mario delpini bergoglio don marco pozza

IN VATICANO C’È UN BEL CLIMA DA RESA DEI CONTI – IL COMMENTO DEL CAPPELLANO DEL CARCERE DI PADOVA, IL BERGOGLIANO DON MARCO POZZA, ALL’INTEMERATA ANTI-BERGOGLIO DEL VESCOVO DI MILANO, DELPINI: “UN ARCIVESCOVO CHE SBEFFEGGIA IN PUBBLICO IL PAPA E UN CONFRATELLO PERCHÉ LA SEDE È ANCORA SENZA PORPORA ERA QUALCOSA CHE ANCORA CI MANCAVA ALLA COLLEZIONE” – DALLA CURIA DI MILANO PROVANO A GETTARE ACQUA SUL FUOCO SUL METROPOLITA “ROSICONE”: “ERA CHIARAMENTE IRONIA, UN MODO PER BUTTARLA SUL RIDERE” - VIDEO

L'ARCIVESCOVO DI MILANO DELPINI CONTRO BERGOGLIO

 

1 - NEANCHE I VESCOVI CAPISCONO IL METODO CON CUI IL PAPA SCEGLIE I CARDINALI

Estratto dell’articolo di Matteo Matzuzzi per “il Foglio”

 

il discorso di monsignor delpini contro bergoglio

[…] Il Papa è ovviamente libero di dare la porpora a chi vuole, e lo sa anche Delpini. Il fatto però che abbia scelto di lasciare fuori dal collegio una delle diocesi più vaste del pianeta […]  per favorire invece la modesta Como (suffraganea di Milano), ha riportato a galla un certo malessere che in vasti settori dell’episcopato si manifesta nei riguardi della conduzione della Chiesa.

 

oscar cantoni mario delpini

Non è pettegolezzo da sacrestia, è sufficiente infatti riprendere certi interventi pronunciati all’Assemblea generale della Cei lo scorso maggio o alcuni spunti emersi nei lavori del recente concistoro in Vaticano.

 

Dove, tra una riunione e l’altra, la questione della successione a Francesco non era argomento tabù. Più che discettare di nomi e profili, ci si soffermava proprio sulle scelte legate alla formazione del Collegio cardinalizio, molto vicino alle idee del Papa regnante. Anche a costo di lasciar fuori sedi storiche ma governate da pastori con sensibilità diverse.

 

mario delpini

2 - L'ARCIVESCOVO DI MILANO E LA FRECCIATA AL PAPA: «NON SIAMO DEI BAUSCIA»

Fabio Marchese Ragona per “il Giornale”

 

Gli hanno dato malignamente del «rosicone», che a tutti i costi voleva togliersi un sassolino dalla scarpa per non avere avuto dal Papa la berretta cardinalizia, andata invece al vescovo di Como. Monsignor Mario Delpini, l'arcivescovo di Milano, in realtà ha sfoggiato la sua solita ironia e utilizzando qualche battuta graffiante sulla scelta di Bergoglio, ha voluto dare una risposta a chi in questi mesi ha continuato a chiedere: «Ma perché il Papa ha fatto cardinale il vescovo di Como e non l'arcivescovo di Milano?».

OSCAR CANTONI 2

 

Domanda che si è ripetuta nel tempo, con insistenza, soprattutto tra i banchi delle parrocchie ambrosiane. «Don, ma perché il Papa non ci dà ancora un cardinale?» «Padre, perché il Papa ha scelto Como e non Milano?».

 

E così, due sere fa, è arrivata la risposta del diretto interessato, al termine della messa presieduta dal neo porporato, Oscar Cantoni, nella cattedrale di Como per la festa di sant' Abbondio, patrono della città.

 

Quando monsignor Delpini ha preso la parola, davanti ai fedeli e ai vescovi e cardinali della Lombardia, nessuno avrebbe immaginato che l'arcivescovo, già braccio destro del cardinale Angelo Scola quando era alla guida della diocesi più grande d'Europa, avrebbe scherzato su quel tema: «Ci sono state delle persone un po' sfacciate», ha detto Delpini, «che si sono domandate perché il Papa non abbia scelto il metropolita per fare il cardinale e abbia scelto, invece, il vescovo di Como.

 

bergoglio oscar cantoni

Ora io credo che ci siano delle buone ragioni per questo. Interpretare il pensiero del Santo Padre è sempre un po' difficile», ha aggiunto, «perché forse vi ricordate quell'espressione altissima di una sapienza antica che diceva: Ci sono tre cose che neanche il Padre Eterno sa: una è quante siano le congregazioni delle suore, l'altra è quanti soldi abbiano non so quale comunità di religiosi, e l'altra è cosa pensino i gesuiti!. Dopo i sorrisi del pubblico, l'arcivescovo ha rincarato la dose: Io ho trovato almeno tre ragioni per la scelta del Papa: la prima è che il Santo Padre deve aver pensato che l'arcivescovo di Milano è sovraccarico di lavoro.

 

don marco pozza bergoglio

La seconda è che probabilmente il Papa ha pensato: Quei bauscia di Milano non sanno neanche dov' è Roma, quindi è meglio che non li coinvolga troppo nelle cose del governo della Chiesa Universale. Il terzo motivo forse è che il Papa è tifoso del River (in realtà è la squadra del San Lorenzo, ndr), che non ha mai vinto niente, e quindi ha pensato che quelli di Como potrebbero essere anche un po' in sintonia perché si sa che lo scudetto è a Milano». Il video con il discorso dell'arcivescovo è diventato virale sui social e qualcuno ha definito le parole di Delpini «irriverenti» nei confronti di Francesco.

don marco pozza con bergoglio

 

Tanto che, ieri in serata, arriva il post di Don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova molto vicino a Papa Francesco: «Un arcivescovo, quello di Milano, che sbeffeggia in pubblico il Papa e un confratello perché la sede è ancora senza porpora era qualcosa che ancora ci mancava alla collezione».

 

In realtà, chi conosce «don Mario», invece, non si è sorpreso o scandalizzato, sapendo che le battute sarcastiche sono il suo forte: «Era chiaramente ironia, non c'è niente contro il Papa, figuriamoci! Era solo un modo per buttarla sul ridere, per sdrammatizzare un po', dopo tutti quei pettegolezzi sulla porpora che non è arrivata», fa sapere un collaboratore della curia ambrosiana.

oscar cantoni mario delpini

 

Ormai è risaputo che Francesco, per la creazione dei nuovi cardinali, non tiene più conto delle sedi di fama storica, tradizionalmente cardinalizie, come appunto Milano. «Non è la storia che nomina i cardinali, ma il Papa», è stata la risposta che Francesco ha dato a un porporato che gli chiedeva conto di questa scelta che premia principalmente le piccole diocesi.

Articoli correlati

L\'ARCIVESCOVO DI MILANO DELPINI NE DICE QUATTRO A BERGOGLIO: UNA COSA CHE NEANCHE IL PADRE ETERNO...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

don marco pozza con bergoglio don marco pozza papa francesco don marco pozza coverpapa francesco don marco pozza 2don marco pozza lorena bianchettidon marco pozza lorena bianchetti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO