raggi lanzalone berdini stadio roma

IL PURO BERDINI CHE EPURÒ GLI IMPURI A 5 STELLE - ''DOPO LE RIUNIONI CON FRACCARO, BONAFEDE E LANZALONE, IL NO PER LO STADIO SI TRASFORMÒ IN UN SÌ''.  L'EX ASSESSORE DELLA RAGGI ERA IL NEMICO NUMERO UNO DEL PROGETTO, E ORA È UNO DEGLI ACCUSATORI PRINCIPALI DEL SISTEMA PARNASI: 'ANCHE LANZALONE ERA CONTRARIO, POI…'

 

Claudia Fusani per http://notizie.tiscali.it/

 

PAOLO BERDINI - ROMA POLVERE DI STELLE

“A dette riunioni parteciparono anche, con mia sorpresa, gli onorevoli Bonafede e Fraccaro. Fu allora che si iniziò a discutere della possibilità di mediare con la Roma per autorizzare la realizzazione dello stadio. Prima di allora e fino all’inizio di gennaio 2017, l’indirizzo fermo del Comune era di revocare la dichiarazione di pubblico interesse rispetto al progetto del nuovo stadio a Tor di Valle”. Troppo le controindicazioni rispetto a quel progetto: urbanistiche, ambientali, logistiche. La giunta Raggi ne era consapevole.

 

Eppure quell’opinione “ferma” è cambiata in poche settimane grazie alla mediazione dell’avvocato lobbista Luca Lanzalone, amico di Beppe Grillo e Davide Casaleggio e affidato alle cure dell’onorevole Alfonso Bonafede, oggi ministro della Giustizia.

 

La mattina del 31 maggio scorso, mentre il governo Lega-5 Stelle sta prendendo forma intorno al Contratto di governo dopo settimane di stop and go,  l’ex assessore all’urbanistica del Comune di Roma Paolo Berdini è seduto in Procura, a piazzale Clodio, davanti al pm Barbara Zuin e all’aggiunto Paolo Ielo. L’attenzione generale è tutta sui messaggi incrociati che Salvini da una parte e Di Maio dall’altra mandano via Tweet e Facebook, dopo settimane di pena il Quirinale è pronto per chiamare e dare nuovamente l’incarico al professor Conte.

 

berdini.

A piazzale Clodio, nelle stesse ore, si sta formalizzando nella massima segretezza,  l’atto che dopo 12 giorni farà tremare il governo Conte svelando il “sistema Parnasi”, il costruttore al centro dell’ennesimo sistema di corruzione, favori e clientele dove sono coinvolti , appunto, i partiti protagonisti del governo del cambiamento, Lega e 5 Stelle. Del resto, funziona così da sempre: gli affari cercano chi ha il potere, chi può offrire loro scorciatoie per condurre in porto i propri interessi; sta al potere avere gli anticorpi necessari per respingere le avances.

 

 

Dove va l’inchiesta

PAOLO BERDINI

Il ruolo del sindaco Virginia Raggi; del vicesindaco Bergamo; dell’assessore all’Urbanistica Luca Montuori; dell’avvocato e lobbista Luca Lanzalone e degli attuali ministri Bonafede e Fraccaro, all’epoca – nel 2017 – i “commissari” della sindaca già incappata, dopo sei mesi di governo della Capitale, in scivoloni, leggerezze e qualche ipotesi di reato (giovedì inizia il processo per falso nella nomina di Renato Marra, fratello dell’ex braccio destro Raffaele): è anche intorno a queste figure che in queste ore la procura sta decidendo come sviluppare l’inchiesta che nasce intorno alle autorizzazioni per la costruzione del nuovo stadio della Roma calcio. In settimana saranno disponibili nuovi atti, via via che i legali presentano i ricorsi al Tribunale del riesame (sono 9 gli arrestati). 

 

Dalle migliaia di carte già disponibili il confine tra l’illecito penale e l’illecito morale è molto sottile, spesso intrecciato. Alcuni atti possono essere a loro modo illuminanti per capire fino a che punto gli amministratori capitolini sono stati complici consapevoli di eventuali illeciti. Come il verbale di sommarie informazioni rilasciato dall’ex assessore Berdini, sentito come persona informata sui fatti quella mattina in cui tutta Italia guardava al Quirinale in attesa di un governo. 

 

      

LANZALONE E RAGGI

 

Il dietrofront a gennaio 2017

Berdini era contrario alla costruzione dello stadio a Tor di Valle, per il modello di edilizia contrattata, per il luogo prescelto, per la mancanza totale di infrastrutture. Fino a gennaio 2017 era convinto di avere al suo fianco tutta l’amministrazione. Almeno fino all’arrivo di Lanzalone.  

 

“La prima volta che l’ ho visto – racconta Berdini alla pm - era stato invitato direttamente dal Sindaco ed è arrivato con due persone . La posizione del Comune - e del Movimento 5 Stelle - era all’epoca assolutamente contraria al Progetto Stadio ed io la condividevo”. Lanzalone era stato chiamato “come consulente, per valutare se in caso di annullamento il Comune sarebbe stato gravato dall’obbligo di risarcire danni alla Roma o al gruppo Parnasi”. Berdini non comprende “il perché di tale incarico visto che i pareri sulla questione erano già stati tutti formulati dall’Avvocatura”.

 

 

 

“Lanzalone era contrario come noi…”

LANZALONE

E’ Berdini che fornisce a Lanzalone tutta la documentazione e, riferisce al pm, “anche lui era favorevole alla posizione del Comune e asseriva che la Roma e il gruppo Parnasi non avrebbero potuto avanzare pretese risarcitorie nei confronti del Comune”. A fine gennaio 2017 il dossier stadio sembra quindi avviato verso l’archiviazione.  Ma non è così.

 

“Nonostante la già avvenuta formulazione del parere – spiega Berdini ai pm -  Lanzalone continua ad interessarsi, con il consenso del sindaco, alla vicenda assumendo via via un ruolo di consulente e fiduciario della Raggi”. E’ in quei giorni che Berdini avverte “un cambiamento di atteggiamento da parte del sindaco (Raggi, ndr) e del vicesindaco (Bergamo, ndr) nel senso che sembravano maggiormente orientati all’idea di trovare un compromesso per autorizzare il progetto”.

 

 

 

Galeotto il tweet del Capitano

Galeotto fu, a quel punto, il tweet di capitan Totti con l’hastag #famostostadio. Era il 6 febbraio 2017. “La sera stessa – ricorda Berdini a verbale - il vice Sindaco Bergamo mi telefonò rappresentandomi la necessità di cercare una mediazione con la Roma per confermare la dichiarazione di pubblico interesse del Nuovo stadio. Pochi giorni dopo ho tenuto l’ultima riunione in assessorato proprio per discutere sulla questione e furono invitati, come sempre, Baldissoni e Parnasi.

 

LUCA LANZALONE

Era presente anche il Vice sindaco Bergamo, un fatto abbastanza inusuale, che insistette per raggiungere un’intesa. Prima di allora, tra l’Epifania e la fine di Gennaio, c’erano state tre riunioni in Campidoglio alle quali oltre al Sindaco, erano presenti il capogruppo Ferrara (indagato, ndr), alcuni consiglieri della Commissione urbanistica (certamente Iorio e Calabrese),  Lanzalone e i suoi collaboratori. A dette riunioni parteciparono anche, con mia sorpresa, gli onorevoli  Bonafede e Fraccaro. In dette riunioni si iniziò a discutere della possibilità di mediare con la Roma per autorizzare la realizzazione dello stadio”.

 

 

 

riccardo fraccaro 9

Da consulente a consigliere

A questo punto del verbale, Berdini sottolinea come Lanzalone “da consulente di fiducia del sindaco per un fatto molto specifico (il capitolo penali, ndr), divenne pian piano un consigliere che influiva su tutto il dossier stadio, anche sulla fattibilità”. Un vero e proprio “assessore per la questione stadio che operava in stretto rapporto con il sindaco e con quest’ultimo ha condiviso il cambiamento della posizione del Comune”. A quel punto Berdini ritiene esaurita la sua funzione di assessore (“sono stato nei fatti esautorato”) all’urbanistica e si dimette. Era il 14 febbraio 2017. L’inchiesta muoveva allora i primi passi.

 

 

 

Le domande dei pm 

riccardo fraccaro luigi di maio 8

Il racconto dall’interno è fondamentale per la procura per chiudere il cerchio intorno alla prima fase delle indagini in cui ha contestato l’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al traffico illecito di influenze e al finanziamento illecito ai partiti (9 arresti e 27 indagati). Quello che serve ancora chiarire è cosa si è mosso intorno alla sindaca e al suo staff in quelle settimane dei primi mesi del 2017 per far cambiare idea sul nuovo stadio.

 

DI MAIO FRACCARO

 Se Lanzalone si è mosso da solo con il costruttore Luca Parnasi – con cui poi la “collaborazione” si è estesa ad altri progetti del comune e alle nomine, a cominciare da Cassa depositi e prestiti – oppure se anche altri hanno partecipato ad un’operazione di lobbying chi si muove sul confine sottile tra lecito e illecito. A che titolo, ad esempio, i “commissari” Fraccaro e Bonafede partecipavano a quelle riunioni? Perchè Di Maio dice che “la nomina di Lanzalone a numero 1 di Acea è stato “un premio” per la trattativa sulla stadio”? Soprattutto perché Lanzalone doveva essere premiato con una nomina dal valore di 240 mila euro l’anno?

 

RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA

Un premio da 240 mila euro

Fondamentale, in questo senso, è anche capire la tipologia dell’incarico a Lanzalone come consulente . Un incarico “gratuito” che nei fatti trasforma l’avvocato in un pubblico ufficiale e come tale, al momento almeno, non perseguibile per quello che riguarda l’incarico in Acea. A questo proposito Berdini spiega: “Ho posto al sindaco il problema del pagamento di Lanzalone perché quest’ultimo metteva un impegno considerevole nella questione. Il Sindaco mi ha detto che avrebbe trovato il modo di inserirlo formalmente nel suo staff con un incarico di consulenza”. L’incarico arriva l’8 marzo 2017 ma non viene mai protocollato. La nomina in Acea arriva in aprile.

 

 

 

Centinaia di omissis 

LUIGI DI MAIO ALFONSO BONAFEDE

Le centinaia di omissis dicono che l’inchiesta ha molti altri filoni che devono essere seguiti. Gli arresti in questa fase sono stati necessari per fermare altri accordi che avrebbero potuto, ad esempio, condizionare le nomine di enti pubblici e partecipate –550 – che nelle prossime settimane il governo andrà a fare. Governo con cui  Parnasi vanta ottimi rapporti (“io pago tutti, l’ho sempre fatto”) e di cui può dire: “Il governo lo sta a fa’ io”.  Molti utili chiarimenti li potrebbero dare anche i ministri Bonafede e Fraccaro da cui Raggi fa discendere “la consulenza” di Lanzalone (“me lo hanno imposto loro e Di Maio” ha detto ai pm).  L’ex segretario del Pd Matteo Renzi chiede che Bonafede, fra i tre sembra essere il più vicino a Lanzalone, venga a riferire in aula, al Senato. Ma forse prima dovrà spiegare ai magistrati.

 

ALFONSO BONAFEDE ABBRACCIA LUIGI DI MAIO E DI BATTISTA GUARDA

 

 

Alfonso Bonafede alfonso bonafede

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A ’STI POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…