BERLINO TOLLERANZA ZERO – LA MERKEL CONTINUA A METTERE PALETTI A TSIPRAS ANCHE DOPO LA FIRMA DELL’ACCORDO TECNICO – “SERVONO PIÙ INFORMAZIONI, CI VUOLE PIÙ TEMPO”, DICE LA CANCELLIERA, MA LO FA PER TENERE BUONO SCHAEUBLE – LA GRECIA OTTIENE UN TERZO PACCHETTO DI AIUTI DA 80 MILIARDI DI EURO
Tonia Mastrobuoni per “La Stampa”
Mai, dall’inizio della crisi greca, la Germania aveva osato tanto. Negli ultimi giorni di «ultimo miglio» di trattative tecniche tra Atene e gli emissari dei creditori internazionali, da Berlino è arrivato uno stillicidio di commenti negativi su un negoziato neanche concluso, un atteggiamento che stava assumendo pericolosamente le sembianze di una bocciatura preventiva. «Meglio un accordo sostanzioso che un accordo veloce»: questo il mantra, recitato in ogni variante, soprattutto dal ministero di Wolfgang Schäuble da giorni e giorni, ripetuto persino dal portavoce di Angela Merkel. Un atteggiamento insensato, mentre i rappresentanti delle istituzioni sedevano ad Atene a trattare per conto di tutti.
E ieri, persino dopo che l’intesa tecnica era sottoscritta da tutti, Angela Merkel avrebbe spiegato a Tsipras in una telefonata che «sono necessarie più informazioni per un accordo con i creditori» e che ciò «richiede tempo». Dal canto suo il premier greco avrebbe risposto che Atene «ha un accordo che soddisfa tutti i criteri delle decisioni prese il 12 luglio e quindi si andrà avanti». ?
Auspicabilmente, si tratta di teatrino ad uso interno, da parte della cancelliera, per sedare gli schaeubleiani in agitazione da mesi. Perché in realtà, mentre i negoziatori stavano definendo gli ultimissimi dettagli di un’intesa che ricalca e perfeziona quella di un mese fa e dimostra che le resistenze di Tsipras dei mesi scorsi sono cadute una dopo l’altra, un portavoce tedesco aveva elogiato ieri mattina «la grande disponibilità» di Atene «a raggiungere un’intesa». Sembrava, finalmente, un tono diverso. Poco dopo, una portavoce della Commissione europea ha poi confermato la notizia del giorno, anticipata dal ministro delle Finanze Tsakalotos da Atene: la firma c’è.
Spazzata via l’ipotesi demenziale avanzata dai tedeschi in questi ultimissimi giorni di un prestito-ponte (che avrebbe implicato un nuovo braccio di ferro con David Cameron, perché sarebbe stato concesso dal fondo salva Stati Ue), la Grecia ha incassato il nuovo, terzo pacchetto di aiuti per intero. Oltre 80 miliardi di euro che verranno pagati nel triennio in più tranche, esattamente come nei piani precedenti. ?Se l’intesa avrà il via libera dei Parlamenti nazionali e dell’Eurogruppo (convocato per venerdì) prima del 20 agosto, quando la Grecia deve rimborsare 3,2 miliardi alla Bce, Atene potrà incassare subito la prima rata.
Secondo una fonte autorevole, potrebbe ammontare a 24 miliardi di euro - 12 per le scadenze dei rimborsi, 10 per ricapitalizzare le banche, 2 per aiutare le imprese ormai sull’orlo del collasso. Tra le «azioni prioritarie» che il governo greco dovrà approvare quasi subito, dovrebbe esserci l’istituzione del fondo da 50 miliardi di privatizzazioni, misure per far fronte ai crediti inesigibili e la liberalizzazione del mercato energetico.?
I creditori hanno concesso alla Grecia margini maggiori anche sui conti pubblici: le correzioni andranno fatte, ma quest’anno il disavanzo primario potrà essere mantenuto allo 0,5%, a fronte di un quadro economico piombato di nuovo in una pesante recessione (-2,1% quest’anno, -2,3% l’anno prossimo, nelle stime aggiornate dell’esecutivo). ?Altro dettaglio importante: incassando il nuovo prestito subito, Tsipras riuscirà a ricapitalizzare le banche prima dell’entrata in vigore della nuova legge bancaria che impone un coinvolgimento nei possessori di depositi sopra i 100mila euro negli eventuali salvataggi. Un’ipotesi che avrebbe definitivamente affossato l’economia: in Grecia si tratta soprattutto di imprenditori.?
Una questione rimasta per ora tra parentesi è quella del debito, ma tornerà nei prossimi mesi. Anche perché da essa potrebbe dipendere la permanenza del Fmi al tavolo. Secondo indiscrezioni il Fondo, che ha avuto un mero ruolo di consulenza nell’ultimo negoziato e che non fa mistero di volersi sfilare dalla troika, rimarrà esonerata dagli esborsi fino ad «autunno inoltrato».
La sua quota del prestito, stimata attorno ai 16-17 miliardi, è in forse. Se i creditori discuteranno un taglio o una redifinizione del debito convincenti, rientrerà. Notoriamente è soprattutto la Germania a puntare i piedi contro qualsiasi ipotesi di alleggerimento del debito greco.