BERLUSCONI MESSO IN SANTACROCE? BRACCIO DI FERRO SULLA NOMINA DEL PRIMO PRESIDENTE DELLA CASSAZIONE
Liana Milella per "la Repubblica"
Chi anche solo sfiora Previti alla fine vince. Nitto Palma e Giorgio Santacroce. Il primo al Senato, che con l'avvocato di Berlusconi ha avuto un rapporto di nota stima, il secondo addirittura al vertice della magistratura, come primo presidente della Cassazione, pur se nel suo caso in ballo c'è solo una cena di 25 anni fa. Il Csm oggi vota - presente, ma si sa già non votante, il presidente Napolitano.
Palazzo dei Marescialli alle 16 e 30, quando al Senato la sorte di Palma sarà segnata e quando a Milano sarà già stato deciso il prossimo futuro del processo Mediaset, dove i giudici devono decidere se rinviare in attesa della Consulta o andare subito a sentenza.
La nomina del magistrato più alto in grado in Italia, colui che presiede le sezioni unite, ha una stretta attinenza anche con i processi di Berlusconi. Per questo, i riflettori sono accesi da tempo su palazzo dei Marescialli. Dove ieri i telefoni sono stati bollenti.
Santacroce e Luigi Rovelli, il primo attualmente presidente della Corte di appello di Roma, il secondo a capo di una sezione civile della Suprema corte. Santacroce
candidato della destra, Rovelli della sinistra. La nomina più importante di questa consigliatura, dove i calcoli a sera davano per vincente Santacroce.
Salvo che all'ultimo momento il laico della Lega Ettore Adalberto Albertoni, avvocato civilista e professore alla Statale, non decida di distinguersi e votare con la sinistra. Sarebbe un colpo a sorpresa. Una sfida che potrebbe chiudersi con 14 voti per Santacroce.
Tutta Unicost, sei voti, tutta Magistratura indipendente, tre voti, i laici del centrodestra, Zanon, Palumbo, Romano, ma anche l'emerito della Consulta Marini, i cui dubbi sarebbero rientrati. Poi Albertoni. Che dalle 19 ha staccato il cellulare. Il fronte di Rovelli ha poche certezze e molti punti interrogativi, troppi.
Stanno con lui i sei magistrati di Area, il gruppo che mette insieme Magistratura democratica e Movimento giustizia. Certi i due laici del centrosinistra, Calvi e Giostra. Sarebbero per Rovelli sia il vice presidente del Csm Vietti che il presidente uscente della Cassazione Lupo.
E siamo a 10 voti. Poi due punti interrogativi, il procuratore generale della Suprema corte Ciani e Corder, ex Unicost, candidato come indipendente al Consiglio. Se Albertoni si sposta in questo fronte, e se Ciani e Corder votano per Rovelli, finisce 13 pari e vince la toga più anziana, cioè Rovelli. Ma è una cabala. Al Senato, nel centrodestra, ieri davano per scontato che a farcela sarà Santacroce.
Chi ha a che fare con i processi di Berlusconi sarebbe soddisfatto. La Cassazione è l'ultimo traguardo. Ci finirà subito il processo Mediaset, se riesce a chiudersi l'appello. Sul quale incombe il verdetto della Consulta su un legittimo impedimento, del tutto strumentale, piazzato da Berlusconi il primo marzo del 2010.
Un consiglio ministri convocato a sopresa per approvare il ddl anticorruzione che poi resta in stand by per due mesi, sballottato tra i ministri Alfano e Calderoli. Contestato da palazzo Chigi, perché non riconosciuto, solo un anno dopo, quando si estingue l'effetto della legge sul legittimo impedimento. Tutto appeso alla Corte.
La quale, giusto ieri, ha fatto sapere che «deciderà entro giugno». Un piatto forte per la difesa del Cavaliere che lunedì, dopo la sconfitta in Cassazione sul legittimo sospetto, ha annunciato per oggi la nuova richiesta di rinvio. Quella nota della Consulta dà man forte.
Ancora un mese. I giudici potrebbero scegliere di aspettare il primo dispositivo, o addirittura la sentenza, parliamo di due mesi, che se fosse favorevole a Berlusconi farebbe saltare tutto il processo. Perché tanto tempo per decidere su un facile conflitto? à un dubbio che serpeggia nella stessa Corte.
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