mara carfagna matteo renzi

CON BERLUSCONI IN DISARMO QUANTI FORZISTI CORRERANNO DA RENZI? MARA CARFAGNA MANDA UN PIZZINO AL CAV SALVINIZZATO: “SENZA UNA FORTE RIPRESA D'INIZIATIVA, SENZA SEGNALI DI VITALITÀ, ALL'OPA OSTILE PORTATA AVANTI DA LEGA E FRATELLI D’ITALIA POTREBBERO AGGIUNGERSI GLI EFFETTI DELLA SCALATA RENZIANA…” - IL BANANA CHIAMA I SENATORI TENTATI DALLE SIRENE DI MATTEUCCIO MA RESTA IL RISCHIO FUGA…

MARA CARFAGNA

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

Matteo Renzi non fa in tempo ad annunciare la nascita della sua "cosa" che quel che resta del mondo berlusconiano finisce terremotato. È una questione di sopravvivenza, ormai, per i 99 deputati e i 62 senatori, molti dei quali in fuga. Chi verso la sponda dell' ex premier, chi verso quella del segretario leghista Salvini: tutto pur di non colare a picco col 5 per cento del "Titanic Fi".

 

toti carfagna

Succede così che nelle ultime 24 ore Silvio Berlusconi è dovuto correre ai ripari, chiamando personalmente e uno per uno i 5 senatori che - stando alle voci interne al partito - stavano chiudendo i bagagli, destinazione "Italia viva". E non è detto che l'ultima chiamata sia riuscita. Si fanno i nomi di Donatella Conzatti (già astenuta sul Conte bis) e del toscano amico di Renzi Massimo Mallegni, di Andrea Causin e di Maria Virginia Tiraboschi, perfino di Paola Binetti, mentre la trentina Elena Testor in serata smentiva («Sono leale»).

 

BERLUSCONI CARFAGNA GELMINI

Fatto sta che a Montecitorio e Palazzo Madama è tutto un proliferare di capannelli forzisti in fibrillazione. Mara Carfagna - la più antisalviniana del gruppo - riunisce in serata in un ristorante romano, "Da Gina" ai Parioli, un plotone che alle 22 tocca quota 55 tra deputati e senatori, stando ai racconti di chi partecipa. Sono quelli più vicini alla nuova "paladina", ma non solo. Al netto dei quattro che hanno già lasciato con lo scissionista Giovanni Toti, sono tutti coloro che non vogliono morire salviniani e guardano a lei come nuovo punto di riferimento.

 

renzi berlusconi

Anche loro «in marcia» verso il senatore di Rignano? La vicepresidente della Camera mette le mani avanti e lo esclude prima di sedersi a tavola: «È solo una cena di amici, non di corrente». Ma avverte anche, all'indirizzo dell' immobile fondatore Berlusconi: «Senza una forte ripresa d' iniziativa, senza segnali di vitalità, all' Opa ostile portata avanti per mesi da Lega e Fdi potrebbero aggiungersi gli effetti della scalata renziana». Come dire, i 150 forzisti rischiano di non essere immuni alla nuova sirena, ma l' ex segretario pd resta un competitor.

 

maria rosaria rossi

Per tutta la giornata i fedelissimi del capo si sono premurati di contattare gli invitati per «sconsigliare» la partecipazione alla cena. Tanto che Carfagna decide di chiamare Berlusconi per assicurare che non si sarebbe trattato di una cena carbonara e che lei, nonostante tutto, resta leale. Ma il pressing per dissuadere gli invitati cade nel vuoto. C' è una piccola folla al ristorante. Anche i più insospettabili. Maria Rosaria Rossi, per esempio, e Renato Brunetta, che pur minimizza: «Una cosa tra amici, presenti mogli e mariti, solo un' occasione per scambiarsi qualche idea. Renzi? Solipsismo, egoismo...».

 

renato brunetta

Ci sono tutti i 15 campani e i 5 calabresi (tra i quali Occhiuto) vicinissimi a Carfagna, come pure il toscano Mallegni. Poi Andrea Cangini, Alessandro Cattaneo, Antonio Martino e Micaela Biancofiore. A tavola è tutto uno sfogo sul futuro che non promette niente di buono. Sulla necessità di non finire fagocitati da Salvini e dal suo maggioritario. Per non dire di Berlusconi, che ora promette di partecipare alla piazza sovranista del 19 ottobre. La capogruppo Mariastella Gelmini stronca l' evento della collega: «Cene e aperitivi vanno benissimo, purché di politica si parli nelle sedi opportune».

 

Ma a far tremare Berlusconi è ancor più l'appello che Salvini lancia via Facebook: «Ci sono tantissimi consiglieri, sindaci, deputati e senatori che si stanno vergognando di quello che i loro partiti stanno organizzando. Le porte della Lega sono spalancate, vi aspettiamo». È l'altra insidiosissima sirena che rischia di prosciugare Forza Italia.

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