UN CASTELLO DI SABBIA E IO INVECE UN PUPAZZO DI NEVE” – VIDEO

 

IPNOLOGIA DELL' ELEVATO: ZINGA, LUIGI E LE TRE TESTE

Beppe Grillo e il suo neurologo per "il Fatto Quotidiano"

 

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO

Pur dal suo ottusismo, Zinga rispondeva a una delle tre teste che parlavano nel messaggio: "Mai dire mai, Beppe". Tre teste, sì. Una rivolta a Luigi, incazzata e ancora stupefatta per l' incapacità di cogliere il bello intrinseco nel poter cambiare le cose.

Con i punti che raddoppiano come alla Standa. L' altra testa era rivolta a tutto il mondo, che sa soltanto spettegolare malignamente, trattenuto della serra mediatica. Che l' Elevato trafora elevandosi a contenere tutti gli umori presenti, su su fino alla stratosfera della mente collettiva.

 

Una terza mente incorporava la stanchezza di Conte, ma perché Conte è stanco? È l' unico che ha una casa dove andare, che possiede un filo conduttore interiore. Una persona eccezionale perché capace di rimanere normale: non sono tantissimi.

 

LUIGI DI MAIO MARCO TRAVAGLIO GIUSEPPE CONTE

In un mondo così inquinato da vedere il nulla dove c' è impegno e ragionevolezza, l' Elevato incorpora dentro a sè, per mondarli, gli spiriti più maligni: depressione, incapacità di cogliere con ironia quello che ti capita e brama di potere. Il suo messaggio rimbalza di continuo come la pallina di un flipper 3D che neppure il flipper stesso riesce a contenere.

giuseppe conte nicola zingaretti

 

I media, a cui non è rivolto alcun messaggio, non resistono e riecheggiano l' urlo dell' Elevato: non resterà altro da fare che inseguirlo. Esercitare la leadership facendosi inseguire, anche, ridendo.

 

UN PUPAZZO DI NEVE SULLA SPIAGGIA

Racconto di Stefano Benni pubblicato da Repubblica il 7 agosto 2000 e ripreso dal blog di Beppe Grillo il 30 agosto 2019

 

NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE SERGIO MATTARELLA

Caro diario. Domani partiamo per le vacanze. Mio padre mi ha preso da parte e mi ha spiegato che ho già tredici anni, sono una ragazzina intelligente e dovrò fare vacanze intelligenti. Non dovrò portarmi dietro la bambola e l’orsacchiotto Paco, perché non devo dipendere da niente. Anche lui, ha detto, lascerà a casa due dei suoi cinque telefonini. Ci serve proprio un po’ di svago e di vita sana. Abbiamo passato un bruttissimo inverno.

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

La mia città ha tre volte il tasso di polveri e benzene consentito. Ma una volta al mese fanno la domenica ecologica, chiudono il centro e ci danno il permesso di girare tutti insieme in bicicletta, così possiamo respirare tutta la merda in una volta e il giorno dopo le macchine hanno un po’ di aria pulita da inquinare nuovamente. Per via di questo inverno un po’ impestato il mio fratellino Luigino ha avuto tredici virus con quarantadue di febbre, io sei bronchiti, mamma una vecchia allergia ai pollini insieme a una nuova allergia ai peli di cammello (per fortuna siano stati allo zoo solo due volte).

 

STEFANO BENNI

Papà ha avuto la congiuntivite allergica con gli occhi rossi per sei mesi, e una stomatite che gli ha scoperto le gengive, e una notte che era vestito di nero un uomo ha cercato di ucciderlo con un paletto nel cuore. Per finire il nostro cane, Bongo, ha preso da un gatto le zecche che i piccioni prendono dai topi. Ma il dottore ha detto che tutte queste malattie sono nella norma e anche nel 1936 ci fu qualcosa di simile. Ma ora respireremo un po’ d’aria sana.

 

L'ARTICOLO DEL NEW YORK TIMES SU GIUSEPPE CONTE 'L'INSOSTITUIBILE'

Siamo sull’autostrada bloccati da nove ore. La fila è di cinquanta chilometri ma la radio ha appena detto che nel 1996 ce ne fu una molto più lunga. Diluvia e ci sono dieci gradi all’ombra, ma il meteorologo ha appena detto che la temperatura è sostanzialmente nella norma. Nessuno spegne il motore e l’aria non è proprio pulitissima, Luigino vomita, Bongo si gratta, io tossisco, mamma ansima e papà bestemmia.

 

giuseppe conte luigi di maio 1

Ho letto da qualche parte che ci sono già le auto elettriche e quelle che vanno a olio di colza non inquinanti, ma le industrie non le vogliono, l’olio di colza è contingentato e addirittura da qualche parte si sono rifiutati di assicurare le auto che vanno con l’olio di colza. Io spero che qualcuno la tiri fuori davvero questa storia dell’olio, se no siamo fritti. Mentre siamo in fila, ascoltiamo la radio. Siccità in Africa, bufere di vento in Sardegna, alluvioni in Scandinavia e incendi in tutta l’America. Un meteorologo però dice che nel 1869 ci fu un anno simile e quindi siamo nella norma.

 

LUIGI DI MAIO VIRGINIA SABA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

Finalmente abbiamo raggiunto il mare e siamo corsi subito in spiaggia. Soffiava un tipico vento gelido di agosto, gli ombrelloni volavano dappertutto e faceva un freddo bestiale. Io e Luigino abbiamo litigato perché lui voleva fare un castello di sabbia e io invece un pupazzo di neve. Verso sera una nave, spinta dalle onde in burrasca, si è arenata sulla spiaggia.

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini

 Tutti sono corsi lì armati di bastoni e spiedi pensando che fossero curdi. Invece era un traghetto che andava alle Eolie ed era stato spinto lì dalla tempesta. Sopra c’era anche un signore che fa il meteorologo e si chiama dottor Norman, che ha spiegato a papà che nel 1934 ci fu un episodio analogo. Siamo stati un po’ barricati dietro l’ombrellone, e poi papà si è vestito con la muta e la giacca a vento e ha provato a fare il bagno. Si è quasi congelato, ma quando è uscito si è alzato un vento rovente di scirocco che l’ha cotto in pochi istanti. Norman ha detto che era tutto nella norma, compreso l’incendio che ha distrutto la nostra pensione, la bufera di vento che ci ha portato via la tenda e la tempesta di polvere che ci ha accecato, così che papà ha rimontato la tenda sul formicaio più grosso dell’occidente. Abbiamo dormito in una buca nella sabbia.

fico grillo di maio

 

Stamattina per fortuna fa più caldo. Cinquantasei gradi all’ ombra, e un vento africano che porta sabbia, raffiche di couscous e, purtroppo, peli di cammello a volontà per la povera mamma. Io penso che noi umanoidi abbiamo combinato un bel casino con questo clima, che ci vorrebbe una commissione climatica mondiale che ci informasse davvero e imponesse regole da rispettare, e mi piacerebbe che le notizie di questa commissione fossero la prima notizia del telegiornale, ancora prima dell’indice Mibtel e delle vacanze dei Vip.

 

BEPPE GRILLO CON LA MANINA

Al pomeriggio ha cominciato a piovere, c’è stata una piccola alluvione e grandinata color tamarindo. Io e Luigino l’abbiamo assaggiata e non era male, però poi ci è venuta la colite e siamo stati tutto il pomeriggio seduti sulla norma. Papà ha detto io me ne frego del maltempo, io faccio il bagno, è entrato in acqua e ha trovato prima le meduse e poi la mucillaggine, è uscito che sembrava una gelatina semovente, e tutti i bambini della spiaggia lo hanno preso per un pokemon e se lo sono disputato.

 

LUIGI DI MAIO

Il dottor Norman ha detto al papà che nel 1965 ci fu un caso di mare inquinato in quel modo, sono calamità naturali e non bisogna cedere all’allarmismo e alla tentazione di incolpare uomini e industrie. In quel momento è giunta a riva una chiazza di petrolio venuta da chissà dove. Papà e il dottor Norman si sono infilati in un branco di fenicotteri e così sono riusciti a farsi pulire da Greenpeace. Ieri Luigino sotto la tenda ha preso un nuovo virus con quarantasei e mezzo di febbre. Il dottore ha detto che aveva già visto un caso simile nel 1988, però si trattava di un würstel. Nel delirio Luigino mi ha confidato che crede di avere capito tutto. Tutte le volte che succede qualcosa di mostruoso, basta dire che è una calamità naturale, ma soprattutto che è già successo e anche peggio.

maria elena boschi luigi di maio

 

Quindi, basta tenere presente Hitler e ogni politico italiano va bene. Ogni nuovo virus è meglio del colera. Ogni catastrofe climatica è meglio del diluvio universale. Un maremoto non è un problema, a meno che non depositi sulla spiaggia degli extracomunitari. Chi si lamenta per far più soldi in economia è uno stratega, chi si lamenta di cose che potrebbero danneggiare l’economia è un allarmista. Quindi ognuno può continuare a inquinare, disboscare, chimicizzare, sfruttare. Pensandoci bene, c’era del metodo nel delirio di Luigino. Volevo discuterne con papà, ma era impegnato in una discussione coi vicini di tenda sui pericoli della radiazioni da cellulari, e su perché la pubblicità dice che le telefonate costano meno ma la bollette crescono. Il dottor Norman ha detto che c’era già stato un caso simle nel 1864, in una bolletta del gas in Alabama. Tutti si sono rassicurati.

Grillo e Di Maio

 

Una ventata di bora ha fatto volare via le tende, poi un fiume vicino è straripato e abbiamo fatto il barbecue con cefali fangaioli e cotolette di nutria. Oggi finalmente c’è un tempo discreto, pioviggina. Abbiamo fatto il bagno, le meduse non c’erano, c’era solo uno squalo, ma è passato vicino a Luigino ed è morto di tonsillite in pochi istanti.

 

Sul giornale ho letto che in Africa non c’è più un goccio d’acqua e nell’Artide i ghiacci si sciolgono a tempo di record, che il clima mediterraneo è fottuto e si prevedono tornadi mai visti. L’ho letto in un trafiletto tra le notizie della fusione tra Telecom, Cragnotti, Mediaset e la Triade Cinese. Nel paginone sulla fine dell’amore tra Max e Anna. Verso sera la situazione è peggiorata. Si è messo a nevicare. Luigino è stato punto da una nuova zanzara tropicale, mamma starnuta come un locomotore.

LUIGI DI MAIO DECRETO DIGNITA

 

 

Ma papà ha detto che bisognava assolutamente reagire e fare il bagno, si è fatto prestare una tavola da surf e si è lanciato contro un’onda di sei metri. È rimbalzato sulla cima di un pino, al centro del solito incendio. Il dottor Norman stava rassicurandolo spiegandogli che era succeso qualcosa di simile nel 1789, ma papà gli ha tirato un pugno in faccia di incredibile potenza, scardinandogli metà dei denti, poi lo ha rassicurato dicendo che aveva dato un pugno molto peggiore a un suo compagno di scuola nel 1956, e quindi il pugno doveva considerarsi nella norma. A sera abbiamo arrostito delle bistecche di medusa sulla schiena di Luigino e mamma si è ripresa dall’ asma inalando dalla marmitta della macchina. Sembra che abbia una sindrome di dipendenza dal benzene.

LUIGI DI MAIO

 

Papà sta facendo le valigie e piange. Io ho aperto la radio e ho sperato in qualche buona notizia. C’era una lite tra Berlusconi e Veltroni esattamente uguale alle quindici precedenti. Cossiga e Amato facevano finta di essere stati all’estero negli ultimi trent’anni. Poi c’erano tutti gli indici Mibtel, Nasdaq, e le novità degli amori Vip in Costa Smeralda, il calciomercato e la moda inverno-inverno. Non una parola sull’aria, sugli oceani, sul mio febbrile e alluvionato futuro. Perciò ho deciso di farla finita.

 

GRILLO COMMENTA DI MAIO SULLA COPERTINA DI FORBES

Sono andata in riva al mare e ho camminato nell’acqua, aspettando che le onde mi sommergessero. Sfortunatamente il mare era ghiacciato. Vorrei sapere che cosa ne pensa il dottor Norman, ma non riesce ancora a aprire la bocca. Mi sono sdraiata sulla sabbia e ho pensato: come pretendete che facciamo due settimane di vacanze intelligenti se vi comportate da stupidi tutto il resto dell’anno? Ho contato le stelle. Erano due, tra nuvole nere e vapori di petrolio. Poi mi sono addormentata tutta agitata pensando: beati quelli che han paura degli scippi.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIOLANZALONE E LUIGI DI MAIOLUIGI DI MAIO E LA PIZZAGIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINILUIGI DI MAIO CON ANTONIO TRINGALILUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTELUIGI DI MAIO

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...